Un’amica italiana che vive all’estero da anni, molti dei quali negli Stati Uniti, è attenta alle differenze culturali che si manifestano anche nelle scelte lessicali.
In un bar italiano con ampia scelta di pasticceria ha notato che croissant, krapfen e muffin potevano essere ordinati farciti oppure vuoti.
In America sarebbero invece plain, “semplici”: gli aggettivi potenzialmente negativi come “vuoto” sono evitati in una cultura orientata a commercio e servizi come quella americana.
A proposito di aggettivi per dolci, trovo divertente che in inglese si dica vanilla (o plain vanilla) come sinonimo informale di “ordinario”, “senza particolari caratteristiche”, “convenzionale”, perché nei gelati il gusto alla vaniglia viene considerato standard. Esempi: vanilla version, vanilla software (non personalizzato), “this guy is so vanilla”, vanilla sex life.
Vedi anche: Cibo e cultura (e ClipArt di Office)
Marco:
Interessante.
Io dico (e sento dire), a Milano, “brioche semplice” (in antitesi a brioche con marmellata o al cioccolato, ad es.), e non “brioche vuota”.
Google restituisce più occorrenze per “brioche semplice” rispetto a “brioche vuota”.
Immagino che dipenda anche dalla regione in cui ci si trova.
Licia:
@Marco, penso anch’io che se sul menu fosse stato scritto “semplice” la mia amica non l’avrebbe notato. È stato visto ad Udine, sarebbe interessante capire se si tratti di un regionalismo o di un uso specifico del settore della ristorazione.
Si potrebbe poi aprire un’altra discussione sui geosinonimi (?) brioche, croissant e cornetto (scarsissime conoscenze in materia: non li mangio mai) e sui muffin, che non riesco a immaginare “vuoti” (su questi sono molto più competente: mi piace farli e mangiarli, e si differenziano proprio per gli ingredienti al loro interno, che però di solito sono inglobati all’impasto e non aggiunti come farcitura dopo la cottura).
Stefano:
Quindi, se uno si trova un “vanilla croissant” può avere il dubbio se sia farcito alla vaniglia o sia vuoto 😉
Licia:
@Stefano, urgono indagini in loco! 😉
Marco 1:
Posso attestare l’uso di “cornetto vuoto” in diversi locali di Bergamo, bar o pasticcerie.
Devo dire che anche in diverse altre località del Belpaese ho sentito usare questa espressione per indicare brioches … Senza niente!
Mi sembra di capire che sia necessario tenere le orecchie aperte le prossime mattine davanti al cappuccino, per ascoltare attentamente cosa chiedono gli avventori che vogliono il loro croissant privo di farcitura…
Licia:
@Marco 1, grazie, apprezzo molto questi dettagli.
Non sono in grado di fare ricerche sul campo perché a me la colazione (abbondante) piace farla prima di uscire di casa, quindi conto su di voi! 🙂