Inglesorum

Mi piace molto inglesorum, parola macedonia formata da inglese + latinorum e descritta dall’ONLI come “la lingua inglese usata con ostentazione, per enfatizzare e rendere volutamente incomprensibili concetti o fenomeni ai quali ci si potrebbe riferire in modo più sobrio e schietto”.

È molto incisiva, come dimostrano Il trend negativo dell’inglesorum in Comunque anche Leopardi diceva le parolacce di Giuseppe Antonelli, Il new inglesorum in Pazzesco! di Luca Mastrantonio e questa amaca di Michele Serra dello scorso aprile:

TRA le piccole riforme possibili da subito, praticamente da stamattina, è urgente proporre al governo Renzi quella dell’immediata dismissione dell’inglesorum nella sua comunicazione politica e amministrativa. Che cos’è l’inglesorum? L’inglesorum è l’aggiornamento del latinorum manzoniano. Ovvero un linguaggio usato per incutere soggezione ai subalterni e agli impressionabili (ma Renzo non ci casca e dice, seccato, a don Abbondio: “che vuole che io faccia del suo latinorum?” Nota bene: Manzoni non era populista). Tipico esempio di inglesorum è Jobs Acts per legge sul lavoro. […]

Sono testi recenti che spero contribuiscano alla diffusione della parola. 😉 Anche se è in uso almeno al 2000 ed è molto efficace, finora non sembra avere avuto molto successo: in rete si trova solo un migliaio di occorrenze. Forse il riferimento manzoniano non è del tutto palese?

Me lo sono chiesta quando ho visto un significato alternativo in Oggi si parla l’inglesorum, un bell’articolo sui latinismi moderni e la loro pronuncia. Descrive alcuni anglolatinismi (o più genericamente xenolatinismi), parole latine entrate in italiano attraverso l’inglese, come media, monitor, bonus, campus, sponsor, audio, video etc., nessuna delle quali però mi pare particolarmente ostica o fumosa, anzi, sono tutti forestierismi insostituibili o utili. Probabilmente chi ha scelto il titolo ha considerato solo il gioco di parole e ha escluso altre connotazioni.. 
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Vedi anche: Elenco di anglicismi istituzionali per esempi di inglesorum e Latino nel XXI secolo per altri spunti sulle parole latine usate in italiano.  


Nuovo post: Anglicismi: criteri di condotta (messi in pratica), le indicazioni del linguista Francesco Sabatini per evitare l’inglesorum. 


5 commenti su “Inglesorum”

  1. Giovanna:

    Bellissima questa parola a me ha fatto subito pensare ai Promessi sposi ancor prima di leggere il testo. Ma chi l’ha coniata? L’ONLI dice “Già attestato in: Corriere della sera, 30 giugno 2000”; e prima del Corriere?

  2. Massimo S.:

    [Licia: il lunghissimo commento di Massimo S. – circa 900 parole –  è stato spostato qui perché riporta considerazioni che non riguardano direttamente l’argomento del post]

  3. Massimo S.:

    @Licia

    Ehm… quale “tardivo digitale” devo scusarmi per il lungo commento, effettivamente poco gestibile e fruibile su un blog o discussione in rete.

    [Un collegamento, ancorché tenue, con l’argomento che qui si tratta, c’è: la possibilità che locuzioni pur maldestramente anglicizzanti (e perciò espressione di ‘inglesorum’ e apparentemente senza senso) possano acquistare un significato rivelatore dell’idea che tale scelta espressiva vuole mimetizzare, se il termine inglese adoperato viene interpretato in un’accezione particolare, che nel caso di Jobs Act sarebbe il significato arcaico di job, secondo l’interpretazione che ne dà il sociologo R. Sennett]

    Ad ogni modo non posso che ringraziarti, Licia, per la pazienza di averlo letto, il mio post, e pubblicato, nonostante tutto, con un link, che ne consente la lettura, a chi vuol leggerlo, senza ‘appesantire’ il blog.

    La qual cosa mi ha suggerito una riflessione, pur questa un po’ ‘fuori tema’: sempre più nei nostri tempi la padronanza degli strumenti tecnologici è fondamentale per poter esprimere con efficacia le proprie opinioni… tanto più se tali opinioni o considerazioni s’inseriscono in una discussione in rete.

    In virtù di tale ‘padronanza’ il tuo commento di apertura, che qui tutti noi leggiamo e commentiamo, che dà il tema della discussione, è costituito di sole 226 parole ca. (cifra ottenuta copiando il tuo commento su un foglio Word ed eseguendo il conteggio parole con gli strumenti del programma di scrittura).

    Ma le parole diventano 358 ca. se vi sommiamo quelle della citazione dell'”Amaca” di Serra (ca. 132, calcolate empiricamente conteggiando almeno 22 righe intere di scritto e 6 parole di media per rigo).
    Ed arrivano a 725 se aggiungiamo le 367 parole ca. (pure calcolate col copia e incolla su Word) del tuo precedente post su Leopardi, pur richiamato e ‘linkato’ nel post che si commenta.

    Aggiungiamoci il certamente ‘non breve’ (991 parole ca., “metodo Word”) articolo di Gambassi dell’Avvenire sui latinismi moderni, pur da te citato e ‘linkato’, ed ecco che già siamo a … 1716 parole!

    Quasi il doppio delle ca. 900 parole del mio ‘lunghissimo’ commento… 😉 😉 😉

    [ E non si sono conteggiate le parole degli effetti “mouse over”, che pure caratterizzano alcune parole nel testo del tuo post, parole che a loro volta ‘collegano’ ad altri corposi testi, cioè ad altri insiemi di parole, parimenti non conteggiate; e le parole di altri tuoi commenti precedenti… a cui rimandano vari altri collegamenti, pur senza ‘mouseover’, presenti nel testo principale]

    Di certo il tuo ‘moderno’ post, per i suoi contenuti, innanzi tutto, e poi per le immagini e i link e gli effetti ‘mouseover’, è molto più piacevole e agevole da leggere e del tutto adeguato alla discussione in rete che qui si realizza – ancorché, a volerlo solo leggere in tutti i suoi minimi dettagli e rimandi, non s’impiegano certo pochi e scorrevoli minuti – rispetto al mio post ‘arcaico’ e non del tutto in tema; ma ciò non toglie che in definitiva tu, nel post che introduce la discussione su “Inglesorum”, per esprimere e suffragare con completezza le tue osservazioni, abbia usato, per così dire, molte più parole che io nel mio “lunghissimo” post. 😉 😉 😉

  4. Licia:

    @Massimo, questo è uno spazio per commenti, meglio se sintetici. Per i post dovresti aprire un tuo blog. 😉

  5. Massimo S.:

    Sì, avendone le competenze tecniche e la forza di alimentarlo con continuità con argomenti degni di nota….

    Per la tipica struttura dei blog, e la loro etichetta, quella che risalta e, indipendentemente dai contenuti (di buona o cattiva qualità che siano), ha maggiori possibilità espressive, è “la voce” del(la) “padrone(/a) di casa”… 😉 😉 😉

    L'”ospite”, per così dire, al di là dei contenuti che esprime (di cattiva o buona qualità che siano), quando c’è e “viene ricevuto” in casa, è relegato (dal modo di funzionare tipico dei blog) in basso, cioè vien fatto accomodare “in cantina”, nello “sgabuzzino di servizio” e parla, può parlare, “a mezza voce” e per un tempo limitato e senza particolari “effetti speciali”, sicché al piano superiore giunge fatalmente solo un flebile inintelligibile suono… 😉 😉 😉

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