Apericenone e parole (dell’ultimo) dell’anno

Apericena, l’aperitivo con stuzzichini vari che può sostituire la cena, è un neologismo nato una decina di anni fa ma che ha fatto parlare di sé nel 2013. Giuseppe Antonelli del programma La lingua batte ha fatto un’analisi divertente, ricca di riferimenti e dettagli anche morfologici ed etimologici (ad esempio, il significato antico di aperitivo era “lassativo”, “diuretico”!), mentre Linguista per caso elenca altre parole macedonia nate sulla scia di apericena, come aperipranzo, aperipizza e aperibirra, a cui aggiungo aperisushi*.

apericena e apericenone

Non è però stata rilevata la neoformazione che si sta affermando prepotentemente in questo finale d’anno, l’apericenone di Capodanno. L’unione di aperitivo e cenone mi sembra un po’ ossimorica, ma forse in tempo di crisi non si va tanto per il sottile e il suffisso accrescitivo –one riesce a comunicare il messaggio “poca spesa, tanta resa”, soprattutto se i rinforzi (gli extra che si pagano a parte) non costano troppo?

Parole dell’anno: le più detestate

Apericena è una parola macedonia ben formata e ormai molto diffusa, eppure fa parte delle parole più detestate dagli ascoltatori di La lingua batte (le altre sono attenzionato, quant’altro, assolutamente sì e attimino). Antonelli però sottolinea che le parole non sono di per sé brutte ma possono risultare antipatiche se non ci piace l’oggetto o il concetto a cui si riferiscono (cfr. triangolo semiotico).

Il neologismo apericena è citato anche in Le parole del 2013 dal linguista Michele Cortelazzo, che raccoglie le classifiche di parole dell’anno che hanno avuto più visibilità nei media, ne evidenzia i limiti (sono elenchi  soggettivi e sottoposti a sondaggi che non hanno alcun valore se non quello ludico) e rileva che le parole ricorrenti sono decadenza, femminicidio, forconi, omofobia, populismo e selfie.

Non attendibile ma divertente il sondaggio di Social ME(dia) [non più disponibile] per identificare la parola più odiata in ambito social media e web. Ha vinto lovvo, seguita da sapevatelo, “imperativo imperfetto” che invece a me è sempre piaciuto perché lo trovo un uso creativo della lingua, anche grazie al ricordo del contesto d’autore in cui è nato: Corrado Guzzanti** / Vulvia di Rieducational Channel (Non lo sapevate? Sapevatelo!).

Nel podcast di La lingua batte si possono ascoltare anche i linguisti De Santis, Cortelazzo, Adamo e Alfieri che spiegano perché hanno scelto autorità, divisivo (anglicismo!), esodati e verso come loro parole dell’anno.

Vedi anche: Neologismi belli e brutti, c’è posto per tutti!


* Aggiornamento 2015: sul modello di aperisushi avvistati aperipesce, apeririso, aperipasta, apericolazione, aperimerenda, aperibuffet, aperigrigliata e ibridi come aperibici, aperiChristmas, aperifish e aperiselfie (una trovata elettorale), e addirittura anche aperidog e apericat, per e con i propri animali. E in alcune parrocchie a quanto pare c’è anche l’apericatechismo.


** A Guzzanti dobbiamo anche il verbo perplimere, un esempio di retroformazione.