Un’insegnante mi ha segnalato Cheating e INVALSI: mappatura dell’imbroglio scolastico e sue conseguenze, che fa riferimento alla ricerca riassunta in questa presentazione:
Il "Cheating" nelle scuole italiane: chi imbroglia? via Quattrogatti.info
Il concetto di cheating è definito come “comportamenti opportunistici che causano distorsioni nei risultati delle valutazioni scolastiche” e che consistono in “studenti che copiano in autonomia o con la complicità degli insegnanti” e “insegnanti stessi che determinano scorrettamente i risultati delle valutazioni”.
Anglicismo superfluo
Lo studio è interessante ma mi chiedo perché venga usato il prestito cheating, che in inglese è una parola del lessico comune: è il ricorso ad espedienti illegali o non consentiti per ostacolare o agevolare la riuscita di un’impresa, e quindi equivale a imbrogliare in italiano.
Come osservavo in Ancora itanglese, spesso si sceglie di rappresentare un concetto con una parola inglese perché si ha l’impressione che sia più precisa, ma in realtà la si carica solo del significato che serve, conferendole un’accezione specifica inesistente in origine. Mi pare che imbroglio scolastico, usato nel sottotitolo della presentazione, renda adeguatamente il concetto senza dover ricorrere a un anglicismo superfluo.
Differenze culturali
Trovo anche piuttosto ironico che ora si usi una parola inglese per descrivere un fenomeno tipicamente italiano, che esiste da molto tempo: in Italia copiare a scuola è la norma, e si comincia da piccoli. Non sfugge neanche chi è contrario, perché chi è bravo si trova costretto a far copiare o passare i compiti per non essere emarginato dai compagni.
Avevo notato la differenza culturale in Inghilterra e Irlanda, soprattutto quando insegnavo in un’università inglese e avevo fatto l’invigilator agli esami: nessuno copiava. C’erano scopiazzamenti, ma riguardavano tesine e altre attività fatte individualmente, al di fuori del contesto d’esame. Mentre da noi l’atteggiamento è “lo fanno tutti”, imbrogliare a scuola là era riprovevole, e in effetti avevo notato che se c’era la possibilità di fare i furbi, gli studenti se ne approfittavano molto meno di quanto avrebbe fatto un italiano al loro posto.
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Vedi anche: La buona scuola, tra anglicismi e sillabazioni
Daniele:
Ancora piu’ curioso considerando che il francese usa correntemente il termine ‘imbroglio’ come prestito dall’italiano.
Daniele
Licia:
@Daniele, c’è anche in inglese, direttamente dall’italiano! 😉