Dalla sezione Tecnologia di un quotidiano italiano (marzo 2014):
Perplessità: mi pare strano che chi scrive professionalmente di tecnologia non sappia che nella terminologia italiana usata da tutti i maggiori produttori di software (Google e YouTube, Microsoft, Apple, Adobe ecc.), inserire informazioni create in un programma, ad es. grafici, immagini, video, in un altro programma si dice incorporare e non embeddare, infelice ma diffusa neoformazione ibrida modellata sul verbo inglese embed.
Da notare che in inglese il significato informatico di embed viene spesso definito ricorrendo al verbo incorporate, come ad esempio in Oxford Dictionaries: “incorporate (a video or other item of data) within the body of a web page or other document”.
Vedi anche: Piacciare, favvare, pinnare, lovvare…
Nota: nel lessico dei media viene usato l’anglicismo embedded, senza alcun adattamento, nell’accezione completamente diversa e specifica “di giornalista che lavora in una zona di guerra al seguito di un esercito, accettandone la protezione ma anche le limitazioni imposte alla propria libertà di movimento e di espressione” (Devoto-Oli). Esempio: la figura dell’inviato embedded al seguito degli eserciti. Cfr. analisi di Anna Bissanti in Usi, non-usi e implicazioni delle parole di guerra.
Nuovo post: Solo nei giornali, cinguettii inclusi, sull’uso ingiustificato di cinguettio come sinonimo di tweet nei media italiani, come nell’esempio iniziale.
Francesco:
(Em)bedda madre!
🙂
Licia:
@Francesco, anche a me embeddare ha fatto sempre pensare a qualcosa di vagamente siciliano!!
rossa:
Ancor più ridicola è l’associazione “cinguettii embeddati”. Un minimo di coerenza: o “traducete” tutto o almeno lasciate stare “tweet”!
Licia:
@rossa, davvero, e tra l’altro questa di chiamare “cinguettii” i tweet mi sembra proprio una mania di alcuni giornalisti italiani, magari 25 anni fa avrebbero scritto “topolino” come sinonimo di mouse!
Nuovo post: Solo nei giornali, cinguettii inclusi