Un post che ogni giorno continua ad avere varie visualizzazioni è focus ≠ focus, soprattutto da ricerche come significato di focus. È una conferma che focus non è una parola molto trasparente, nonostante la presenza sempre più frequente nei media che da falso amico la stanno trasformando in prestito camuffato.
Ultimamente mi è capitato di vedere anche alcune occorrenze di focus concettuale. Lo trovo uno dei tanti esempi di pigrizia di chi comunica, che si limita a fare traduzioni letterali dall’inglese senza alcuna riflessione sul significato effettivo delle parole né in inglese né in italiano.
Esempi d’uso di conceptual focus in inglese:
“Conceptual focus – The focus throughout is more on conceptual understanding and thinking than on learning a set of tools and procedures.”
“Professional education has a conceptual focus while paraprofessional education has an operational focus.”
In questi contesti focus corrisponde all’italiano approccio e non c’è bisogno di ricorrere ad inutili anglicismi.
Marco B:
In questo caso credo sia un termine che parte dal latino, usato un tempo nei trattati di matematica e fisica, e che ritorna da noi passando dall’inglese.
A me piace pensare che in questo modo riprendono vita delle parole che altrimenti resterebbero chiuse in un dizionario… e poi ho sempre pensato che approccio abbia un suono orribile, forse anche per il numero di volte che l’ho visto nel titolo di qualche PowerPoint 🙂
Licia:
@Marco B, a me di focus infastidisce soprattutto che sia una parola “di moda”: come si faceva fino a qualche anno fa, quando non la usava nessuno? Non esprime certo un concetto nuovo.
Invece non mi è ancora capitato di vedere traduzioni letterali di optics, che in inglese americano indica la percezione di una situazione o di un evento da parte dell’opinione pubblica; è un esempio di metafora militare entrata nel gergo politico.