The Economist ha pubblicato un intervento di Matteo Renzi, The plan for Italy. Nel testo, che si direbbe tradotto da un italiano (di sicuro non da qualcuno di madrelingua inglese), si legge:
In Italy we have launched a thorough labour-market reform. It is based on a single permanent contract with increasing rights, on expanding safeguards for those who lose their jobs (especially women), and on incentives for companies to hire. [grassetto mio]
È la descrizione del Jobs Act, ma si può notare che non è usato lo pseudoanglicismo che tanto piace a media e politici e viene invece preferita la denominazione del Ministero del Lavoro (piano del governo… per riformare il mercato del lavoro).
Non c’è nessuna occorrenza di Jobs Act neanche in un articolo di The Economist dello scorso ottobre, Renzi revisited: il corrispondente da Roma John Hooper ne parla usando esclusivamente employment bill.
È un’altra conferma che Jobs Act è inglese “farlocco”. Dettagli in Get your [Jobs] Act together! (con la differenza tra act e bill).
Come si dice Jobs Act in italiano? La pronuncia prevalente è giobsact ma ho sentito anche giobbact, giobbatt, giossact, giobsect, giobbect e giobbett.
.mau.:
Vedi, Licia, non hai considerato un punto fondamentale. “Jobs act” sono otto caratteri spazio compreso, “piano del governo per riformare il mercato del lavoro” sono 54 caratteri. Come fai a twittare se più di un terzo del tuo payload (“spazio utilizzabile?”) è occupato dal titolo?
Licia:
@.mau., come ho fatto a non pensarci prima?!? 😉
Intanto aggiungo la descrizione del New York Times ricevuta via Twitter.
(cfr. i riferimenti americani descritti in Get your [Jobs] Act together!)
Elio (1):
PDGPRIMDL: 9 lettere!!!!
Mi ricorda tanto TANSTAAFL
luciano tanto:
…se si capisce, serve.
Carla Crivello:
Da una veloce ricerca sulle principali testate in alcune lingue europee, ecco la traduzione del “Jobs Act” italiano. Francese: droit du travail, code du travail, marché du travail; spagnolo: reforma laboral, plan laboral; tedesco: Arbeitsmarktreform.
Licia:
@Carla, grazie, esempi molto utili che fanno riflettere sulle motivazioni che spingono chi ci governa a preferire uno pseudoanglicismo “vuoto” a locuzioni invece del tutto trasparenti come ad esempio riforma del mercato del lavoro. Beh, domanda retorica!
Moky in AZ:
A mio parere, chi ha creato il nome ha probabilmente voluto scopiazzare dal nome della legge americana del 2012, chiamata appunto JOBS Act, che pero’ e’ l’acronimo di Jumpstart Our Business Startups Act, e quindi non ha assolutamente il significato attribuitogli in Italia. Le conseguenze sono ridicole… ad esempio sono morta quando ho visto la foto di una manifestazione in cui uno aveva in mano un cartello con scritto “JOB’S ACT”… un riferimento biblico, forse? L’atto di Giobbe?
Marco:
Temo che il testo di Renzi pubblicato dall’Economist (http://www.economist.com/news/21631939-matteo-renzi-prime-minister-italy-explains-how-he-aims-get-his-country-growing-again-plan) sia stato scritto – come osservi giustamente – da un italiano…
Renzi “toppa” sempre con l’inglese, invece di affidarsi a professionisti, basta vedere i suoi interventi in cui si ostina a voler parlare in inglese…
Licia:
@Moky in AZ, anche secondo me il nome è ridicolo, qualunque interpretazione gli si dia. Credo che in origine il riferimento fosse all’American Jobs Act, una proposta di Obama mai andata in porto e che comunque va interpretata [American Jobs] Act: qualche dettaglio in Get your [Jobs] Act together!
@Marco, c’è una certa supponenza nel non fare tradurre il testo a una persona di madrelingua, soprattutto dopo tutte le critiche “linguistiche” ricevute.
In Problemi di inglese per #labuonascuola altri esempi di traduzione “governativa” verso l’inglese affidata a italiani, con risultati non proprio eccelsi.