In inglese la parola fuchsia ha un insolito primato: pochi sanno scriverla correttamente.
Addirittura, se si faceva una ricerca in Google con una grafia sbagliata, come *fushia o *fuscia, fino a non molto tempo fa appariva un suggerimento di ricerca alternativa con un altro errore, *fuschia. L’aveva evidenziato Randall Munroe (xkcd) in Color Survey Results:
Ortografia e pronuncia
Perché tanti errori? In inglese la parola fuchsia ha una pronuncia molto particolare, /ˈfjuːʃə/, quindi non sorprende che risulti così difficile scriverla correttamente. Forse aiuterebbe conoscere l’etimologia, dal nome del botanico tedesco Leonhard Fuchs.
In italiano invece è molto più facile perché scriviamo il nome della pianta e del colore come lo pronunciamo, fucsia (meno comune invece l’alternativa fuchsia, come il genere delle Onagracee a cui appartiene la pianta). Proprio per questo mi ha colpita l’errore *fuxia su un cartellino in un garden center italiano, anche perché poco distante il nome era corretto.
Frequenza
Per curiosità ho paragonato la frequenza di fuchsia in inglese e fucsia in italiano nei corpora di libri di Google Ngram Viewer, limitandola alle occorrenze con iniziale minuscola per escludere il genere, e ho ottenuto questa tendenza:
La recente frequenza maggiore per l’italiano rispetto all’inglese potrebbe essere dovuta a due motivi: in italiano usiamo molto fucsia come nome di colore, non altrettanto invece in inglese (fuchsia fa pensare innanzitutto alla pianta). Inoltre, in Italia la pianta ornamentale ora è molto più diffusa che in passato.
A proposito di frequenza, Google proponeva la forma errata *fuschia perché sufficientemente ricorrente (milioni di occorrenze in rete!) da ritenerla corretta. Un problema simile era alla base dell’orrendo *pò del T9 nei vecchi cellulari: dettagli in Errori con gli accenti: colpa di computer e cellulari?
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Vedi anche: Chitroli e carchope: l’ortografia imperfetta (cartellini al mercato) e #TheDress: era proprio blu? (differenze culturali nei nomi dei colori).
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Mauro:
Da bambino avevamo le fucsie di diversi colori sul poggiolo (ops… chi non è ligure non capirà: intendo sul balcone) e per lungo tempo io ho creduto si scrivesse con la k, cioè fuksia e che fucsia fosse solo un’italianizzazione errata 🙂
tcp-ip:
> Proprio per questo mi ha colpita l’errore *fuxia su un cartellino in un garden center italiano,
I “garden center” non si possono chiamare “vivai”!?
Licia:
@Mauro, invece io la prima volta che avevo sentito la parola in inglese non avevo proprio capito di cosa si trattasse! Ora le fucsie mi fanno pensare all’Irlanda: si sono naturalizzate e in molti posti le piante sono alte anche due metri.
@tcp-ip ci avevo pensato ma per me non è la stessa cosa: il vivaio è dove coltivano le piante, il garden [center] dove le vendono. Il posto dove ho visto il cartellino “fuxia” era solo garden (pseudoanglicismo!).