Cani da guardia inglesi, con risemantizzazione

watchdogUn articolo di TermCoord sui cani, in inglese, distingue tra watch dog / watchdog e guard dog: entrambi i cani abbaiano per segnalare la presenza di un intruso e intimidirlo, però il watchdog raramente attacca, mentre il guard dog può farlo per difendere il proprio territorio.

Non so se anche in italiano esista una differenza analoga, ma mi piace l’esempio perché ci ricorda che le stesse parole possono avere funzione e valenza diverse se usate nel lessico generico o nel lessico specialistico.

I dizionari di inglese descrivono sia watchdog che guard dog come “a dog that keeps guard”, quindi nell’uso standard le due parole sono sinonimi (il corpus di Ngram Viewer indica che prevale watchdog e che guard dog è una formazione più recente).

Watchdog ha anche il significato metaforico di guardiano o difensore e nell’uso contemporaneo indica una persona o un gruppo di persone che si occupano del monitoraggio di enti o aziende che forniscono particolari servizi per prevenire sprechi, illeciti o comportamenti poco etici. Da questa accezione deriva il verbo watchdog, monitorare. 

La metaforizzazione facilita il processo di risemantizzazione, che in inglese è molto produttivo. In particolare, nei linguaggi speciali è frequente la terminologizzazione: vengono assegnati significati particolari a parole esistenti per denominare nuovi concetti, ad es. watchdog è stato usato in informatica per indicare dispositivi o processi di controllo.

Grazie all’enorme disponibilità lessicale dell’inglese succede anche che si distingua tra concetti simili ricorrendo a parole che nell’uso comune sono analoghe ma che hanno origine da lingue diverse, come watch, dall’inglese antico wæcce, e guard, dal francese antico garde, oppure a doppioni o anche a parole insolite o desuete, come quiesce.

Non tutte le lingue dispongono delle stesse opzioni dell’inglese e di conseguenza la formazione secondaria dei termini, ad es. nella localizzazione, può presentare qualche complicazione: in Domande sulle risposte, l’esempio di answer, reply e respond
.

Vedi anche: altri esempi di differenze d’uso nel lessico generico e nel lessico specialistico in decifrare, decodificare, decrittare, decriptare e un’accezione specialistica di watchdog in  Animali nella terminologia informatica.

6 commenti su “Cani da guardia inglesi, con risemantizzazione”

  1. Luca Sommacal:

    Ciao.

    Ti segnalo che in ambito informatico (specialmente in ambiente embedded) il watchdog è un processo che si occupa di gestire eventuali “blocchi” (busy loop) o comunque situazioni critiche, terminando il processo o riavviando il sistema.

    Per segnalare al watchdog che tutto sta procedendo correttamente gli si “da un calcio” (kick) anche se negli USA preferiscono la versione politically correct (e infatti usano feed o pet).

    Vale come risemantizzazione?

  2. Carlo Armanni:

    Ciao,
    l’accezione a cui fai riferimento verso la fine del post, la si trova a conferma anche nei videogame, con l’ultimo titolo della UBI Soft ad esempio: Watchdogs; un gioco dove ci si immedesima un hacker e delle sue relative imprese informatiche.

  3. Mauro:

    Al di là del significato letterale, anch’io in significato metaforico (persona, software o altro che controlla qualcosa) ho sentito solo watchdog (sia in inglese vero che come inglesismo in altre lingue), guard dog mai.
    Del resto “to watch” significa “guardare”, “to guard” “fare la guardia”.
    Guardare e guardia hanno in italiano origine comune, ma la differenza in inglese dice molto.
    Saluti,
    Mauro.

  4. Licia:

    @Luca, @Carlo, grazie per gli esempi che arricchiscono il post. Si tratta sicuramente risemantizzazione che ha origine da una metafora. 🙂

    @Mauro, anche watch ha il significato di “guardia”, pensa ad es. a keep watch. Va segnalato anche che guard dog è una formazione abbastanza recente, con frequenza decisamente inferiore, e non sorprende quindi che per la metafora venga privilegiato watchdog (da notare anche che è privilegiata la grafia come singola parola che ormai ha soppiantato quasi del tutto watch dog: l’univerbazione è un segno che la parola è da tempo radicata nella lingua).

  5. Mauro:

    Mi permetto di fare il pignolino 😉
    “watch” è più “attenzione” che “guardia” (p.e.: “watch out!” per dire “stai attento!”).
    È simile, ma non proprio lo stesso.
    Saluti,
    Mauro.

  6. Licia:

    @Mauro,  ma allora watchdog e watchman come me li spieghi? 😉

    Battute a parte, preferisco usare i dizionari monolingui come riferimento e torno spesso sul concetto di anisomorfismo proprio perché tra le parole di due lingue raramente c’è una corrispondenza perfetta.

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