Possiamo dargli torto?

Ho visto parecchie critiche all’uso di dargli in questa pubblicità:

[Range Rover] CI SONO  PERSONE CHE SI IDENTIFICANO CON LA PROPRIA AUTO. COME DARGLI TORTO?

L’uso di gli come pronome indiretto di terza persona plurale è davvero un errore? No, come spiegano tutte le grammatiche contemporanee. Una sintesi di Giuseppe Patota*:

gli / loro («ho visto i tuoi e gli ho parlato / ho parlato loro»): a differenza di gli per ‘le’, l’uso di gli per ‘loro’ è largamente accettato e, anzi, è raccomandabile nel registro colloquiale. Oltre al frequente impiego degli scrittori, antichi e moderni, c’è da tener conto di una ragione strutturale: tutti gli altri pronomi personali atoni si presentano come monosillabi anteposti al verbo (mi parli, ci parli, vi parli, ecc.); solo loro è bisillabico e posposto al verbo (parlo loro), e ciò contribuisce a ridurne l’uso.

Inoltre, gli è già la norma per ogni genere e numero della terza persona nei gruppi di pronomi come glielo e gliene (“Chiedigli se vogliono un caffè e faglielo subito”).

L’uso di loro prevale in testi formali ma risulterebbe affettato e fuori luogo in una pubblicità perché creerebbe distanza tra chi fa l’affermazione e i clienti esistenti e potenziali.

Il rifiuto per dargli è una conseguenza dell’insegnamento scolastico più tradizionale, con norme linguistiche inderogabili che indicano cosa è giusto o sbagliato, senza alternative, e non tengono conto della multidimensionalità della lingua: qualche dettaglio in Grammatica, variabilità e norme interiorizzate.

Per approfondire il concetto di giusto e sbagliato nell’italiano contemporaneo, due libri che ho apprezzato molto: Si dice o non si dice? Dipende di Silverio Novelli e Comunque anche Leopardi diceva le parolacce di Giuseppe Antonelli.


* Da Italiano. Grammatica, sintassi, dubbi di Luca Serianni con la collaborazione di Alberto Castelvecchi e con un glossario di Giuseppe Patota, Garzanti, 1997

7 commenti su “Possiamo dargli torto?”

  1. .mau.:

    io non sento così affettato “come dare loro torto?” ma accetto senza problemi “come dargli torto?”.

  2. Valerio:

    La cosa sorprendente è che qualcuno ancora chi veda un errore e non un cultismo o arcaismo. Quanti danni ci hanno fatto certe maestre alle elementari!

  3. Licia:

    @Valerio, aggiungo che considerare dar loro un arcaismo è un atteggiamento simile a quello di chi boccia dagli come errore: in alcuni registri (burocratico, aulico – vedi schema) è l’unica forma prevista.

    Architettura dell’italiano contemporaneo. Schema adattato da G. Berruto

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