Ho visto questa pubblicità di Austrian Airlines dal tram e l’ho fotografata perché mi ha colpita il riferimento scelto per per pubblicizzare i voli per Vienna a un pubblico italiano.
Immagino si tratti di una campagna pubblicitaria internazionale: l’Eurovision Song Contest (“Eurofestival”), che nel 2015 sarà a Vienna, è l’evento musicale più seguito al mondo.
In Eurofestival e “nul points” ho già ricordato l’enorme popolarità che ha la gara canora tra gli altri europei, che immagino trovino molto allettante l’idea di vedere lo spettacolo dal vivo.
Dubito invece che la pubblicità risulti efficace per gli italiani, molti dei quali addirittura ignorano l’esistenza dell’Eurofestival: mi pare un esempio di traduzione quando invece sarebbe stato più utile un intervento di adattamento (localizzazione).
Vedi anche: Marketing plurilingue: tradurre o non tradurre? e Quando Eminem è meglio di John Wayne (mancata corrispondenza di “conoscenze enciclopediche” tra autore e lettori).
Luigi Muzii:
Concordo, ma non spetta a coloro che hanno ricevuto l’incarico di traduzione effettuare l’adattamento (domestication, adaptation o localization, ah!, se gli accademici riuscissero a mettersi d’accordo, magari anche con gli operatori…).
E non si può chiedere ai clienti, come vorrebbero certi accademici, estensori di inutili norme, di avere questo tipo di consapevolezza.
Si tratta di una “banale” questione di requisiti che devono, sì, essere dettati dal cliente, ma sui quali è il fornitore a fare domande, chiedere chiarimenti. Come anche questo post dimostra, però, sono in tanti (tra i cosiddetti linguisti) a ritenere che i requisiti servano solo ai fornitori e a proporli, quindi, in base al loro ristretto punto di vista.
Probabilmente Austrian Airlines, storia prestigiosa, amaro destino, con conveniente, ma triste Anschluss, non ha nessun interesse a chiedersi se l’Eurofestival sia popolare in Italia: magari gli italiani non sono tra i maggiori clienti…
Giovanna:
Ottima osservazione, vivo da anni in Austria e sono perfettamente d’accordo. In effetti il “Song Contest”, come lo chiamano qua, nei paesi di lingua tedesca è molto noto, mentre in Italia moltissimi non sanno nemmeno cosa sia. La sua popolarità qui è ulteriormente aumentata – inutile dirlo – da quando Thomas Neuwirth alias Conchita ha vinto il titolo per l’Austria.
A parte l’osservazione, giustissima, che in questo caso ci sarebbe bisogno di una localizzazione, direi che anche la traduzione in sé non è soddisfacente: l’uso dell’infinito con funzione di invito a fare qualcosa, molto diffuso nel tedesco soprattutto nella lingua pubblicitaria e nel turismo (me lo trovo da tradurre in media ogni giorno), in italiano non funziona. Da noi si direbbe, semmai, “vola all’Eurovision … e fatti conquistare dal fascino di Vienna”.
Licia:
@Giovanna, davvero, per chi vive in Italia è difficile capire l’enorme popolarità dell’Eurofestival negli altri paesi e la rilevanza che ha nelle cronache. 😉
Aggiungo due dettagli: l’anno scorso in Irlanda la mancata qualificazione per la finale dei concorrenti irlandesi è stata una mezza tragedia, tanto che la notizia ha avuto preminenza su tutte le altre del giorno, mentre in Russia molti uomini si sono tagliati la barba per protestare contro la vittoria di Conchita Wurst (ne aveva parlato anche la Pravda: Russian men shave their beards to prove they are not Conchita Wurst). Sarebbe facile continuare a ironizzare, però poi penso allo spazio che viene dato a Sanremo qua in Italia…
Andrea:
Beh, negli ultimi anni e grazie ai social network l’ESC ha avuto un aumento di popolarità impressionante. Quest’anno la vincitrice è stata ospite a Sanremo. Mi sembrano segnali importante. Per me la pubblicità potrebbe anche non essere stata “localizzata” volontariamente, pur sapendo della non enorme popolarità della competizione canora in Italia.
Riguardo all’utilizzo dell’infinito, il senso della pubblicità è quella di ricalcare uno dei form che accolgono il visitatore dei tipici siti di compagnie aeree: partenza, arrivo, date, etc.
Il senso è “FROM: volare all’eurovision TO: innamorarsi di vienna” (quindi nessun invito a ben vedere, l’infinito calza), chiaramente non più con senso di partenza e destinazione ma forse più con quella di “piano originario” => “conseguenze inaspettate”.
Licia:
@Andrea, è davvero un programma perfetto per second screening e commenti sui social network. 😉
Dubito però che in Italia si raggiungeranno mai i livelli di popolarità di altri paesi, come l’Irlanda, dove ho vissuto negli anni in cui continuava a vincere: era un delirio, per settimane non si parlava d’altro! C’è anche una voce di Wikipedia, Ireland in the Eurovision Song Contest, che evidenzia i molti record irlandesi (è il paese che ha vinto più volte).
Alesatoredivirgole:
Premessa: solo lo scorso, dopo che i media hanno parlato e scritto di Conchita Wurst, sono venuto a conoscenza dell’Eurovision (ovviamente mea culpa, ma credo di essere in buona compagnia).
Osservando l’annuncio, che dividerei in due parti (immagine e testo), all’inizio ho pensato ad un viaggio spensierato per due persone in una bella città.
Poi ho letto Vienna ed ho avuto la conferma: città splendida una coppia.
Poi ho letto Eurovision Song Contest … ma non ho pensato a “quel” contest vinto da Conchita.
Parlo per me: nonostante la figura dorata che suona lo strumento sulla sinistra, nonostante i due ragazzi in posa/presa, nonostante il testo … a me la musica non è proprio arrivata.
Come detto è colpa mia, però se sarei curioso di osservare la reazione ad un messaggio analogo pubblicato in Danimarca, in Irlanda e zone limitrofe: vola con ALItalia al Festival di Sanremo… 😉