Algocrazia

Conoscete già il concetto di algocrazia, il “potere degli algoritmi”?

Ha origine negli Stati Uniti: il termine algocracy è apparso nel 2006 in Virtual Migration, un libro di A. Aneesh che descrive sistemi di governance informatizzati dove è il codice (algoritmi) che determina, organizza e vincola le interazioni umane con quei sistemi.

La parola è formata da algo, abbreviazione informale di algorithm, e dall’elemento formativo –cracy, che in inglese può essere combinato con parole di qualsiasi origine.

Aneesh ha usato il concetto di algocracy e l’aggettivo algocratic per descrivere nuove tipologie di lavoro nell’economia globale. A differenza della burocrazia, intesa come il potere amministrativo basato su leggi e regolamenti ed esercitato da una gerarchia, l’algocrazia si avvale del codice e della sua programmabilità per creare modalità di lavoro dove si può agire solo come previsto dagli algoritmi, riducendo così la necessità di supervisione e controllo.

Il concetto di algocrazia si è presto allargato anche ad altri ambiti. Questo esempio da Algocracy: software and machine language as the new mode of organizational structure risulterà familiare a chi usa l’online banking, che consente di fare solo operazioni specifiche con procedure prestabilite:

Gli algoritmi decidono i risultati dei motori di ricerca, le pubblicità che appaiono quando visitiamo un sito, le notizie a cui viene data rilevanza su Facebook, il programma più adatto per la lavatrice, ma anche le priorità nelle liste d’attesa per un trapianto, chi viene sottoposto a verifiche e controlli, ad es. fiscali o negli aeroporti, e molto altro. Gli algoritmi fanno parte di quasi tutti gli aspetti della vita quotidiana dove c’è tecnologia.

Sono anche alla base di decisioni politiche e amministrative che ci riguardano direttamente come cittadini ma che non sempre sono documentate e trasparenti: un buon motivo per sapere cosa si intende con algocrazia e aggiungere la parola al proprio vocabolario.

Aggiornamento 2022 – Ora anche i principali dizionari di italiano registrano algocrazia e indicano il 2018 come anno di entrata nell’uso. Definizione dal Vocabolario Zingarelli: “nel linguaggio giornalistico, forma di società nella quale l’economia, i processi politici e altri aspetti della vita sociale sono regolati meccanicamente da algoritmi”.

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Riferimenti:
•  Algocracy 
•  L’invisibile potere degli algoritmi
•  Rule by Algorithm? Big Data and the Threat of Algocracy.

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Algoretica

Aggiornamento 2021 – Sta diventando sempre più importante il concetto di algoretica, che il Dizionario Devoto-Oli definisce come “indagine speculativa sui problemi morali ed etici connessi con l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, e in generale di strumenti tecnologici basati su algoritmi”. È una parola d’autore, coniata dal teologo e docente di etica e bioetica Paolo Benanti.

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Annotazione lessicale: già da parecchi anni in italiano il termine algoritmo ha subito un processo di determinologizzazione e nel lessico comune viene usato con un significato molto diluito, come descritto in Algoritmi nel quotidiano…

Nuovi post:
►  In inglese, innumerevoli –crazie con neologismi e altre parole inglesi formate con –cracy, come adhocracy, tweetocracy, videocracy…
►  Capitan Trippa e Tontinelli: è “voldemorting”? con il neologismo algospeak (sui social, il ricorso a stratagemmi linguistici di vario tipo per evitare di essere intercettati da algoritmi o sistemi automatici di moderazione che altrimenti rimuoverebbero o darebbero minore visibilità a quanto si posta)