Post di marzo 2014 con un aggiornamento di giugno 2015 in seguito all’approvazione dei decreti legislativi che costituiscono il cosiddetto Jobs Act.
In Get your [Jobs] Act together! avevo espresso le mie perplessità su Jobs Act, anglicismo dal significato poco trasparente per chi parla inglese correttamente. In mancanza di definizioni, si poteva solo fare qualche ipotesi sul significato e sull’origine del nome.
Oggi (12/3/2014) sul sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali è stata pubblicata la spiegazione di cosa si intende con Jobs Act:
“Un provvedimento urgente che contiene interventi di semplificazione sul contratto a termine e sul contratto di apprendistato; un disegno di legge per riformare gli ammortizzatori sociali e i servizi per il lavoro, semplificare le procedure e riordinare le forme contrattuali, migliorare la conciliazione tra tempi di lavoro e tempi di vita. Questo, in sintesi, il Jobs Act, il piano del Governo per favorire il rilancio dell’occupazione e riformare il mercato del lavoro italiano”
Si tratta quindi di un concetto ampio e abbastanza generico, che non giustifica in alcun modo il ricorso a un anglicismo. Mi pare inoltre rilevante che nel documento di riferimento, Jobs Act: le misure per favorire il rilancio dell’occupazione, riformare il mercato, il nome Jobs Act appaia solo nel titolo.
Il testo fa escludere che il nome Jobs Act sia stato ispirato da una legge statunitense sui finanziamenti per l’avvio di piccole imprese (JOBS Act, The Jumpstart Our Business Startups Act) e fa ipotizzare che sia invece riconducibile a un discorso di Obama, American Jobs Act. Si ha comunque anche la conferma che il sostantivo inglese act e la forma plurale jobs sono usati impropriamente: dettagli in Get your [Jobs] Act together!.
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Vedi anche: Potere evocativo del non noto (Jobs Act: inglese per confondere gli interlocutori?)
Aggiornamento giugno 2015
Il cosiddetto Jobs Act è stato approvato definitivamente. È stato istituito un apposito sito, jobsact.lavoro.gov.it, dove non si trova nessuna spiegazione del significato e del perché del nome inglese.
Si possono consultare i testi dei decreti legislativi che costituiscono la riforma e in nessuno appare la denominazione Jobs Act, che quindi è ufficiosa ma non ufficiale. Di seguito i titoli di ciascun provvedimento:
Decreto Legislativo 4 marzo 2015, n. 22
Disposizioni per il riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali in caso di disoccupazione involontaria e di ricollocazione dei lavoratori disoccupati, in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183.
Decreto Legislativo 4 marzo 2015, n. 23
Disposizioni in materia di contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti, in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183.
Decreto Legislativo 15 giugno 2015, n. 80
Misure per la conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro, in attuazione dell’articolo 1, commi 8 e 9, della legge 10 dicembre 2014, n. 183.
Decreto Legislativo 15 giugno 2015 n. 81
Il Decreto Legislativo n.81/2015 contiene la disciplina organica dei contratti di lavoro e della nuova normativa in tema di mansioni, in attuazione dell’articolo 1, comma 7, della Legge 10 dicembre 2014, n. 183
Ho aggiunto anche a questo post il tag inglese farlocco, con cui identifico brevi comunicazioni o nomi destinati a un pubblico italiano ma scritti esclusivamente in inglese poco idiomatico, o addirittura errato. Un’ulteriore dimostrazione che il nome Jobs Act è usato a sproposito si ha dai media di lingua inglese (e di altre lingue) che non usano lo pseudoanglicismo ma ricorrono ad altre espressioni: dettagli in Come si dice Jobs Act in inglese e relativi commenti.
Mauro:
E sarebbe stato meglio non apparisse neanche nel titolo 🙁
Saluti,
Mauro.
Marco B:
Sembra che per l’errore di uno stagista gli stesori del Jobs Act si siano ispirati a un certo “Book of Job”, di cui hanno letto una sintesi di 3 bullet point.
Per accedere ai benefici del piano sarà dunque obbligatorio radersi il capo e stracciarsi le vesti.
Marco:
“Si tratta quindi di un concetto ampio e abbastanza generico, che non giustifica in alcun modo il ricorso a un anglicismo.”
Sante parole Licia!
Licia:
Ulteriori interpretazioni: 😉
giorgio:
dicesi inglesismo concetto per rendere incomprensibile
ciò che si dice
Antonio:
E’ la dimostrazione dell’assoluta mancanza di cultura e perfino di nozionismo della ns. classe politica ed anche della falsità, della saccenza e presupponenza nel presentare atti e proporre soluzioni (quello relativo al lavoro è inaccettabile)
Il termine job è ben noto alle classi operaie del Sud con il termine “giobba” importato dagli emigranti statunitensi è sta per lavoro occasionale (affaruccio), la b dell’acronimo job sta per business. Il contenuto del Jobs Act è perfettamente in linea con la occasionalità del termine e la precarietà del provvedimento.
stefano:
Caro Antonio in sintesi affermi che jobs act vuol dire lavoro occasionale business . Ma siamo in Italia, in USA, nel regno unito ? si vuol parlare italiano porco mondo ? .
Questa mi sembra la solita super cazzola prematurata come fosse antanixdue per prenderci per il c…… scusatemi l’espressione
Mileno Spinadin:
Sono italiano a quando nato e sion stufo di sentire tutti questi termini inglesi,lingua che non conosco (in francese traduco manuali tecnici senza uso del vocabolario,ma l’inglese non lo so).Quindi questi termini inglesi liposso interpretare come voglio e cioè:volete far sfoggio di erudizione e prender per i fondelli chi non vi capisce;però se andate a <<<<<<<<<<<londra è facile che non vi capiscano anche se ordinate un caffè al bar! State offendendo il nostro Dante—-siete italiani o stranieri? parlate la lingua che vi ha insegnata vostra madre…o avete una madre d’oltre Alpi? Odio tutte le locuzioni fuori dalla nostra bella lingua. Mi vergogno per voi!
alibertus:
mi meraviglio che coloro che ci rappresentano distruggano la nostra Lingua Italiana e ne sostituiscano i termini con inglesismi o quant’altro nome, aggettivo o aggettivante che nulla hanno in riferimento alla nostra identità linguistica. Che schifo! Che ignoranza! Come talebani e Isis distruggono la nostra grande coltura linguistica.
stefano:
scusate il termine job act mi sembra una supercazzula prematurata come fosse antani per due