Il post scriptum di Luisa Carrada in Le parole precise di Carofiglio, “Qualcuno ora deve scrivere qualcosa di simile per il linguaggio accademico. Fa danni d’altro tipo, ma ne fa”, mi ha ricordato questa striscia di Calvin e Hobbes:
La striscia è divertente anche per il lettore italiano che coglie le caratteristiche del linguaggio accademico comuni a italiano e inglese. L’effetto umoristico però è smorzato se non si riconosce il riferimento a Dick and Jane, palese invece per i lettori americani.
Dick and Jane è una serie di libri di prime letture pubblicati negli Stati Uniti a partire dagli anni ‘30 del secolo scorso e per alcuni decenni usati da milioni di americani. Sono caratterizzati da testi semplicissimi, con parole comuni, facili da leggere, e verbi soprattutto nel modo imperativo, come nell’esempio a destra.
Queste informazioni extralinguistiche, note come conoscenze enciclopediche, sono implicite nel meccanismo umoristico della striscia.
Sarei curiosa di sapere come è stato adattato il rimando a Dick and Jane nella traduzione italiana. Immagino sia stato sostituito con un riferimento a un libro elementare altrettanto noto al lettore italiano, per produrre un effetto umoristico equivalente.
Voi cosa avreste scelto?
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Vedi anche:
♦ Academese (un’altra vignetta americana sul linguaggio accademico)
♦ Traduzione di nomi propri: Maxwell House (adattamento di riferimenti culturali umoristici)
♦ Animali volanti e decodifiche aberranti (umorismo che richiede inferenze sul “non detto”)
Anna Laura:
Se si trattasse di cartoni animati penserei a Peppa Pig, nota a tutti e di origine anglosassone. Non so se ci sono anche i libri.
Massimo S.:
Mi pare davvero arduo trovare un equivalente che renda in tutte le sue sfumature le dense battute umoristiche finali di Calvin e Hobbes.
Perché il riferimento ai personaggi di Dick e Jane, che sono un maschietto (dal nome evocativo) e una femminuccia, coi loro stranianti monologhi all’imperativo e situazioni e azioni tipiche del mondo infantile, rimanda anche al tema dell’identità sessuale di bambini e bambine e a come essa si definisce e si estrinseca fin dalla più tenera età nell’interazione reciproca, tema oggetto di dotte e spesso oscure disquisizioni, e da ultimo della relazione-recensione di Calvin sul libro delle elementari.
Volendo quindi utilizzare Peppa Pig e gli altri componenti della sua famiglia, tutti maiali antropomorfi, le battute dovrebbero essere adattate … Esempio: il ‘saggio’ di Calvin potrebbe avere come titolo “Siamo tutti maiali? Uno studio sull’umanità suina dell’universo di Peppa Pig”.
Ma è difficile rifare il verso a Bill Watterson…
efano:
Peppa Pig è troppo recente come riferimento per apparire in una striscia di Calvin e Hobbes. Rimarrei straniato a trovarla e non mi piacerebbe. In italiano un riferimento universale per l’infanzia potrebbero essere le filastrocche di Gianni Rodari, anche se l’effetto è un po’ diverso
Licia:
In italiano non è facile trovare un riferimento che abbia queste caratteristiche: 1 deve essere noto alla maggior parte dei lettori (praticamente tutti l’hanno letto o sanno di cosa si tratta: nel suo genere deve essere un classico); 2 le trame devono essere semplicissime (dal punto di vista di un adulto, estremamente banali); 3 non deve suggerire in nessun modo riflessioni o sottintendere tematiche più profonde; 4 deve risultare comunque credibile nel contesto di Calvin e Hobbes.
Per quel che ho visto, Peppa Pig avrebbe molte di queste caratteristiche ma, come fa notare efano, è troppo recente. Anche gli altri protagonisti di prime letture per bambini italiani che mi vengono in mente, come la nuvola Olga e Giulio Coniglio, sono molto recenti e troppo italiani; ci sarebbero anche Mucca Moka e Pimpa ma le loro trame non sono certo scontate, anzi. Credo bisognerebbe optare per un qualche personaggio nato in inglese ma noto anche in italiano. Al momento mi viene in mente solo la topina Pina di Lucy Cousins, che però ha un nome italianissimo (nell’originale è Maisy) e non so se sia davvero nota a chi non ha mai avuto a che fare con libri per bambini “moderni”.
Monmartre:
Bibí e Bibò sono abbastanza semplici nella trama e adatti ai bambini (ma non credo che siano conosciuti da chi è nato dopo il 2000).
Massimo S.:
Ma una volta trovato il (i) personaggio(i) di riferimento idoneo per il pubblico italiano, a questo punto un personaggio almeno noto a più generazioni, e proprio del mondo infantile ecc. ecc., bisogna poi trovare il motto di spirito coerente con la logica e le situazioni tipiche di quel personaggio che possa riecheggiare, imitare, l’effetto della battuta di Calvin nell’originale inglese (costruito sulle caratteristiche delle storie di Dick e Jane)… e qui casca (per così dire) l’asino n. 2…
Il personaggio universale del mondo infantile, noto in tutto il mondo, e da più generazioni, a ben vedere, ce l’avevamo sottomano e non ce ne siamo accorti:
Pinocchio.
Ma mi taccio su quali elementi della storia e dei personaggi di Pinocchio costruire le battute finali dello sketch di Calvin e Hobbes.
Licia:
@Massimo, purtroppo Pinocchio non è adatto perché è ricco di metafore, può avere molti livelli di lettura, può essere interpretato diversamente da adulti e bambini. Serve invece un riferimento che abbia una trama semplicissima che non si presti a letture alternative, se non per puro esercizio accademico (come Bibì e Bibò suggeriti da Monmartre, che però non credo siano mai stati lettura scolastica): è su questo che funziona il meccanismo umoristico della striscia Calvin e Hobbes.
Massimo S.;
@Licia
Credo, nonostante tutto, che all’interno della storia di Pinocchio possano isolarsi episodi davvero semplici e quasi proverbiali (es. le bugie che allungano il naso) condivisi nella loro struttura elementare da grandi e piccini, sui quali provare a costruire la versione italiana delle battute finali della striscia di Calvin e Hobbes.
Licia:
@Massimo, non funzionerebbe: non puoi selezionare singoli episodi, deve essere un riferimento che tutti capiscono allo stesso modo, senza spiegazioni.
Massimo S.:
@Licia
Vabbè, visto che respingi ogni proposta non dico più niente… 😉
Rossa:
Ma Minnie e Topolino no?
Licia:
@Rossa, secondo me no perché servono personaggi che si esprimano solo con frasi semplicissime e banali, mentre i fumetti di Topolino sono molto espressivi e innovativi dal punto di vista lessicale, vedi ad es. Paperus in fabula… Tesori di lessico ludico di Daniela Pietrini.