Sono stati annunciati i vincitori del concorso per i nomi della mascotte di Expo 2015 e dei suoi personaggi: sono Foody (l’insieme di frutta e verdura), composto da Josephine (Banana), Rodolfo (Fico), Chicca (Melagrana), Arabella (Arancia), Gury (Cocomero o Anguria), Manghy (Mango), Piera (Pera), Pomina (Mela), Rap Brothers (Rapanelli), Max Mais (Mais Blu) e Guagliò (Aglio).
Le perplessità che avevo espresso in Mascotte Expo 2015 e nomi internazionali sono state confermate, non solo per questioni di genere ma anche perché alcuni nomi, per quanto efficaci e divertenti in italiano, come Guagliò, non rispettano i requisiti dell’internazionalità e della facilità di memorizzazione e di pronuncia previsti dal concorso.
Pronuncia ostica
Se sono state fatte delle valutazioni di globalizzazione, dovrebbero aver rilevato che i digrammi ch e gh e il trigramma gli vanno evitati: per chi non parla italiano sono difficilmente associabili ai fonemi [k], [g] e [ʎ] e si prestano a interpretazioni diverse.
Il digramma ch, ad esempio, potrebbe essere letto [ʃ] in francese, [ʧ] in spagnolo e in inglese e [x], [ç] o [χ] in altre lingue germaniche.
Se non si ha familiarità con l’ortografia italiana, poco probabile che il trigramma gli venga riconosciuto come consonante approssimante laterale palatale sonora [ʎ], usata da pochissime lingue e molto difficile da riprodurre correttamente. Dubito che chi non parla italiano possa indovinare che Guagliò si dice / ɡwaʎˈʎo /, oltretutto con consonante geminata, o che dopo avere ascoltato la pronuncia riesca a memorizzarla correttamente.
Problemi di traduzione in inglese
In Fiera Milano premia gli esibizionisti avevo segnalato un uso “creativo” dell’inglese e mi ero chiesta cosa ci saremmo dovuti aspettare da Expo 2015. Purtroppo le prime indicazioni sono pessime, e arrivano proprio dalle pagine sulle mascotte.
I profili dei personaggi sono palesemente tradotti da persone non di madrelingua, con parecchi errori sintattici, lessicali e “idiomatici”. La pannocchia, ad esempio, è stata descritta come *mais, parola inesistente in inglese (si dice corn).
Ne hanno parlato, con molti dettagli, Traduzioni professionali: Expo 2015 inciampa sull’inglese, Gli incredibili orrori di traduzione in inglese sul sito dell’Expo 2015 fanno arrabbiare tutti e, in inglese, Getting fruity for Expo 2015 with Foody and Friends e No Peanuts! for Translators.
Purtroppo pare proprio che il sito di Expo 2015 voglia imitare il famigerato Italia.it!
Vedi anche: Mascotte Expo 2015 e nomi internazionali e (aggiornamento) Divieto catapulte a Expo 2015.
Marco:
Se il buongiorno si vede dal mattino, dopo le opere nate per Expo che non saranno completate in tempo e la pessima qualità del sito inglese, temo fortemente che questa Expo porterà solo danni alla mia povera città 🙁
Marco B:
Corn è American English, in Inghilterra si usa maize (o almeno così è scritto sulle scatole di polenta, in vendita tra i cibi etnici)… e che non si pronuncia màis come il plurale di mouse 🙂
Io avrei magari utilizzato il richiamo ad Arcimboldo, e dato alle mascotte i nomi di qualche nostro pittore, anche se mi rendo conto che così si rischia l’effetto Tartarughe Ninja.
Licia:
@Marco, spero che alla fine funzioni tutto bene, come spesso riusciamo a fare noi italiani all’ultimo momento, ma i segnali finora non mi sembrano molto incoraggianti.
@Marco B, hai ragione, in Gran Bretagna il mais inteso come pianta è maize, come verdura invece corn: quello in scatola è sweetcorn, mentre corn on the cob sono le pannocchie (baby corn quelle di pochi cm).
E a proposito della pronuncia di maize, che è /meɪz /, forse ho già raccontato un errore memorabile di cui ero stata protagonista al primo corso di inglese frequentato in Inghilterra: ci avevano chiesto cosa avessimo mangiato a cena la sera prima e io, pensando alla pannocchia di granoturco servita con il burro, avevo risposto /maɪs/. Indimenticabile la reazione dell’insegnante, inorridito: “Mice?!?” Deve essere un errore piuttosto comune per gli italiani perché l’ho visto descritto proprio ieri in Pseudotranslations.