Si è molto ironizzato sulla La lettera di Rolex contro Alfano e Renzi. I due politici sono colpevoli di avere usato l’espressione figli di papà con il rolex, che avrebbe causato un “inaccettabile affiancamento dell’immagine di ROLEX alla devastazione di Milano e all’universo della violenza eversiva”.
Non mancano le note linguistiche: “la parola ROLEX costituisce un marchio celebre registrato in Italia e nel mondo [….] Il suo utilizzo in caratteri minuscoli ed in forma sostantivata generica non risponde a correttezza ed è suscettibile di diluire e pregiudicare il suo valore e la sua distintività”.
Volgarizzazione del marchio
Chissà se Rolex ha volutamente evitato di chiamare per nome il meccanismo linguistico che ha descritto, la volgarizzazione del marchio. Per chi rappresenta esclusività, lusso e prestigio forse è un nome disdicevole?!?
La volgarizzazione riguarda tutti i marchi registrati tanto efficaci che entrano nel lessico comune e da nomi propri vengono “declassati” a nomi comuni, come è successo a candeggina, pennarello, borotalco, gommapiuma, piumone e molti altri.
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Vedi anche: Tecnologia, frutta e marchi registrati, sulla capacità distintiva dei marchi, e Facebook, face, book e marchi registrati per altri esempi e conseguenze della volgarizzazione dei marchi.
PS La notizia è stata ripresa anche dai media stranieri, ad esempio The Guardian: Rolex accuses Italian PM of sullying watchmaker’s image.
Mauro:
Siamo sinceri… Rolex è volgare di suo… al di là del valore monetario e tecnico è troppo vistoso per non essere volgare.
Luigi Muzii:
@Mauro: Rolex è il marchio della casa reale britannica, reso popolare negli anni ’60 da James Bond. La vistosità dipende dal fatto che, proprio in virtù della popolarità assunta, se ne “intuisce” il prezzo ed è divenuto uno “status symbol”. Ancora oggi sono molti i giovani che ricevono un Rolex in regali per la laurea. Pochi, in verità, un Cellini, qualcuno in più un Oyster e la maggior parte un Submariner di cui, ovviamente, ignorano le qualità. Anche se io non lo indosserei per un’immersione, visto il costo più accessibile degli strumenti dedicati.
Un Breguet, un IWC o uno Jaeger-Le Coultre costano anche più di un Rolex, perfino di un Daytona, ma sono in pochi a saperne individuare uno e a riconoscerne il valore, oltre che il prezzo.
La volgarità, quindi, la facciamo noi, anzi, nel caso specifico Renzi e Alfano che entrambi, in diverse occasioni, hanno sfoggiato orologi della stessa categoria (se non proprio dei Rolex) e che possono, a buon diritto, essere entrambi definiti dei “figli di papà”.
Mauro:
@ Luigi Muzii
La volgarità di Rolex la fa la stessa Rolex.
Confronta (esteticamente, ma non solo) un Rolex con un orologio di altra marca (tipo quelle da te giustamente citate) ma di analoga qualità… in detto confronto il Rolex farà sempre la figura dell’orologio da cafone, da ricco senza gusto, da persona che vuole farsi vedere… non certo da orologio elegante per persone con gusto. E questo indipendentemente da Renzi o Alfano.
Luigi Muzii:
I Rolex sono ottimi orologi e tu hai riproposto solo un vecchio tema, quella della soggettività del giudizio, soprattutto estetico ovvero quando non si posseggono sufficienti conoscenze/informazioni per una valutazione oggettiva. Si chiama asimmetria informativa. Un Rolex, grazie alla sua popolarità, è sempre riconoscibile; è questa riconoscibilità che lo rende pacchiano e quindi “da cafone”, ma in questo senso la questione “gusto”, quindi estremamente soggettiva (guarda un po’ come la qualità di una traduzione) penalizza il valore intrinseco dell’oggetto. Renzi e Alfano, appunto, sono due “cafoni”, ancorché lontani dallo spirito del cafone di siloniana memoria.
Mauro:
Mah, ottimi. Buoni direi. Ottimo è il marketing della Rolex, questo sì.
Ma l’estetica rimane volgare (in quanto troppo vistosa) sia che siano ottimi sia che siano pessimi.