Mela cotone

mela cotone

Quando ho visto il cartellino mela cotone su una cassetta di mele cotogne al mercato, inizialmente ho pensato a un malapropismo (la sostituzione di una parola con un’altra, di significato completamente diverso ma di suono simile, il cui uso produce effetti comici).

Ho chiesto al venditore, straniero, se potevo fare una foto e lui deve aver concluso che non conoscessi il frutto perché in un buon italiano mi ha spiegato come si mangia e che si chiama mela cotone perché la buccia non è liscia ma al tatto sembra un tessuto.

Ho allora concluso che l’errore era piuttosto un eggcorn, un fenomeno linguistico che in inglese descrive parole o espressioni inconsuete che vengono “normalizzate” sostituendo gli elementi percepiti come insoliti con altri più comuni ma comunque plausibili, come acorn (ghianda) freccia282[4] egg corn (chicco a forma di uovo) e cotogna freccia282 cotone.

Gli eggcorn sono un fenomeno di rianalisi specifico dell’idioletto di poche persone e quindi è improbabile che si diffondano come invece succede con l’etimologia popolare.
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Vedi anche: Rianalisi: l’amantide religiosa e Canzoni, anglicismi e mondegreen (le interpretazioni assurde e poco plausibili dei versi delle canzoni).

Aggiornamento: altri esempi dallo stesso mercato in Chitroli e carchope: l’ortografia imperfetta.
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7 commenti su “Mela cotone”

  1. Isa:

    Quindi, l’aria “congestionata” e il “formicotone” rimangono malapropismi, giusto? O non ho capito bene?

  2. Licia:

    @Giovanna, @Isa, dite bene, anche se come succede spesso in linguistica i confini tra malapropismo ed eggcorn non sono netti. La caratteristica essenziale degli eggcorn è che hanno una loro logica, facilmente giustificabile, che a volte rende la nuova parola o locuzione addirittura più trasparente dell’originale, ad esempio old-timers’ disease per Alzheimer’s disease. È stata proprio la spiegazione del venditore a farmi classificare mela cotone come eggcorn.

    Per l’inglese si possono trovare molti esempi, come self-phone (cell phone) e outer body experience (out of body experience), in The Eggcorn Database. Criterio di inclusione: The crucial element is that the new form makes sense: for anyone except lexicographers or other people trained in etymology, more sense than the original form in many cases. The more brazen among the eggcorn users may eloquently defend and explain the underlying semantics (metaphors, metonymies, convincing but erroneous accounts of the supposed history).

    Ne approfitto per aggiungere l’etimologia di cotogno, dal latino cotonĕum o cotonĭum (malum), da cydonĕus o cydonĭus, der. di Cydonĭa ‘Cidonia’ (oggi Canea), città dell’isola di Creta, che non ha elementi in comune con quella di cotone, dall’arabo quṭūn.
    [fonte: Devoto-Oli]

    Qui invece un commento via Twitter:

  3. Stefano:

    Secondo me, più che guazzabuglio, ci esce la possibile origine del nome. Sarebbe da vedere se è successo prima che ci siamo inventati noi “mela cotogna” – plausibilmente a partire da mela cotone – e poi gli spagnoli (che chiamano la mela cotogna “membrillo”) lo hanno usato per pesca, o se piuttosto siamo stati noi che, avendo già “pesca” per quel frutto e sentendo parlare di melocotón senza necessariamente sapere che cosa fosse, lo abbiamo erroneamente appiccicato al primo frutto sconosciuto che ci è capitato e lo abbiamo poi corrotto ulteriormente.

  4. Licia:

    @Stefano, aggiungo un dettaglio all’etimologia: per il Devoto-Oli sia cotogna che cotone risalgono al XIV secolo ma hanno origini alquanto diverse, quindi non credo ci siano state contaminazioni.

    Credo vada anche considerato che per noi italiani la differenza tra la consonante nasale palatale /ɲ/ di cotogna e la nasale alveolare /n/ di cotone è palese, ma non lo è altrettanto per molti stranieri; inoltre, anche se non ce ne rendiamo conto, le vocali in posizione finale atona tendono a essere pronunciate in modo poco udibile, per cui per alcuni stranieri cotone e cotogna sono effettivamente omofoni.

  5. Stefano:

    Che le etimologie siano differenti è vero, ma non dimenticherei la commistione fonetica a cui accenni – anche se gli spagnoli discernono benissimo /ɲ/ avendo un suono simile.
    Considera però il fatto che “cotogno” (secondo etimo.it) deriverebbe da Kydònion via un “ponte” latino cotòneum/cotònium. E considera anche che, forse, sul “cotón” di melocotón non ci dovremmo far fuorviare dall’idea del cotone (che si dice algodón)

    A conti fatti, mela cotogna->melocotón possono essere simili nel nome per un errore di qualcuno, plausibilmente spagnolo, che è stato convinto di riconoscere lo stesso frutto visto di sfuggita chissà quanto prima e in un altro paese; ma la teoria del cotone se l’è pensata il tuo interlocutore, magari proprio perché il suo italiano è ottimo e lo ha portato a una conclusione plausibile ma sbagliata (lui o chi gli ha spiegato la teoria).

    Beh, questa mi ha divertito 🙂

  6. Licia:

    @Stefano, aggiungo un dettaglio che ho trovato interessante: in spagnolo la pesca si dice melocotón perché il melo cotogno (Cydonia oblonga, in spagnolo membrillo come hai già segnalato) è la pianta usata per gli innesti del Prunus persica, il pesco. Dal DRAE: Del lat. malum cotonĭum, membrillo, en cuyo tronco suele injertarse el pérsico para obtener las mejores variedades del melocotonero.

    Attraverso Wikipedia ho dato un’occhiata al nome in altre lingue romanze parlate in Spagna: la mela cotogna si chiama codony in catalano e marmelo in gallego (la pianta è marmeleiro, e la marmellata è proprio marmelada! 😉 ), mentre la pesca è préssec in catalano e pexego in gallego.

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