Ho aggiornato #hashtag, parola e simbolo dopo aver visto vari esempi di lo / uno hashtag, un uso errato degli articoli che attribuisco a chi fa prevalere la propria conoscenza della pronuncia inglese sulla grammatica italiana.
Come spiega l’Enciclopedia dell’Italiano, i forestierismi selezionano l’articolo secondo le norme morfosintattiche dell’italiano. Nella nostra lingua h è sempre muta, anche nei prestiti da lingue in cui realizza una consonante aspirata, e quindi le parole che iniziano per h sono assimilate alle parole italiane che iniziano per vocale: un handicap, un hacker, l’hardware, l’happy hour, l’hashtag.
Per l’ortografia italiana l’anglicismo hashtag risulta ostico e anche nei media si notano molti refusi, come *hastag. Tra i più comuni c’è *ashtag, che ha un significato alquanto diverso in inglese: #ashtag è un hashtag nato nel 2010 e usato per aggiornamenti sui vulcani islandesi e le nuvole di cenere (ash) che possono sprigionare.
Aggiornamento – #ashtag può avere anche un significato religioso, legato al mercoledì delle ceneri: dettagli in Tra sacro e profano: #ashtag selfie!
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Vedi anche: Weekend, whisky, windsurf e Windsor (gli articoli per le parole con iniziale w)
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Silvia Pareschi:
A me gli editor lo cambiano sempre: “l’Hudson” diventa “lo Hudson”, per esempio.
Licia:
Discussione molto attiva anche su Twitter perché sull’argomento ci sono punti di vista diversi: deve prevalere la pronuncia (in italiano h è sempre muta e quindi la parola va considerata come qualsiasi altra parola che inizia per vocale) o la forma scritta (h viene considerata come consonante)? L’esempio fatto è Lo Hobbit, che nel parlato costringe a una breve pausa tra articolo e nome.