In previsione della “conquista” di Marte, in inglese (americano) si discute come descrivere le missioni spaziali senza equipaggio. L’uso dell’aggettivo unmanned (e dell’antonimo manned) non è ritenuto politicamente corretto perché contiene la parola man che esclude le donne e impedirebbe alle bambine di pensare di potere fare l’astronauta.
La guida di stile della NASA specifica che per evitare linguaggio sessista non vanno usati gli aggettivi manned e unmanned, da sostituire con human, piloted, un-piloted o robotic.
In Finding new language for space missions without humans si trovano ulteriori alternative, che però non sono del tutto equivalenti: carrying no humans / passengers / crew, uncrewed, crewless, unoccupied, unhumaned (neologismo), autonomous, astronaut (aggettivo), drone (aggettivo), remote-controlled, remotely piloted, pilotless.
Il verbo man e gli aggettivi manned e unmanned, per quanto concisi ed efficaci, sono destinati a scomparire dall’uso? Se sì, fra qualche anno vedremo tendenze del tutto diverse da quelle ricavabili dal grafico di Google Ngram Viewer, che riassume le collocazioni più frequenti di unmanned + sostantivo in un corpus di libri in inglese. Si può notare che le collocazioni più comuni, perlomeno fino al decennio scorso, riguardano proprio velivoli e veicoli:
Grazie a Gloria Graizzaro per la segnalazione.
Vedi anche:
♦ Sul politicamente corretto
♦ Genere grammaticale, naturale e sociale
A proposito di Marte e del rover Curiosity:
♦ Ammartaggio
♦ Il “non detto” su Marte (con gatto protagonista)
Mauro:
A me questo politicamente corretto comincia a rompere i cabasisi, per dirla alla Montalbano…
Marco:
Segnalo questo interessante studio:
“What Pechenick et al. found is that over the course of the 20th century, the Books corpus seems to contain an increasing proportion of scientific, medical and technical publications.”
http://blogs.discovermagazine.com/neuroskeptic/2015/10/10/can-google-books-really-tell-us-about-cultural-evolution/#.VhouGHrtmko
Licia:
@Marco, grazie, è molto interessante. L’avevo visto segnalato su Twitter dove avevo commentato che un ulteriore fattore da tenere il considerazione, soprattutto per le lingue diverse dall’inglese, è il gran numero di traduzioni che contribuiscono al corpus e quindi possono distorcere i risultati.