In questi giorni si parla molto di cuneo fiscale, la “differenza intercorrente tra l’onere del costo del lavoro sostenuto dall’impresa, comprensivo degli importi versati al fisco e agli enti di previdenza, e la retribuzione netta percepita dal lavoratore” [Enciclopedia Treccani]
Non viene però chiarito perché si chiami proprio cuneo, parola che nel lessico comune italiano descrive un prisma a sezione triangolare, di materiale duro, usato per fendere o spaccare, e quindi qualsiasi oggetto a forma di cuneo che agisce per gli stessi principî meccanici e, in senso figurato, qualcosa che si insinua o penetra dolorosamente; non mi sembra invece che cuneo possa avere anche il significato di “differenza” o “divario”.
Come si può facilmente immaginare, cuneo fiscale è un calco dall’inglese tax wedge.
La parola wedge
Anche nel lessico comune inglese la parola wedge identifica lo stesso tipo di macchina semplice o altri arnesi che penetrano a fondo vincendo una resistenza, ma è usata in modo più generico dell’italiano cuneo anche per descrivere altri oggetti di forma triangolare che non hanno alcuna funzione meccanica, ad es. fette di alimenti a forma triangolare, come wedge of cheese, wedge of cake, lemon wedge, ai piedi (scarpe con) le zeppe, wedge heels o wedges, e sul campo da golf bastoni con testa a forma triangolare (ad es. sand wedge). In inglese britannico wedge è anche un termine informale per una grossa somma di denaro.
Il termine tax wedge
Non ho trovato informazioni specifiche sull’origine del termine wedge in campo economico e finanziario, ma mi sembra sia usato principalmente in associazione a tax, e quindi mi piace ipotizzare che sia un esempio di terminologizzazione basato sulla metafora della “fetta” di retribuzione che finisce allo stato.
Potrebbe anche essere un riferimento a un divario crescente che si viene a creare tra costo e retribuzione, come per effetto di un cuneo, o forse anche alla “forma” di questo tipo di dati rappresentati graficamente (nell’immagine, il triangolo di Harberger, usato per rappresentare il cuneo fiscale).
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Vedi anche: fiscal cuts ≠ tagli fiscali
Dati del grafico: percentuali di riferimento usate dai media italiani nel 2013
Luigi Muzii:
“Cuneo fiscale” esiste da circa un quarto di secolo. La bibliografia offerta dalla voce sul sito Treccani compilata da Angelo Castaldo (http://www.ius-sapienza.org/drupaluni/sites/default/files/docente_cv/castaldo_cv.pdf) farebbe pensare che si tratti di un calco perfetto. Investopedia, infatti (http://www.investopedia.com/terms/t/tax_wedge.asp), definisce tax wedge come “the difference between before-tax and after-tax wages”, come il Treccani (http://www.treccani.it/vocabolario/cuneo/), “differenza tra il costo del lavoro sostenuto da un’impresa e il salario (o lo stipendio) ricevuto in busta paga dal lavoratore dipendente”. Un quarto di secolo fa, il sindacato, ne parlava come dell’invadenza dello stato nel reddito dei cittadini (parliamo dei tempi di Luciano Lama): cuneo probabilmente viene da lì, e data l’intolleranza degli economisti liberisti nei confronti della tassazione non dovrebbe sorprendere. L’uso di cuneo appare anche in spagnolo, nederlandese e francese, mentre i portoghesi preferiscono “carico” (la nostra “pressione”).
Licia:
@Luigi Muzii, grazie per il commento.
Mi sembra però che il concetto di "differenza" si applichi solo a tax wedge, perlomeno nel lessico comune (sarebbe utile sapere se in ambito economico-finanziario esistano altri tipi di wedge), ecco perché ipotizzo che la terminologizzazione sia avvenuta partendo dalla metafora della "fetta" prelevata dal fisco, anche perché in inglese, in contesti generici, l’associazione wedge=fetta probabilmente prevale su wedge=cuneo (in questi casi un test del tutto empirico che può dare qualche indicazione di massima è quello della ricerca nelle raccolte di clipart per vedere che tipo di immagine è associata a una parola: per wedge sono proprio grosse fette di formaggio, fette di torta, fette di anguria ecc.).
Non credo che in italiano sia stato usato cuneo per indicare “l’’invadenza dello stato”, penso invece sia stata fatta una traduzione letterale che ha avuto fortuna proprio perché è stato facile associarle significati figurati preesistenti (che invece in inglese sono meno ovvi). La presenza di una soluzione simile in altre lingue conferma l’ipotesi di traduzione letterale.
Concludo con una precisazione: il calco perfetto imita fedelmente il modello originale, sia formalmente che semanticamente, ad es. politically correct > politicamente corretto; nel calco imperfetto sono invece privilegiate le strutture dell’italiano, ad es. tax wedge (sostantivo con funzione aggettivale + sostantivo, determinante + determinato) diventa cuneo fiscale (sostantivo + aggettivo, determinato + determinante).
Può essere utile fare riferimento anche a un altro meccanismo di interferenza, il calco semantico, che descrive una parola italiana che acquisisce un nuovo significato sotto l’influenza della parola straniera polisemica: è l’esempio di falco e colomba nel lessico giornalistico e politico contemporaneo, dall’inglese hawk e dove (accolti in italiano all’inizio degli anni ‘60). Molti altri esempi nel libro di Raffaella Bombi La linguistica del contatto. Tipologie di anglicismi nell’italiano contemporaneo e riflessi metalinguistici (Il Calamo, 2005).
Aggiornamento: ho aggiunto il riferimento al triangolo di Harberger nel testo del post.
Filippo:
Il cetriolo globale: https://www.youtube.com/watch?v=_eV0jQVWyzY
CETRIOLO: vedi alla voce CUNEO
Licia:
@Filippo, 😀