Vicino all’area cortiliva ho visto due parole che immagino siano già note a chi ha un cane:
Una persona che sgamba corre o cammina molto e in fretta e mi sono chiesta se un’area di sgambamento / sgambatoio sia destinata solo ai cani più vivaci o se anche a quelli di indole più tranquilla sia consentito sgranchirsi le gambe zampe.
Ho cercato nei principali vocabolari di italiano ma nessuno registra sgambatoio e solo lo Zingarelli sgambamento: “piccola corsa, soprattutto di cani e cavalli, per sciogliere i muscoli: area di sgambamento per cani”
Si trovano invece molte occorrenze in rete, in grande maggioranza nei siti di comuni o che riportano disposizioni comunali o leggi regionali, ad es. L.R. 27/2000 (Emilia-Romagna):
Aree di sgambamento Le amministrazioni comunali, ove necessario, predispongono la realizzazione nel proprio territorio di aree di sgambamento, debitamente recintate e servite, ove i cani possano essere lasciati liberi da guinzaglio in condizioni di sicurezza.
Per lo Zingarelli sgambamento è un neologismo (è datato 2000). Sarei curiosa di sapere dove i burocrati del XXI secolo trovino l’ispirazione per usare parole del genere…
E un altro dubbio rimane: in cosa sono diverse le aree di sgambamento e gli sgambatoi dalle Aree per cani del Comune di Milano? Puro burocratese o ci sono anche aspetti tecnici che magari qualche cinofilo mi può spiegare?
Vedi anche: Google Translate e l’accesso ai cani
Filippo:
C’è di peggio:
“All’uopo” e “obliterare”: il ritorno del burocratese
Licia:
Grazie Filippo, una notizia poco rassicurante!
Nell’articolo ci sono molti esempi, ne riporto qualcuno:
La prima regola del burocratese è di non usare mai una sola parola quando al suo posto se ne possono usare almeno due, e meno chiare: non decisioni dunque ma “processi decisionali”, i documenti sono “supporto documentale”, le azioni “il compimento di attività”, il biglietto è “il titolo di viaggio”. La seconda regola è mai seguire una strada dritta e breve quando se ne possono seguire almeno quattro storte e lunghe: “La norma suesposta è preordinata al fine di evitare la eccessiva incidenza della pendenza dei procedimenti amministrativi sulla esplicabilità delle posizioni di vantaggio degli amministrati”.
Le scelte lessicali del burocratese si fanno spesso notare anche per i loro anacronismi. Un esempio dal Decreto presidenziale 12 gennaio 2007 , n. 7 della Regione Sicilia («Istituzione dell’anagrafe canina e norme per la tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo»):
L’associazione ha i seguenti compiti e deve svolgere le seguenti attivita’ nei riguardi dei cani oggetto dell’affidamento: […] 2) provvedere se possibile, alla protta [sic] ed efficace ricerca ed individuazione dei proprietari degli animali, avvertirli tramite comunicazione telefoniche o telegrafica, del ritrovamento dei loto [sic] animali. (fonte)
Emanuela:
Molto interessante. Quando vivevo in Emilia Romagna ho sempre sentito parlare di “area di sgambo”
Licia:
@Emanuela, grazie! Una curiosità: la parola sgambo veniva usata solo nelle denominazioni “ufficiali” o la dicevano normalmente anche le persone che ci portavano il cane, ad es. “andiamo allo sgambo”? Mi piacerebbe proprio sapere se i proprietari dei cani usano sgambamento, sgambatoio o sgambo nelle conversazioni di tutti i giorni.
Segnalo anche la pagina del comune dove ho visto i cartelli, intitolata Dove posso andare a sgambare? perché sembra che l’autore della pagina dia al verbo sgambare il significato di “portare il cane a scorrazzare”.
PS Dalla stessa pagina si ricavano anche alcuni dettagli tecnici. Uno sgambatoio deve avere “la seguente dotazione minima di servizi”:
– recinzione alta almeno 150 cm eventualmente schermata con idonea siepe;
– fontana per permettere agli animali di abbeverarsi;
– distributori palette e sacchetti cani in prossimità di ogni ingresso;
– cestino raccogli rifiuti;
– bacheca per informazioni;
– panchina.
Simone Viganò:
A me ha sempre fatto sorridere il messaggio, letto più volte nelle ordinanze comunali e – ancor peggio – in cartelli per il pubblico, “Obbligo di museruola per cani di indole mordace”.
Mi piacerebbe sapere quanti recepiscono al volo il messaggio e, ancor di più, quanti utilizzano hanno utilizzato il termine “mordace” una volta nella loro vita…
Licia:
@Simone, di indole mordace è bellissimo, ora terrò d’occhio eventuali cartelli per fotografarlo. 😀
Simone Viganò:
L’ultima volta che ho visto il cartello ero a Bellano (LC) ma non ho avuto la prontezza per immortalarlo 🙁
Licia:
Buono a sapersi: la prossima volta che torno sul Sentiero del viandante mi darò un’occhiata intorno. 🙂
Intanto, anche per chi arriva qui da L’antiburocratese, aggiungo le alternative a sgambatoio usate da alcuni importanti comuni italiani, in parecchi casi a conferma che parlare chiaro è possibile:
(la ricerca è molto veloce usando l’operatore site: e sfruttando la coerenza negli indirizzi dei siti dei comuni, che seguono il modello comune.città.it)
maxxfi:
@Simone: a me piacerebbe sapere anche quanti (tra quelli che recepiscono il messaggio) ammettono che il loro cane faccia parte di quella categoria, perché nooo il mio Fufi é sempre affettuosissimo… 😉