Tormentoni tormento del traduttore

La rivista americana Time ha indetto un sondaggio, Which Word Should Be Banned in 2015?, in cui descrive e chiede di votare una parola da eliminare scegliendola tra bae • basic • bossy • disrupt • feminist • I can’t even • influencer • kale • literally • om nom nom nom • obvi • said no one ever • sorry not sorry • turnt • yaaassss

tormentoni: literally, kale, yaaassss, feministÈ un elenco di tormentoni americani recenti, alcuni linguistici e altri invece culturali, come ad es. kale, una specie di cavolo nero molto in voga e immancabile nella dieta di chi mangia sano. Il sondaggio quindi non è tanto sulle parole, quanto sui concetti che rappresentano.

Feminist non è una novità ma Time l’ha incluso tra i tormentoni perché è di nuovo al centro dell’attenzione da quando Beyoncé e altre personalità femminili si sono espresse in merito, chi a favore e chi contro. Il Washington Post ha descritto la scelta di Time come una provocazione perché, come prevedibile, ha suscitato le ire delle femministe e ha scatenato alcune community che hanno votato in massa per l’eliminazione della parola. 

Direi che la notizia del Washington Post è poco rilevante per un pubblico italiano, ma ne è stata comunque pubblicata una traduzione infelice da cui è tratto questo esempio:

Time magazine published a poll that asked users to vote on the single worst word of the previous year. Besides “bae,” “basic,” “yaaasssss” and other fairly “obvi” neologisms straight from Chik-fil-a’s list of banned Internet words, Time suggested … feminist

Time ha pubblicato un sondaggio che chiedeva ai lettori di votare la parola peggiore dell’anno passato. Insieme a “influencer,” “basico” “yaaasssss”, “letteralmente”, “ma per favore” o altri neologismi piuttosto “obvi” della lingua inglese che paiono tratti da una lista di “parole che non si possono sentire” su Internet, Time ha inserito… “femminista”.

Tormentoni e conoscenze enciclopediche

I tormentoni sono espressioni di una lingua, una cultura e un periodo specifici e hanno connotazioni particolari riconoscibili solo da chi condivide le stesse conoscenze enciclopediche. Il traduttore dovrebbe essere in grado di individuarle per poi decidere le strategie di traduzione più adatte, ad es. dovrebbe trovare il modo di chiarire al lettore perché nel 2014 negli Stati Uniti femminismo è di nuovo un concetto rilevante. 

Dalle parole ai concetti

Chi ha tradotto l’articolo non l’ha fatto, però dubito che abbia sufficiente esperienza, altrimenti avrebbe evitato traduzioni “da dizionario” come letteralmente e basico per literally e basic, senza rendersi conto che in inglese sono parole al centro dell’attenzione proprio perché hanno acquisito nuove accezioni (in italiano letteralmente viene usato da tempo per sottolineare particolare intensità o assolutezza, un significato che non genera alcuna perplessità, mentre in inglese literally ha acquisito solo recentemente un uso enfatico che da molti è ancora percepito come errato e continua a far discutere).

Non mi pare molto logica neanche la scelta di tradurre alcune parole in italiano ma presentarle come neologismi inglesi, e lasciarne invece in inglese altre come yaaasssss e obvi. È un’incongruenza che aumenta la confusione per chi non ha familiarità con la cultura americana a cui appartengono.

Mi pare che questi esempi evidenzino un problema tipico dei traduttori improvvisati: si focalizzano sulle singole parole anziché sul concetto che rappresentano, senza confrontare i concetti nelle due lingue per capire se sono necessari adattamenti o se ci sono informazioni implicite in una lingua che vanno rese esplicite nell’altra. 
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Altri esempi di traduzioni di parole senza adattamento e senza riflessioni sui concetti che rappresentano:


I tormentoni di Time sono spiegati in Which Word Should Be Banned in 2015?

Immagini: someecards, farmerspal, mtv.

7 commenti su “Tormentoni tormento del traduttore”

  1. .mau.:

    Concordo che – ammesso che abbia senso tradurre l’articolo – i tormentoni o li si traduceva con tormentoni italiani equivalenti o li si lasciava tutti in originale (con spiegazione del significato letterale e traslato).

    Però “basico” è un tormentone italiano 🙂 (e “yaaaaassss”, se ho ben capito, è più o meno il concetto del “buonaseeeeeera” che spopolava qualche anno fa e si sente ancora adesso)

  2. Daniele A. Gewurz:

    Se serve, io sono uno che spezza più d’una lancia contro l’analogo abuso di “letteralmente” in italiano. Quando sento che qualcuno “s’è letteralmente ammazzato di fatica” o è “letteralmente un anno che aspetta”, qualche fremito nella Forza (e nella mia pazienza) lo avverto.

  3. Licia:

    @.mau., anch’io penso che se proprio si vuole tradurre questo tipo di articoli, andrebbe mantenuto il riferimento originale, spiegandolo ed eventualmente aggiungendo un esempio italiano, ma solo se paragonabile, operazione non semplice se la cultura in questione è osservata dall’esterno (il terminologo cercherebbe di identificare le  caratteristiche essenziali e distintive). Credo che yaaasss corrisponda a un’esclamazione particolarmente soddisfatta, espressa con l’espediente grafico dell’allungamento vocalico, che è usato anche in italiano (mi viene in mente fiiiigo! ma non saprei dire se le connotazioni sono simili). Non so se basico e basic siano paragonabili nell’uso non standard: in italiano ho visto e sentito usare basico come calco dell’inglese basic nel senso di “fondamentale”, “basilare” (ne ho accennato in Cibi basici), mentre il tormentone americano riguarda basic nel senso di basic bitch, uno stereotipo di donna ridicolizzato e popolarizzato da questo video:

    Nella traduzione dell’articolo ci sono vari altri problemi, ad es. trolling tradotto con trollare, senza però spiegare ai lettori che hanno familiarità solo con il significato con cui è noto troll in italiano che nel contesto dei media di lingua inglese trolling ha subito uno slittamento di significato e ora indica anche un comportamento giornalistico che viene considerato scorretto secondo i parametri del giornalismo tradizionale.

    @Daniele, in italiano usiamo letteralmente in senso figurato da molto tempo, forse sei influenzato dalla discussione in inglese? 😉

  4. Daniele A. Gewurz:

    @Licia, se in italiano “letteralmente” significa lecitamente “figuratamente”, io non me ne sono mai accorto, e neppure i lessicografi. Sono *letteralmente* stupito che tu la pensi così. Fuor di celia: hai qualche fonte, o testo di autore non recente, in cui si usi “letteralmente” non letteralmente?

  5. Licia:

    @Daniele, credo di essermi spiegata male: con “senso figurato” intendevo l’uso enfatico che ormai equivale a “veramente”. Forse l’uso varia anche su base regionale? A me sembra da sempre molto comune in Italia settentrionale e so di averlo nel mio vocabolario attivo (consapevolezza che ho da quando ho iniziato a leggere le polemiche sull’inglese), ma servirebbe qualche verifica diacronica che al momento non ho modo di fare. Mi sembra comunque che tutti i dizionari italiani riportino il senso rafforzativo che è ribadito, ad esempio, dalle migliaia di occorrenze di sono letteralmente morto (se chi lo dice lo fosse letteralmente, non sarebbero qui a dircelo!)  :-).

  6. Daniele A. Gewurz:

    @Licia: Sì, Licia, scusa: ero io a intendere che quando si usa “letteralmente” così, in realtà l’avverbio corretto sarebbe appunto “figuratamente”, come appunto nel caso del “morto”. Il Treccani, per esempio, riporta «Avv. letteralménte, […] fam., nel vero senso della parola (cioè senza esagerazione, in senso non metaforico): sono letteralmente sfinito; la sala era letteralmente gremita di gente», e quindi definisce “letteralmente” letteralmente. Sento anch’io “letteralmente morto”, ovviamente, ma mi stride. Sarà uno dei miei pet peeve…

  7. Licia:

    @Daniele, in effetti tutti i dizionari riportano il senso non “letterale” (che esclude qualsiasi interpretazione soggettiva o metaforica) ma non sono concordi nel descriverlo, ad es. nel post ho fatto riferimento al Devoto Oli (“per sottolineare la particolare intensità o assolutezza di una condizione: sono l. morto di stanchezza”) e facendo doppio clic sulla parola si può vedere la definizione dello Zingarelli (“proprio, davvero, realmente”). Mi ha colpita anche la definizione del De Mauro, perché come esempio è stata scelta un’espressione metaforica che non può essere interpretata “letteralmente”:
    1. alla lettera, in senso letterale: interpretare letteralmente un testo
    2. senza esagerazione, realmente: ha letteralmente perso la testa

    Mi piacciono queste discussioni che ci fanno riflettere sull’uso delle parole, che a volte varia anche quasi impercettibilmente da idioletto a idioletto.

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