Ci sono dei suoni che vi danno particolare fastidio, come il rumore di chi si soffia il naso, mastica o deglutisce, oppure il clic del mouse?
Potrebbe essere un problema di misofonia, l’avversione per uno o più suoni specifici che invece ad altri non creano alcun disagio.
Si differenzia dall’iperacusia, che invece è una patologia caratterizzata da un aumento della sensibilità uditiva, ad es. a causa di infiammazioni, e dalla fonofobia, un disturbo psichico che si manifesta con un terrore ossessivo dei suoni intensi.
Non va confusa con la misofobia, la paura morbosa di sporcarsi a contatto di determinati oggetti che spinge ad adottare misure igieniche esagerate.
Qualche nota lessicale
Misofonia, iperacusia, fonofobia e misofobia sono esempi di composizione neoclassica (o confissazione), parole ottenute con elementi formativi delle lingue classiche, come miso- e -fonia dal greco μισο- , odio, e ϕωνή, suono (misofobia invece deriva da μύσος “sozzura”).
Come già accennato in Terminologia medica inglese e italiana, in inglese i termini di origine greca e latina risultano poco trasparenti e spesso esistono nomi alternativi: per misofonia selective sound sensitivity syndrome e sound rage, riportati dal sito Misophonia.
Ho dato un’occhiata a Misophonia arrivandoci da Does chewing, tapping and typing send you into a rage? e lo consiglio a chi insegna inglese: gli elenchi di stimoli sonori che possono suscitare reazioni negative mi sembrano molto utili per l’arricchimento lessicale!
Per mouth and eating, ad esempio, si trovano “ahhs” after drinking, burping, chewing, crunching (ice, other hard food), gulping, gum chewing and popping, kissing sounds, nail biting, silverware scraping teeth or a plate, slurping, sipping, licking, smacking, spitting, sucking (ice, etc) swallowing, talking with food in mouth, tooth brushing, flossing, tooth sucking, lip smacking, wet mouth sounds, grinding teeth, throat clearing, jaw clicking.
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Vedi anche:
♦ Paure moderne: nomofobia
♦ Sindrome da vibrazione fantasma
♦ Equilibrio psicotermico: criofilia e criofobia
♦ Avete mai sofferto di brain freeze?
Francesco:
Ecco! Credo dunque di essere stato preso da un attacco di misofonia (livello 10, direi!) quando di recente durante la visione del film Il giovane favoloso al cinema ho udito la suoneria di un cellulare e ho visto la proprietaria rispondere alla chiamata e farsi allegramente una chiacchieratina!
mav:
wow!
Penso di essere un livello 4.
Ho un collega che beve il caffè a piccoli, piccoli sorsi.
Ad ogni sorso aspira (rumore classicamente associato a cucchiaio/brodo), schiocca le labbra e fa seguire un “haaah” di approvazione.
Il tutto può durare anche 5 minuti.
C’è un nome per questa tortura?
Visto che sembro essere l’unico incapace di ignorare la cosa, e che altri rumori potenzialmente fastidiosi mi risultano tollerabili, mi sono imposto di non cedere all’irritazione e di farli diventare i miei 5 minuti(x2/g) di meditazione.
Se qualcuno improvvisa una vivace e rumorosa riunione nelle vicinanze, metto le cuffie da insonorizzazione (sì, le ho comprate, quelle da martello pneumatico).
Ok, forse ho un problema più grosso di quello che pensavo.
Mauro:
@ mav
Meno male che è un tuo collega e non un mio… se no sarei in galera per omicidio!
Ma non per i rumori, quelli non mi piacerebbero ma li sopporterei, bensì perché… un caffé non si beve così!
Valentina:
Purtroppo ne soffro da quando avevo 6 anni (e con il passare del tempo peggiora sempre di più)… ho abbondantemente preceduto il conio del termine :/
Luciano:
In quali testi la composizione neoclassica viene chiamata confissazione?
Quando ho studiato Linguistica Generale all’Uni, per Morfologia avevamo il Thornton che, appunto, menzionava soltanto “composizione neoclassica”.
Licia:
misofonia, mal comune mezzo gaudio? 😉
@Luciano, per riferimenti precisi devo aspettare qualche giorno perché non ho modo di consultarli, ad ogni modo direi uno dei volumetti che consulto spesso, Le parole del lessico italiano di Adamo e Della Valle.
Riferito agli stessi autori, ho recuperato un riferimento anche in un articolo del Portale Treccani, Gate, la porta sullo scandalo:
I confissi non sono né affissi (che permettono la formazione di parole nuove derivate, come fanno prefissi e suffissi), né lessemi autonomi, i quali possono combinarsi tra loro. Nel caso della confissazione, «sono presenti elementi formanti o formativi dotati di significato proprio, ma che, a meno di casi particolari, non sono usati autonomamente», P. Adamo-V. Della Valle, Introduzione a Il Vocabolario Treccani – Neologismi. Parole nuove dai giornali, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma 2008, p. XXIX. Derivano dal greco, dal latino; ma anche dall’italiano, magari come spezzoni di parole; ci arrivano in prestito da altre lingue moderne e acquisiscono nel tempo la funzione di elementi formanti di parole nuove (quest’ultimo è il caso di –gate).