Un altro esempio di falsi amici in notizie internazionali tradotte dall’inglese:
In inglese chlorine è il cloro, l’elemento chimico rappresentato dal simbolo Cl, mentre chlorin (senza e finale) è la clorina, un composto chimico organico fotosensibile la cui formula è C20H16N4.
Nella terminologia scientifica l’elemento cloro–, dal greco χλωρός, “verde”, indica sia il colore verde, come in clorofilla (una clorina), che la presenza di uno o più atomi di cloro nella molecola di un composto, come in cloroformio.
Negli attacchi in Siria vengono usate bombe al cloro (chlorine bomb), ma l’errore di traduzione è molto diffuso nei media italiani: una ricerca per Siria e clorina restituisce migliaia di risultati.
Altri due termini inglesi che possono trarre in inganno per la grafia simile, ma sicuramente molto più noti, sono silicon, il silicio, e silicone, il silicone. .
Aggiornamento 2019 – Un esempio dei falsi amici chlorinated ≠ clorinato:
In inglese sono descritti come chlorinated chicken (o chlorine-treated chicken) i polli a cui viene fatto un lavaggio con soluzioni antimicrobiche a base di diossido di cloro, una pratica non ammessa nell’Unione europea ma prassi negli Stati Uniti (nulla a che vedere con la clorina!). I polli che subiscono questo trattamento sono noti nei media come polli al cloro, espressione usata anche in alcune risoluzioni del Parlamento europeo (esempio).
L’aggettivo inglese chlorinated, “di composto contenente cloro o di sostanza trattata con cloro”, è clorurato in italiano. Se riferito all’acqua, ad esempio delle piscine (chlorinated water), nel lessico comune prevale invece la locuzione acqua clorata.
Vedi anche: Problemi di gas: nitrogeno e carbonio
Massimo S.:
Il falso amico linguistico, la cui insidiosità è direttamente proporzionale alla nostra ‘ignoranza’ o ‘pigrizia’, ci lusinga e rassicura col suo aspetto amichevole e familiare…
Crediamo di conoscerlo da una vita, praticamente da quando abbiamo imparato a parlare e a scrivere in italiano, e ci fidiamo di lui, pur essendo lui straniero, credendo a quel che sembra, confidando oltre misura nella nostra capacità di giudicare a colpo d’occhio le persone, senza neppure chiedergli, per così dire, il documento di riconoscimento (o ricercare alla sua ambasciata la sua fedina penale e fare ricerche approfondite sul suo conto).
E invece non sappiamo nulla di lui e così ne veniamo ‘traditi’ e delusi, con orribili figuracce…
In fondo, lui non ha vere colpe e l’appellativo di ‘falso amico’ che rancorosamente gli attribuiamo è persino ingiusto…
A ben vedere, lui si presenta per quel che è e si comporta secondo le regole della sua natura straniera, che non è né buona né cattiva…
Siamo noi i “cattivi compagni” che improvvidamente lo trasciniamo con noi stessi, nel nostro ambiente, in situazioni ‘equivoche’, facendogli dire e fare nella nostra lingua cose che lui non si sarebbe mai sognato di dire o di fare… 😉
Mauro:
Per tacere del “carbon” tradotto con “carbone” e non con “carbonio”.