Negli Stati Uniti all’inizio del 2014 è stato fatto un sondaggio tra 1100 persone dai 18 ai 45 anni per verificare come vengono chiamati una trentina di concetti legati alle tecnologie digitali, per ciascuno dei quali coesistono più termini.
Ci sono anche esempi di variazioni di pronuncia, tra cui GIF, MySQL, ASCII e meme:
Ho scelto l’esempio di meme perché è un termine adottato anche in italiano come prestito ma con ulteriore variazioni, non solo di pronuncia ma anche di morfologia.
Il concetto originale rappresentato dalla parola meme forse non è noto a tutti:
In italiano coesistono quattro pronunce: tre a imitazione di quelle inglesi, “mim”, “mimi” e “mem”, e quella italianizzata in “meme”. Di conseguenza, vengono usati tre plurali diversi:
1 i meme (plurale invariato, come prevede la regola per i forestierismi)
2 i memes (plurale originale, un uso non corretto dei prestiti)
3 i memi (plurale regolare, grazie all’adattamento al sistema fono-morfologico italiano)
Etimologia e pronuncia
La terza opzione, il prestito integrato con pronuncia italianizzata, è la meno diffusa online ma sarebbe preferibile perché riproduce le analogie sottintese dal termine originale inglese: nel coniarlo, il biologo inglese Richard Dawkins aveva abbreviato mimeme in meme perché assomigliasse a gene ed esprimesse l’idea di qualcosa che si trasmette e si replica facilmente per imitazione da un individuo a un altro (quindi anche da un mezzo di comunicazione o di espressione a un altro), che subisce mutazioni e selezione e porta così all’evoluzione della cultura di una società, paragonabile a un pool genico.
Dawkins ha spiegato l’origine del termine nel libro The Selfish Gene (1976):
We need a name for the new replicator, a noun that conveys the idea of a unit of cultural transmission, or a unit of imitation. ‘Mimeme’ comes from a suitable Greek root, but I want a monosyllable that sounds a bit like ‘gene’. I hope my classicist friends will forgive me if I abbreviate mimeme to meme. If it is any consolation, it could alternatively be thought of as being related to ‘memory,’ or to the French word même. It should be pronounced to rhyme with ‘cream’.
Nella parola meme c’è quindi la radice del verbo greco μιμέομαι, “imitare, rappresentare imitando”, ma si può anche riconoscere il suffisso inglese -eme che indica un’unità distintiva di una struttura linguistica (cfr. lexeme, phoneme ecc.).
In inglese la pronuncia corretta è quindi /miːm/, per analogia con /dʒiːn/. Mi auguro che in italiano prevalga il prestito integrato meme /ˈmɛme/, assimilabile a gene /ˈdʒɛne/, con un’evoluzione simile a quella subita dall’anglicismo drone.
Determinologizzazione
Un’altra particolarità del termine meme, sia in inglese che in italiano, è il processo di determinologizzazione che ha subito nella cultura popolare, dove descrive in modo generico vari tipi di contenuto virale, in particolare parodie, come ad es. le reazioni al morso dato dal calciatore Suarez al rivale Chiellini durante la partita Italia-Uruguay. In Generazione meme potete trovare una classificazione di questo tipo di meme per macrocategorie, con approfondimenti e molti esempi, tra cui i LOLcat.
Produttività di meme
[Aggiornamento] La parola meme si è rivelata produttiva: ne sono derivati i neologismi memetico (di, relativo a meme), memeticamente, memabile (che può essere trasformato in meme), memare e memizzare (trasformare in meme), memizzazione e memer (creatore di meme).
Nell’uso generico del lessico comune meme ha avuto un’ulteriore evoluzione: ora indica qualsiasi contenuto ironico destinato alla pubblicazione e condivisione e non ha più la viralità come caratteristica distintiva.
Vedi anche: Grafia e pronuncia degli anglicismi: drone (un esempio recente, e in controtendenza, di prestito integrato) e Ortografia italiana e prestiti dall’inglese.
Danilo:
Secondo me in italiano ormai all’accezilne originaria (‘unità fondamentale di informazione culturale’) prevale una nuova legata alla vitalità dell’oggetto, come hai ricordato tu. É un peccato perché così non si capisce il vero significato di memetica.
Licia:
@Danilo, hai sottolineato un aspetto importante per il lavoro terminologico: gli effetti della determinologizzazione, che complica la distinzione tra lessico generico (parole) e lessico specialistico (termini che identificano concetti specifici usati in ambiti specifici) e spesso “diluisce” il significato del termine originale. In It’s all in the genes: DNA and metaphor ci sono altri esempi in inglese, quasi tutti validi anche per l’italiano; mi vengono in mente anche ecosistema e virale, un aggettivo che ha acquisito connotazioni diverse nel passaggio da un ambito all’altro: non connotato in biologia, negativo in informatica e positivo nell’uso metaforico più recente.