L’analogia di Annamaria Testa in Itanglese: una questione di buonsenso è molto efficace: “dire una parola inglese su tre per pura sciatteria linguistica è un po’ come mettere il ketchup sui maccheroni per pura sciatteria culinaria: il risultato, in entrambi i casi, rischia di essere stomachevole”.
Mi ha fatto pensare a Milano Cuore d’Europa [sito del 2015 non più disponibile], un sito del Comune di Milano che “accompagna la vita culturale milanese durante il semestre di presidenza italiana dell’Unione Europea, valorizzando le figure, gli artisti e i movimenti che hanno contribuito a costruire l’identità della cittadinanza europea”.
Il sito è monolingue e quindi destinato a italiani ma è pieno di anglicismi superflui, come spesso succede nelle comunicazioni “milanesi”.
Gli appuntamenti culturali, ad esempio, sono raggruppati in otto sezioni identificate da altrettante “parole chiavi” (sic): Art, Performance, Leonardo, Media, Kids, Creativity & Style, Feed the Planet e Wellbeing (e se al posto di Leonardo ci fosse stato Raffaello, immagino avremmo trovato Raphael).
Il calendario è esclusivamente in inglese, con gli orari espressi nel formato AM/PM anziché le 24 ore a cui siamo abituati, ma almeno la settimana inizia di lunedì e non di domenica (anzi, MON anziché SUN!).
Si nota molto itanglese anche in comune.milano.it/cultura, pagine destinate a un pubblico italiano ma con giochi di parole in inglese:
Anche le locandine e le comunicazioni sugli spettacoli sono infarcite di anglicismi, tra cui il simbolo @ (“at”) per indicare il luogo, come si può notare in questo tweet:
Ketchup, anyone?
Per la serie Milano capitale dell’itanglese, vedi anche:
♦ «C» come Congestion (e come Confusione?)
♦ Professionisti della comunicazione…
♦ un look ancora più fashion
♦ Gli house concerts e la piano battle
♦ Chi sono i city user di Milano?
♦ Fiera Milano premia gli esibizionisti
Nuovi post:
♦ Expo 2015 – The Opening
♦ Decodifica aberrante: Milano ride!
♦ Da NoLo all’East Side: è Milano!
♦ Happy Popping e altro inglese farlocco per lattanti
♦ Le scelte linguistiche di Milano Digital Week
♦ Da Milano, auguri di SuperChristmas!
♦ L’hub vaccinale di Milano, capitale dell’itanglese
♦ (Padel) Pavilion, padiglione e Atlanters
♦ Inglese farlocco con zeppa: Hippodrhome
♦ Inglese farlocco: la ciclabile Beats
Nel sito Milano Cuore d’Europa è ricorrente la parola focus, ad es. “si aggiungono altri focus speciali”, “focus La Verdi kids”, “focus Zona K”. Anche se è molto frequente nei media e ormai da falso amico si è trasformata in prestito camuffato, non credo sia ancora del tutto trasparente: lo concludo dal gran numero di visualizzazioni che continua ad avere il post focus ≠ focus [2013], soprattutto da ricerche come “significato di focus”.
Gabriella Ascari:
Però anche noi di Modena non vogliamo restare al palo in questa gara maccheronica, tra “enogastronomy” e “fast cars”… http://www.moexpo.it/en/
Smila Blomma:
Forse hanno sbagliato, volevano mettere “Leonard”!
@ nel tweet lo giustifico perché è corto e salva caratteri.
Per il resto direi che mi conferma una certa idea che ho di Milano.
Mauro:
Un motivo in più per non andare a Milano.
Almeno non durante l’Expo.
Saluti,
Mauro.
Ricky:
Personalmente mi piace il gioco di parole nel manifesto “a place to BE”, però nel primo “cuore d’europa” mi dispiace vedere sostituite meravigliose parole italiane quali “cratività” e “stile” a favore di anonimi inglesismi.. :-S