Il Wall Street Journal ha contato il numero di presunti infortuni durante i Mondiali di calcio 2014 e ha calcolato il tempo passato dal calciatori a contorcersi a terra in preda al dolore (“writhing time”, cfr. writhe in agony on the ground), per poi rialzarsi subito dopo senza conseguenze.
“All too often during matches, seemingly fit men fall to the ground in agony”
Ho riportato questi esempi per evidenziare una coppia di falsi amici.
In italiano la parola agonia descrive il periodo che precede la morte, caratterizzato da un affievolimento progressivo delle funzioni vitali o, in senso figurato, angoscia o un periodo di ansiosa incertezza (ad es. l’agonia dell’attesa).
In inglese la parola agony, spesso usata anche al plurale agonies (esempi), indica una forte sofferenza fisica o morale: be in agony vuol dire avere dolori atroci ma non implica morte certa come invece essere in agonia in italiano. L’aggettivo agonizing non vuol dire “agonizzante” ma “insopportabile” (ad es. with agonizing slowness).
Nell’inglese britannico agony fa anche riferimento ai problemi di chi scrive ai giornali per chiedere consigli su questioni personali che tormentano o fanno soffrire: agony column è la rubrica che se ne occupa e agony aunt chi risponde alle richieste dispensando suggerimenti.
Aggiornamento luglio 2021 – Alcuni media britannici hanno usato la parola agony per commentare la finale degli Europei di calcio persa dall’Inghilterra contro l’Italia. Come prevedibile, nelle rassegne stampa italiane è stata usata la traduzione letterale agonia anziché tormento, strazio o altre parole che esprimono grande sofferenza. Alcuni esempi:
Aggiornamento ottobre 2023 – Vistoso errore anche in un testo di ANSA, poi ripreso da altri media, con le parole del segretario alla Difesa degli Stati Uniti sull’attacco di Hamas in Israele:
Il responsabile della Difesa Usa ha avvertito “tutti quelli che vogliono approfittarsi in questo momento dell’agonia di Israele. Non fatelo”
In italiano agonia di Israele implica che il paese è in fase terminale e non ha speranze. Ovviamente non corrisponde a quanto affermato:
for any country, for any organization, for anyone thinking about trying to take advantage of the agony in Israel to try to widen this conflict or to try to spill more blood, we have just one word: Don’t.
[Grazie a Vincenzo per la segnalazione]
mav:
Nulla da eccepire, ma chissà perché non mi dà fastidio sentire di giocatori in agonia, proprio per il contrasto tra (mimare di) essere in punto di morte e alzarsi di scatto e correre.
Tra l’altro mi viene in mente adesso che molti dimostrano più vitalità nel contorcersi a terra che a correre dietro agli avversari.
Off Topic: non avendo studiato greco, mi è sempre piaciuto immaginare che l’agonia sia strettamente correlata con l’assenza di angoli (ἀ + γωνία ἀγωνία ?)
mav:
ἀ + γωνία diverso da ἀγωνία (l’html si è mangiato il mio <>)
Licia:
@mav 🙂
Nell’articolo c’è anche un riferimento all’opera:
Divertente anche l’uso del verbo flop, in inglese standard “accasciarsi” o “lasciarsi cadere” ma nel linguaggio sportivo americano, con riferimento alla pallacanestro, una caduta intenzionale e quindi la simulazione (si notava anche nella striscia di Pearls Before Swine in Al calcio non si sfugge!). In inglese britannico invece si preferisce il verbo dive (da “tuffarsi”).