Nei giorni scorsi è stato molto condiviso un articolo del Corriere della Sera, Quegli strafalcioni (in lingua straniera) sul sito web di Expo. Non sono in grado di giudicare gli esempi francesi ma quello evidenziato per l’inglese mi ha lasciata a dir poco perplessa:
[Sulla homepage di Expo] si legge subito «Not only is it an exhibition but also a process». Letteralmente: «Non solo è un’esibizione ma anche un processo». «Che orrore!» è la reazione della traduttrice del Corriere Maria Sepa. «Già la costruzione denota scarsa conoscenza della lingua, ma anche capire il senso di queste parole sommate tra loro è impossibile: cosa volevano dire con “process”? Forse “experience”, esperienza?
Immagino che il giornalista abbia frainteso i commenti della traduttrice: exhibition non vuol dire esibizione ma mostra o esposizione (falsi amici!), è difficile valutare l’uso di process senza il testo originale e soprattutto la costruzione inglese è assolutamente corretta.
In inglese le frasi che iniziano con espressioni di senso negativo (never, rarely, seldom, hardly ever, only, not only, under no circumstances, on no account ecc.) richiedono l’inversione verbo-soggetto, ad es. Not only is it healthy but also tasty o Rarely does she lose her temper.
Nel sito Expo i problemi di traduzione verso l’inglese purtroppo non mancano, ma non sono questi. Fa quindi un certo effetto la faciloneria con cui è stato trattato l’argomento, poi ripreso e propagato su altri media e sui social. Una conferma che noi italiani ci meritiamo alcuni stereotipi che ci vengono spesso associati?
Nuovo esempio: Refuso di Expo 2015 ed errori dei media (polverone mediatico e social per una svista, con correzioni infondate sul formato di data).
Vedi anche:
► Come si pronuncia Expo?
► La gravità degli errori (nuovo post)
Isabelle:
Infatti, la versione francese del sito sembra uno scherzo… Solo che non ti viene da ridere 😉
dioniso:
Sorprende molto anche me (o “anche a me”? :-), che ho una conoscenza dell’inglese molto limitata, che la traduttrice del Corriere della Sera non conosca quella forma. A dire il vero, la prima volta che la sentii pensai pure io che fosse un errore. Non mi era stata mai insegnata. Ma poi, vedendo che la usavano inglesi e americani soprattutto in discorsi ufficiali, ho immaginato che, oltre a essere corretta, dovesse anche appartenere a un registro un po’ formale/elegante. È così?
Licia:
@Isabelle, purtroppo anche l’inglese lascia alquanto a desiderare. Sarà l’argomento di un prossimo post.
@dioniso, è proprio così: a parte Not only, le altre espressioni appaiono a inizio frase soprattutto in contesti formali o comunque con registro elevato.
Francesco:
Grazie, Licia, ho notato per caso che hai cercato di diffondere un po’ di verità su questo argomento tra i commenti di un articolo apparso su ilpost.it (http://www.ilpost.it/2015/02/08/traduzioni-expo/ ).
Colgo l’occasione (scusate il lieve fuori tema, prendetelo come spunto per un’altra discussione) per segnalare un altro calco dall’inglese che imperversa sull’uso dell’italiano. Il titolo dell’articolo di cui sopra è: “I problemi con le traduzioni a EXPO”. A parte la questione dell’uso della preposizione non articolata davanti alla parola EXPO, provo un certo fastidio nel sentire “problemi con” (“problems with”), invece di “problemi di”. Ho provato a digitare “problemi con” su Google Ngram Viewer; non so quanto sia attendibile, ma sembrerebbe che la frequenza d’uso di “problemi con” in italiano abbia raggiunto il picco dopo il 2000.
Licia:
@Francesco, problemi con è un ottimo esempio di calco sintattico, probabilmente dovuto al doppiaggese. È un argomento su cui sto raccogliendo esempi e su Il Post se ne notano parecchi, forse anche per un “americanismo” di fondo che immagino porti gli autori a leggere e farsi influenzare da testi made in USA.
FILOMENA:
La traduzione è un’abilità che richiede molta pratica e non funziona con l’apprendimento della lingua. Infatti, la lingua non s’impara traducendo e bisogna spiegarlo e dimostrarlo agli studenti con molti esempi.