Questo messaggio di errore di Facebook è apparso su Italians sotto il titolo Facebook e il link “corrotto” con un commento divertente di Fabio Zilberstein:
«La corruzione dilaga anche nei social network. Persino Facebook con i suoi mezzi non puo’ fare a meno dei traduttori automatici. Con il risultato che vedete: “Corrupted link” diventa “link corrotto” (invece che: danneggiato, non corretto…). O forse oggi dovremmo dire link corrott-oso? Sarà colpa del bisestile: anno bisesto, link funesto» |
In questo caso però la colpa non è della traduzione automatica. La localizzazione del software infatti è uno degli ambiti in cui la traduzione automatica funziona meglio, anche grazie alla grande disponibilità di corpora specifici per il training dei sistemi: sicuramente contengono stringhe molto frequenti come the link is corrupt(ed), tradotte da professionisti più attenti di chi invece si è lasciato sfuggire il calco link corrotto di Facebook.
Verifiche veloci: la stringa the link is corrupt è tradotta perfettamente in sistemi generici come Google Translate e Bing: il link è danneggiato. Si possono anche fare ricerche mirate su dati più specifici in TAUS Data Cloud
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Vedi anche: Se la menta parte… (traduzioni umane erroneamente ritenute automatiche).
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cortmic:
Per caso, ci sono anche dei link concussi?
Luciano:
O anche link orfani
Enrico:
“Il link è danneggiato” mi suona bizzarro. O meglio: dipende da qual è il problema, perché è oggettivamente complicato “danneggiare” fisicamente un collegamento! Se il collegamento è stato trascritto in modo scorretto, è stato effettivamente “corrotto”, in un senso che mi sembra filologico (cfr. “lezione corrotta”). È uno dei significati di “to corrupt”: “to alter from the original or correct form or version “, che mi pare del tutto sovrapponibile a “corrompere” in italiano. Ossia: “Mi sa che hai sbagliato a digitare o a copiare il link!”
Enrico:
P.S.: Di chi è la colpa?
1) Dell’utente, se l’ha trascritto o copiato male;
2) Del programmatore che ha scritto la pagina html, se ha impostato male il codice;
3) Del proprietario della pagina linkata, se l’ha spostata o rimossa.
Quartum non datur 🙂
Licia:
@cortmic 😀
@Luciano, il contesto è Facebook, usato da persone di ogni età e istruzione, quindi meglio evitare termini come orfano, subito comprensibili a chi ha conoscenze tecniche ma che potrebbero suscitare perplessità in altri tipi di utente. Danneggiato invece comunica senza alcuna ambiguità che c’è un problema di qualche tipo.
@Enrico, in ambito informatico il verbo corrupt equivale a damage, l’unica peculiarità è che viene usato in modo specifico con riferimento a dati o file, cfr. ad es. definizioni di Webopedia e Microsoft Language Portal.
In italiano corrompere viene usato quasi esclusivamente in modo figurato, come mostra la voce del Vocabolario Devoto-Oli, e non si presta all’uso in un contesto tecnico.
Nel lavoro terminologico è preferibile un approccio onomasiologico: si analizza il concetto perché spesso le “etichette” (i termini che rappresentano il concetto) sono attribuite in modo arbitrario. Non bisogna focalizzarsi troppo sul significato letterale delle parole: puoi trovare alcuni esempi in un vecchissimo post, Domande sulle risposte…. Vanno anche considerati i termini simili, ad es. ormai corrupt > danneggiare è uno standard e quindi nella localizzazione italiana corrupted link deve essere coerente con corrupted file, corrupted database, corrupted backup ecc.
Nel caso specifico, il messaggio di Facebook appare ad esempio quando il profilo di un utente viene censurato o eliminato (perché offensivo, perché usa pseudonimo anziché il nome reale ecc.), quindi si potrebbe dire che corrupt è un eufemismo. 😉
Aggiungo anche la versione in latino!
Enrico:
@Licia: Grazie mille per la risposta e per le indicazioni di lettura. Capisco ciò che mi dici su “danneggiato”, ma continuo a non capire del tutto la parte su “corrotto” – sii paziente se insisto con la domanda.
Capisco quando dici che “danneggiato” “comunica senza alcuna ambiguità che c’è un problema di qualche tipo”, e come mi hai mostrato tu stessa anche “corrompere” significa “alterare, deteriorare, guastare”, proprio come “danneggiare”. Tu e il vocabolario mi replicate: “In italiano corrompere viene usato quasi esclusivamente in modo figurato”. Vero, ma da almeno due o tre decenni in informatica ci sono espressioni comunissime come “file corrotto”, con il significato tecnico di “guasto, non funzionante, copiato male”. Ergo: se “link corrotto” è abbastanza invalso nell’uso, perché biasimarlo? C’è qualcuno che in tutta onestà, in questo contesto, non capisce che “corrotto” significa “non funzionante”? E il significato filologico (e dunque altrettanto “tecnico” rispetto a quello informatico) di “non valido perché copiato male o alterato” non è esattamente ciò che Facebook intende quando lo oppone alla possibilità che la pagina sia stata rimossa?
Licia:
@Enrico, l’informatica è strapiena di calchi (e di quelli che in origine erano falsi amici come libreria e salvare) ma perché propagarli se si possono evitare ed esistono alternative migliori? Questo messaggio è rivolto agli utenti di Facebook, quindi chiunque. Non so cosa intendi con significato filologico, però il solo fatto che a questo messaggio sia stato dato spazio su Italians è la conferma che chi non ha familiarità con il gergo informatico trova corrotto ridicolo o quantomeno strano: viene interpretato come 2 o 3. Forse non hai notato che l’accezione 1, “alterare, deteriorare, guastare”, è marcata come non comune, quindi nell’uso dell’italiano standard contemporaneo corrompere NON è sinonimo di danneggiare.
Enrico:
@Licia: Rispondo col rischio di abusare della tua pazienza 🙂 “File corrotto” è diffuso almeno dalla fine degli anni Ottanta, quando si copiavano i floppy disk – io c’ero, lo ricordo! “Link corrotto”, nel senso di “non funzionante”, esiste da poco dopo l’inizio della Rete, presumo. Certo, sono calchi, ma in informatica sono diffusi e direi anche accettati – mi meraviglia che il vocabolario non li registri! Non è velleitario raddrizzare le gambe ai cani dopo così tanti anni? Non è più facile (e forse anche bello, ma ciò è irrilevante) recuperare un significato che il verbo “corrompere” ha già anche se, come dite tu e il vocabolario, oggi non è comune? E se “corrotto” ha assunto con il tempo il significato di “danneggiato, copiato male” in informatica, che problema c’è, se viene usato in ambito informatico come nel nostro caso? Tu argomenti: “Non lo capiscono tutti, e Facebook è per tutti, e quindi ha il dovere di farsi capire da tutti, e se pure a Fabio Zilberstein e ad altri pare strano, significa che Facebook ha sbagliato.” Ti seguo, ma boh, allargare il vocabolario informatico di Fabio Zilberstein (cito lui ma intendo tutti) e la sinonimia di “danneggiato, non funzionante” non è un arricchimento linguistico? Non c’è il rischio di un approccio un po’ idiosincratico e puristeggiante nei confronti della parola “corrotto”?
P.S.: Con “filologico” intedevo il significato che “corrotto” ha in filologia (cfr. lezione corrotta, corruttela, etc.; semplificando, c’è un’alterazione dovuta a una copia scorretta). Certo, è un significato tecnico, collegato al non comune “corrompere = alterare, danneggiare”.
Francesco:
Mi permetto di osservare che il fatto che “corrotto” (nel senso di “danneggiato, difettoso”) sia stato introdotto fin dagli anni Ottanta, presumibilmente da un tecnico o da un improvvisato traduttore (siamo agli albori della localizzazione) con poca dimestichezza della lingua inglese e soprattutto di quella italiana!, non giustifica la necessità di adottare calchi ridicoli o espressioni innaturali o peggio ancora poco chiare nella nostra lingua, tanto più nei casi come “corrupt” per cui l’italiano offre già diverse alternative di traduzione valide.
Enrico:
@Francesco: non è velleitario raddrizzare le gambe ai cani dopo tanti anni, se l’espressione ha avuto successo? Sarà pure ridicola e innaturale (per chi non la usa, non certo per chi la usa), ma è stata usata per anni ed è ancora usata. Mi rifaccio ai begli esempi di Licia, libreria e salvare, che nessuno oggi si sognerebbe di cambiare. Sarei semmai curioso di sapere qual è la statistica di frequenza di “link corrotto” rispetto a “link danneggiato” (idem per “file”), e qui chiedo a Licia che sa maneggiare strumenti statistici sofisticati – io al massimo vedo le occorrenze in Google, 23100 per link corrotto contro solo 784 per link danneggiato (!!!), ma 16900 per file corrotto contro 21400 per file danneggiato; in Google libri non riesco a vedere, ma era solo per avere un’ipotesi di uso da cui partire.
Enrico:
Ossia (poi la smetto) le mie riserve sono di ordine 1) quantitativo: ormai in informatica l’espressione è diffusa, gli animali sono scappati dal recinto, auguri!; 2) qualitativo: non mi pare un dramma se si recupera un significato che il verbo corrompere ha *già* (alterare, deteriorare), anche se è poco comune, ed è attestato anche in un altro campo specialistico (la filologia) con il significato di “copiato male” (semplifico) che è simile a ciò che intende Facebook nel messaggio.
Licia:
@Enrico, In questo contesto la parola chiave è esperienza utente (user experience).
La stragrande maggioranza degli utenti di Facebook non ha alcuna familiarità con lessico e terminologia usati in ambiti specialistici come l’informatica e la filologia (io tra questi: ignoravo l’esistenza del concetto di corruttela!). Ne va tenuto conto soprattutto nel caso di eventuali risemantizzazioni (come corrotto riferito ai dati) perché non viene riconosciuto il significato specialistico e viene invece data un’interpretazione in base alle proprie conoscenze: è ovvio che chiunque può capire che un link “corrotto” ha un problema di qualche tipo, ma l’associazione di corrotto e link risulta ridicola ai più.
La maggioranza degli utenti di Facebook però sicuramente ha usato sistemi operativi, browser e software come elaboratori di testo o fogli di calcolo, ed è questo tipo di conoscenze che vanno usate come riferimento. Se utenti non informatici hanno avuto problemi di dati corrupt(ed), è molto più probabile che in italiano abbiano visto messaggi in cui sono descritti come danneggiati. Nel post non a caso ho fatto riferimento TAUS Data Cloud: contiene milioni di stringhe localizzate prese dalle memorie di traduzione di grossi produttori di software come Adobe, Autodesk, Sun, Cisco e Microsoft dove prevale corrupt > danneggiare. Non si tratta quindi di “raddrizzare le gambe ai cani dopo tanti anni” ma di usare descrizioni come danneggiato che sono in uso da decenni in contesti informatici più controllati (quelli che si avvalgono di localizzazione professionale) perché sono quelli con cui ha maggiore familiarità buona parte degli utenti di Facebook.
Un’ultima nota, e poi credo che possiamo concludere qui questa discussione :): se contesto e rilevanza non sono verificabili, prenderei con molta cautela il mero numero di occorrenze nel web.
@Francesco, se le occorrenze di corrotto coesistono con quelle di danneggiato (o simili) è proprio per la scarsa conoscenza dell’inglese e dell’italiano di chi per primo ha usato il calco: le definizioni “informatiche” di corrupt in inglese confermano che è usato in alternativa a damaged ma purtroppo chi non ha una formazione terminologica raramente riflette sul concetto e non va oltre all'”etichetta” con cui è stato denominato.
un cattolico:
@Licia: come mai non hai preso in considerazione alternative che attengono alla presenza di un errore, più che di un danno, come un comprensibilissimo (anche per chi è avvezzo alle traduzioni proposte dalle grandi multinazionali) “fallato“?
Analogamente, per l’interfaccia latina di Facebook: perché non optare per un analogo e altrettanto chiaro (per chi mastica un po’ di latino) “mendosum” anziché “fractum” (a proposito: sai per caso chi sono i consulenti linguistici di Facebook per l’interfaccia in latino?).
Enrico:
@ Licia: Tutto chiaro. Immaginavo anch’io che il dato di Google non fosse vangelo per la best practice, mi chiedo solo se l’uso non prevale sulla best practice a prescindere, ma mi rendo conto che servirebbero ricerche più approfondite sulle statistiche. Questo messaggio si autodistruggerà dopo la lettura, era solo per ringraziarti, censurami! 😉
Licia:
@un cattolico, fallato si usa con i tessuti, non mi sembra molto adatto a questo contesto.
Non credo vadano cercate alternative perché danneggiato è già da molti anni la soluzione standard nel software più diffuso. In ogni caso la trovo una buona scelta, soprattutto per chi non ha alcuna competenza tecnica:
Sul latino invece non mi pronuncio, meglio chiedere a qualche appassionato che ha fatto il liceo classico! Non so chi se ne sia occupato per Facebook, posso provare a chiedere a chi ha lavorato sulla terminologia inglese ma dubito possano darmi questo tipo di informazioni.
@Enrico 🙂
un cattolico:
@Licia: sì, soprattutto con i tessuti ma non solo. La stessa Treccani riporta:
«usato come agg., di tessuto o altro che presenta una fallatura: scampolo fallato, vaso di cristallo fallato.»
Anche “errato” mi starebbe bene, che è ancora più comune.
Danneggiato proprio non lo concepisco, perché sembra che ci sia stato un difetto nella comunicazione (intendo errori nella trasmissione dei dati). Naturalmente me ne faccio una ragione 🙂 ma visto che il tuo blog (peraltro molto interessante) permette di disquisire di ciò che altrove è visto come “il sesso degli angeli”, mi permetto di farlo… e ti ringrazio! Soprattutto per i tanti articoli molto dettagliati.
E… se ottieni qualche info sui latinisti consulenti di Facebook – se puoi – scrivilo qui nei commenti 😀
Maximas tibi gratias ago 🙂
Licia:
@un cattolico, intanto su Twitter mi hanno segnalato una pagina “vaticana” che tu sicuramente conoscerai, Latinitas (parvvm verborvm novatorvm léxicvm). Per chi non l’ha vista può essere divertente perché ci sono parecchie parole moderne (e alcune datate: la lista non è stata compilata di recente), ad es. i jeans sono bracae línteae caerúleae, il computer instrumentum computatórium, il deodorante foetōris delumentum ecc. Fa un certo effetto la pizza, placenta compressa…
un cattolico:
Fuori tema:
Il traducente latino di jeans è una di quelle parole che fan pensare che la pronuncia restituta latina sia quella più probabile, perché con quella scolastica/ecclesiastica “bracae” lo dovremmo pronunciare “bracie”, ma in italiano è arrivato “brache” (http://www.treccani.it/vocabolario/braca/) con la c dura…
Un po’ come Caesar, che in tedesco continua ad essere pronunciato Kaesar.
Insomma un’ulteriore possibile conferma che per i Romani la “c” era dura.
Marco:
Io ho sempre usato “link non funzionante”.
Tra l’altro ci sono molti più risultati di “link non funzionante” su Google (53.800) rispetto a “link danneggiato” (786).
Devo dire che anche a me danneggiato non sembra corretto per identificare un link inesistente (altra traduzione possibile, tra l’altro, 960 risultati su Google).