Anglicismi: public editor

Il quotidiano La Stampa ha istituito una nuova rubrica dove si possono segnalare correzioni e fare critiche, proposte e commenti. È curata da Anna Masera che in Cari lettori, da oggi sono la vostra Garante ha spiegato di essere una public editor, una novità per i media italiani.

rubriche del quotidiano La Stampa nella sezione Opinioni

Masera ha ripreso l’argomento in Evitiamo gli anglicismi quando si può per indicare perché è stato preferito il prestito public editor a garante dei lettori: “l’editor, più che garante, è curatore. E nell’era di Internet il pubblico a cui si rivolgono i giornali su tutte le loro piattaforme […] non è più solo lettore: è fruitore, spettatore, commentatore, membro attivo di una comunità di utenti”. Chiarisce inoltre che public editor fa specifico riferimento a una figura del giornalismo americano poi adottata anche da altri ma finora inesistente in Italia. 

The role of the Guardian’s readers’ editor. The readers’ editor is the Guardian's internal ombudsman. The job of the readers’ editor is “to collect, consider, investigate, respond to, and where appropriate come to a conclusion about readers’ comments, concerns, and complaints in a prompt and timely manner, from a position of independence within the paper”.Il quotidiano britannico The Guardian preferisce il nome readers’ editor e sintetizza chiaramente il doppio ruolo di garante – ombudsman è simile a un difensore civico – e di curatore. Ci dà anche alcuni spunti per riflettere sulla parola editor.

Editor ed edit

In inglese il sostantivo editor riferito a persona può indicare vari ruoli, tra cui redattore, curatore, responsabile editoriale (ma mai editore, un noto falso amico). In ambito giornalistico editor è il direttore di un organo di informazione o il responsabile di una sua sezione di cui determina la linea da seguire, ad es. foreign affairs editor e political editor.

Anche il public / readers’ editor ha un ruolo di rilievo e con molta autonomia, caratteristiche che non mi pare vengano trasmesse da una parola come curatore. Inoltre, il verbo edit implica azioni quali selezione, valutazione, modifica e correzione per perfezionare i contenuti su cui si lavora, quindi scelte non associabili anche al ruolo di garante.

In italiano non è facile trovare parole o locuzioni del tutto equivalenti a public editor e credo sia sensato ricorrere all’anglicismo. Chi segue il blog sa che alla distinzione classica tra prestiti di necessità e di lusso preferisco la tripartizione in forestierismi insostituibili, utili e superflui descritta in L’invasione degli anglicismi, più efficace anche in questo caso. Ritengo infatti che public editor sia un anglicismo utile: è breve e facile da memorizzare, riprende il prestito editor già in uso da circa 30 anni e ci ricorda che è un concetto importato da un’altra cultura.
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Vedi anche: Whistleblower, un concetto poco italiano
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esempio di menu Edit da una vecchia versione di Word

Edit nel software

Edit è anche un termine informatico molto comune, reso in italiano con modifica / modificare.

Come nome di menu, Modifica si è rivelato abbastanza riduttivo perché include azioni che non sono esclusivamente di modifica, però dubito che la maggior parte degli utenti ci abbia mai fatto molto caso – un esempio simile è Salva con nome.

Come nome di comando, Modifica ha creato qualche difficoltà a chi si è trovato a localizzare programmi che nello stesso contesto prevedevano contemporaneamente i comandi Edit e Modify (e spesso anche Change). 

3 commenti su “Anglicismi: public editor

  1. Monmartre:

    Redattore: Con sign. specifico, chi presta la propria opera […] nel settore giornalistico ed editoriale[…] come autore e revisore di articoli e servizî varî. (Dal Treccani)

    O anche Curatore o Revisore.
    Dato, e non concesso, che siano termini improprî che in realtà potrebbero identificare altri ruoli nel percorso di stampa, il lettore comune non ne saprebbe la differenza ed eviterebbe di ‘imparare’ un termine inglese inutile. Il revisore di bozze è stato sostituito dai correttori automatici e dalla velocità di ‘uscire’ con gli articoli (ormai tutti i giornali, sia gratuiti o a pagamento sia cartacei o digitali, sono stracolmi di refusi ed errori); perché non utilizzare revisore per chi si occupa delle correzioni ‘postuscita’?

  2. Licia:

    @Montmartre, revisore a me fa pensare a chi occupa di operazioni di verifica e correzione in modo sistematico, attività che anche secondo me è inesistente (altrimenti non ci sarebbero così tanti errori nei media italiani). Il ruolo del public editor però è molto più ampio: non si limita a correggere errori ma interagisce (o dovrebbe interagire) con i lettori a cui dà spiegazioni, inoltre nella sua posizione agisce in autonomia, un ruolo unico e diverso da quello dei colleghi. In questo caso l’anglicismo segnala anche una novità, sicuramente chi l’ha scelto vuole evitare confusione con figure già esistenti.

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