Ho già accennato al triangolo semiotico, uno schema molto usato in terminologia.
Sintetizza le relazioni tra oggetti, percepiti o immaginati, che vengono astratti in concetti (immagini mentali di oggetti o insiemi di oggetti), a loro volta rappresentati da designazioni: segni linguistici, le parole, o anche non linguistici, come icone e simboli grafici. Il collegamento tra un oggetto e le sue designazioni è tratteggiato perché i segni sono convenzioni, spesso diverse in lingue e culture diverse.
Ci sono simboli grafici così familiari che ci possono sembrare universali, come per il comando Taglia nelle interfacce grafiche. In questo caso l’associazione tra l’azione e lo strumento è palese, però non è detto che in tutte le lingue il concetto di “rimuovere un oggetto o parte di un documento e tenerlo temporaneamente in memoria” venga rappresentato da una parola ricollegabile alle forbici. Il segno è arbitrario e va imparato.
Un esempio noto è , un simbolo “descrittivo” che in origine era facilmente associabile al dischetto su cui si salvavano i dati, ma che è diventato astratto per le generazioni che non hanno mai visto un floppy (c’è chi pensa sia un televisore o una lavastoviglie o chissà cos’altro). È però così diffuso e, una volta imparato, facilmente identificabile come simbolo del comando Salva, che sarebbe controproducente cercare di sostituirlo.
Altri esempi di simboli ora riconoscibilissimi ma inizialmente non ovvi sono la lente di ingrandimento per il concetto di ricerca (metafora dell’investigatore), la stella per segnalibri e preferiti, le onde radio stilizzate per il feed RSS, la rotella di ingranaggio per impostazioni o strumenti.
Può succedere che il simbolo venga associato a un concetto diverso da quello previsto (decodifica aberrante), spesso per differenze nei sistemi culturali di riferimento. Un vecchio esempio, molto citato nei manuali di localizzazione e globalizzazione, è quello dell’icona per le prime applicazioni di posta elettronica, rappresentata con una cassetta postale americana stilizzata. In alcuni paesi era stata interpretata come un tunnel e in altri come un contenitore per il pane, suscitando grosse perplessità tra gli tra utenti allora ancora poco avvezzi alle interfacce grafiche.
Lingue diverse possono condividere concetti e termini apparentemente equivalenti, ma gli insiemi di oggetti che rappresentano non sempre coincidono, ad es. per un italiano il concetto “bulletta di acciaio con testa ricoperta di materiale plastico colorato, usata per fissare fogli di carta” richiama un oggetto con la testa larga e piatta, per un americano invece un oggetto con la testa a forma di rocchetto, e quindi le realizzazioni grafiche di riferimento possono essere alquanto diverse: dettagli in Puntine o punturine?
Nelle interfacce grafiche la tendenza recente di abbandonare lo scheumorfismo (immagini simili a oggetti reali) a favore del flat design, bidimensionale e con immagini molto stilizzate, richiederà maggiore attenzione per i prodotti destinati al mercato globale perché alla minore riconoscibilità di metafore familiari potrebbero sommarsi anche differenze culturali che aumentano l’ambiguità, in particolare negli spazi ridotti dei dispositivi mobili.
Vi vengono in mente esempi di simboli o icone inizialmente fraintesi e interpretati correttamente solo in un secondo tempo?
Vedi anche: Simbolo arbitrario, concetto poco chiaro
Marco:
A proposito di interfacce, Licia, ti volevo chiedere se sai come si chiama ufficialmente in italiano la nuova interfaccia utente di Windows 8.
La Microsoft ha fatto parecchia confusione anche per il termine inglese, come si può leggere ad es. in questi due articoli:
http://www.zdnet.com/microsoft-dont-call-it-metro-call-it-windows-8-7000002392/
http://techcrunch.com/2012/10/24/clearing-up-the-confusion-its-the-new-windows-8-ui-not-metro-ui/
E qui in italiano: http://www.ictbusiness.it/cont/news/l-interfaccia-metro-ora-si-chiama-windows-8/29525/1.html
In sostanza in inglese hanno iniziato a chiamarla Metro, poi Metro Style, poi Modern, e pare il nome ufficiale sia ora “new Windows user interface (UI)” o semplicemente “Windows user interface”. Riferita alle app, “Windows apps” o “Windows 8 apps” (ma anche Windows Store apps).
In italiano invece continui a trovare riferimenti a interfaccia Metro e interfaccia Modern.
Grazie mille!
Licia:
@Marco, secondo me è come viene descritto in uno degli articoli che hai citato, che risalgono al rilascio di Windows 8, l’anno scorso:
So here is the official guidance from Microsoft according to a company spokesperson: when you are referring to the user interface, it’s the “new Windows user interface (UI)” or just “Windows user interface.” When talking about apps, it’s “Windows apps” or “Windows 8 apps.”
Microsoft di solito non dà un nome ufficiale alle interfacce, quella nuova è semplicemente l’interfaccia, ma chiama visualizzazione classica quella precedente, ad es. l’avevano già fatto anche in passato quando era cambiato il Pannello di controllo, da icone a categorie (se non ricordo male con Windows Vista o forse Windows XP); qualche dettaglio in Impostare la visualizzazione classica per Windows.
Metro e Modern sono nomi in codice, come sono nomi in codice delle versioni Blue per Windows 8.1 e prima ancora Blackcomb (e poi Vienna) per Windows 7, insolito perché Balckcomb è l’altra metà del nome della stazione sciistica di Whistler, che era il nome in codice di XP. Quando lavoravo io in Microsoft per i nomi in codice piacevano molto nomi di posti, soprattutto americani (Whistler è in Canada, ma non eccessivamente distante da Seattle).
Marco:
Grazie Licia!
Quindi “nuova interfaccia utente Windows” (o semplicemente “interfaccia utente Windows”) dovrebbe essere corretto.
In effetti molte aziende IT (direi quelle di più lunga data, soprattutto) usano nomi di luoghi americani per i nomi in codice.
Licia:
@Marco, e anche Apple, dopo i grossi felini, ora sceglie nomi di località americane per i suoi sistemi operativi, a partire da OS X Mavericks. Chissà come mai questa predilezione per i luoghi per sistemi operativi (e non solo, ad esempio di Microsoft ricordo Everett, Whidbey, Rainier e Orcas, tutti nello Stato di Washington come Seattle, che erano nomi in codice per Visual Studio, e poi Tahoe, un lago nella Sierra Nevada, che era il nome in codice di uno dei miei prodotti preferiti, SharePoint, e che veniva pronunciato in vari modi anche dagli americani).
Marco:
“Chissà come mai questa predilezione per i luoghi”
Campanilismo USA? 😉