[2015] Gli aggeggi a due ruote nella foto sono degli hoverboard. Se ne sta parlando perché le batterie che li alimentano pare tendano a prendere fuoco.
Assomigliano a dei Segway, ma senza manubrio. Si manovrano inclinando il corpo: in avanti per accelerare, indietro per rallentare, di lato per curvare.
Quando li ho visti mi ha colpita soprattutto il nome perché omonimo dell’hoverboard dei film Ritorno al futuro, lo skateboard o “volopattino” di Marty McFly che si libra (hover) e funziona per levitazione.
Il mezzo della foto però non si stacca dal terreno e procede in modo del tutto diverso, per cui il nome hoverboard appare alquanto incongruo*.
Nomi inglesi alternativi
Il dispositivo ha anche altri nomi, più descrittivi e precisi, tra cui self-balancing two-wheeled board, self-balancing scooter / two-wheeler, smart board scooter, battery-operated scooter (in inglese scooter può descrivere qualsiasi tipo di veicolo piccolo e leggero che consenta di spostarsi velocemente, tra cui anche il monopattino), hands-free Segway / smart board. Nell’uso popolare però hoverboard è il nome preferito.
Wikipedia attribuisce l’invenzione a un cinese, che l’ha commercializzata come Hovertrax. Varie imitazioni si sono diffuse nel mercato cinese nel 2014 e poi sono arrivate negli Stati Uniti. L’origine in un paese di lingua non inglese potrebbe spiegare il nome arbitrario hoverboard.
In italiano: prestito…
Non mi pare che questo prodotto sia ancora molto comune in Italia. Se si diffonderà, sono convinta che si affermerà il nome hoverboard, non solo perché ormai prevale anche in inglese e in altre lingue (internazionalismo) ma anche perché è sufficientemente breve ed è facile da memorizzare grazie ad altri prestiti già noti: skateboard e snowboard ma anche hovercraft.
il verbo hover non fa parte dell’inglese di base e in questo caso la scarsa trasparenza dell’anglicismo può essere un vantaggio: non si nota l’incongruità del nome originale. Aumentano però le probabilità di confusione con l’avverbio overboard (“fuori bordo”, “a mare”).
…o neologismo sintattico?
Non sarebbe comunque facile trovare un’alternativa italiana efficace. Le soluzioni adottate dal media non lo sono e mostrano alcuni errori tipici di chi non ha competenze terminologiche: hanno tradotto il nome, che come abbiamo visto è fuorviante, senza analizzare il concetto e le sue caratteristiche essenziali e distintive.
Trovo quindi poco adeguati i neologismi sintattici come tavola elettrica e skateboard elettrico perché, a differenza dell’hoverboard, sulle tavole / skateboard si sta con i piedi perpendicolari alla direzione in cui si procede. Inaccettabile monopattino elettrico: è una palese traduzione letterale di scooter che dà un’idea completamente distorta del mezzo e di come si manovra.
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Vedi anche: Simbolo arbitrario, concetto poco chiaro (motivazione, trasparenza e congruenza dei segni linguistici e grafici)
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* Per aumentare la confusione si chiama hoverboard anche uno skateboard elettrico monoruota: un nome che si presta alla risemantizzazione!
Terminologia informatica: nelle interfacce grafiche tradizionali il verbo hover descrive il passaggio del puntatore del mouse (o altro dispositivo) per una durata specifica sopra un elemento grafico che è sensibile a questa azione. Ad esempio, se il puntatore passa sopra un link può apparire una breve descrizione (tooltip) e viene visualizzato l’indirizzo sulla barra di stato. L’evento si chiama mouseover ed è descritto in un vecchio post, Effetto mouseover: la “serrandina”.
Marco:
La Lexus ha usato un “vero” hoverboard in un recente spot: https://www.youtube.com/watch?v=ZwSwZ2Y0Ops
In realtà non è proprio vero, dato che funziona solo su quel circuito appositamente costruito con dei binari magnetici, come spiega questo video di The Verge: https://www.youtube.com/watch?v=bvYUq6Ox0Hc