Il cartello visto in Scritture brevi, ironico spunto di riflessione sul valore convenzionale dei segni, mi ha invogliata a verificare se fosse convenzionale anche l’ordine dei simboli (no, ma prevale la figura femminile a sinistra), mentre uno dei nomi inglesi dei bagni, Ladies e Gents, mi ha fatto ricordare un articolo letto recentemente, Gentlemen before ladies?, che sintetizza una ricerca su alcuni particolari binomi lessicali inglesi.
Binomi lessicali inglesi e uso non sessista della lingua
I binomi lessicali sono coppie di parole della stessa categoria, unite da una congiunzione, che si presentano in un ordine fisso, come bianco e nero (e non *nero e bianco, mentre in inglese è il contrario: black and white). L’ordine degli elementi costitutivi è determinato da tendenze fonologiche, metriche, semantiche e pragmatiche.
In inglese l’ordine nei binomi che appaiano persone dii sesso maschile e femminile parrebbe influenzato da stereotipi di genere che riflettono il ruolo tradizionale di uomini e donne nella società e che riservano il primo posto a chi ha preminenza: men and women, husband and wife, boys and girls, sons and daughters (ma ladies and gentlemen perché in questo caso prevale la prosodia, che dà il primo posto alle parole con meno sillabe).
Nelle linee guida per un uso non sessista dell’inglese si raccomanda quindi che per annullare le discriminazioni il ruolo femminile sia espresso per primo.
Binomi lessicali italiani
Anche in italiano prevale l’ordine M e F per questo particolare tipo di binomio, come si può verificare facilmente nei corpora, ad esempio maschi e femmine, l’uomo e la donna, marito e moglie, fratelli e sorelle, ma mi sembra che l’ordine sia meno “fisso” che in inglese (per i linguisti, sono binomi reversibili ma con un ordine preferito, in cui la preferenza è riconducibile a fattori di frequenza oltre che fonologici e metrici).
Nelle Raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana (1987) Alma Sabatini specificava di “evitare di dare sempre la precedenza al maschile nelle coppie oppositive uomo/donna” […] “perché se si continua ad anteporre il maschile al femminile, si persiste nel considerare il maschio più importante”.
Mi pare invece che al momento le discussioni non accademiche sul sessismo linguistico non se ne occupino e siano piuttosto focalizzate su nomi di professioni e di incarichi (ingegnere-ingegnera, sindaco-sindaca ecc.). Non appare nessuna indicazione neanche in Linee guida per l’uso del genere nel linguaggio amministrativo (2012) di Cecilia Robustelli, anzi, in tutti gli esempi di maschile inclusivo sostituito con due forme, maschile e femminile, l’ordine è sempre M e F.
Aggiornamento dicembre 2013 – Aggiungo un esempio che smentisce le mie impressioni sull’ordine M e F in italiano e mostra le assurdità a cui può arrivare il politicamente corretto nel tentativo di evitare il presunto sessismo linguistico:
"Hanno diritto di voto le cittadine/i e le elettrici/elettori" Povero italiano e povera Italia.
— Daniele Imperi (@Ludus) December 3, 2013
La fonte dovrebbe essere il regolamento di voto per le primarie del PD dell’8 dicembre.
Aggiornamento maggio 2017 – Da quando il ministro dell’istruzione è Valeria Fedeli, nei tweet del Miur non viene più usato il maschile inclusivo ma il binomio lessicale, sempre nell’ordine prima F e poi M, ad es. ragazze e ragazzi e studentesse e studenti. Presumo ci siano apposite linee guida perché il binomio viene usato costantemente, anche se la frase così formulata risulta piuttosto ingombrante, ad es. carta diritti doveri studentesse e studenti viene preferito a carta dei diritti e doveri degli studenti.
Aggiungo un altro esempio segnalato da @ilrere: “Grazie a tutte le studentesse e studenti. Grazie alle e agli insegnanti che li hanno accompagnati”:
Aggiornamento 8 marzo 2018 – Altri esempi e riflessioni in Questioni di genere nel linguaggio amministrativo.
Chi ha letto Genere e linguaggio e altri miei post sa già come la penso sull’argomento sessismo linguistico: mi incuriosiscono le discussioni ma penso che i veri problemi di sessismo abbiano ben poco a che fare con lessico e grammatica, e che sia controproducente cercare di imporre regole che ai parlanti appaiono artificiose (ad es. Alma Sabatini suggeriva addirittura di non accordare il participio passato al maschile se i nomi sono in prevalenza femminili: Carla, Francesca, Giacomo e Sandra sono arrivate stamattina).
Vedi anche: Binomi lessicali italiani e inglesi, con esempi di differenze tra le due lingue.
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