Ho scoperto dell’esistenza del programma Carosello Reloaded da una pubblicità alla radio, poi ho visto anche lo spot televisivo e mi sono chiesta quanti dei telespettatori tipici di RaiUno, dove verrà trasmesso, sappiano cosa si intenda con “rilòdid” (la scritta appare brevemente e si legge a malapena).
Mi domando quali siano le conoscenze enciclopediche necessarie per interpretare correttamente il nome. Escludendo le armi da fuoco, il riferimento sarà all’informatica o a un noto film di cui ignoro la trama, Matrix Reloaded? E chissà se chi ha familiarità con i significati del verbo inglese reload è anche assiduo spettatore di RaiUno e soprattutto se Carosello l’ha mai visto (è stato trasmesso per l’ultima volta nel lontano 1977).
[Aggiornamento: Mara nei commenti mi ha dato un’informazione che mi mancava]
Nella presentazione ufficiale non c’è alcuna spiegazione sulla scelta del nome ma è divertente darle una rapida occhiata per vedere come si esprimono i pubblicitari: uso massiccio di itanglese, anche al posto di parole del lessico comune (perché cartoon, content e entertainment anziché cartone animato, contenuti e intrattenimento?), falsi amici come suggestioni al posto di suggerimenti, locuzioni poco idiomatiche come sale di cinema e sulla radio e frasi del tutto incomprensibili ai non addetti ai lavori come La frammentazione e moltiplicazione dei messaggi a cui siamo abituati generano un ricordo a breve termine. Carosello Reloaded rimette al centro la qualità del GRP: il livello di attenzione dell’audience innalza il valore del singolo contatto.
L’infatuazione per l’inglese sembra abbia fatto dimenticare alcune convenzioni di scrittura dell’italiano: si nota un abuso delle maiuscole (esempio: nel Tempo e nello Spazio e nei nomi dei mesi, che invece si scrivono con l’iniziale minuscola), apostrofi al posto degli accenti e anche un uso scorretto della punteggiatura, ad es. la virgola tra soggetto e verbo.
Che sia anche questo, come Carosello, un fenomeno di costume tipicamente italiano?!
Vedi anche: «C» come Congestion (e come Confusione?) per un altro esempio di forestierismi superflui nella comunicazione al grande pubblico e Professionisti della comunicazione… per un esempio dell’incomprensibilità del linguaggio degli addetti ai lavori
L’etimologia di carosello è molto interessante. Dettagli nel Vocabolario Treccani.
m.fisk:
C’è da dire che quella è una presentazione proprio per gli addetti ai lavori: vale a dire per gente che ha grosse difficoltà con la lingua di Manzoni.
Scriverla in italiano avrebbe dato al destinatario un’impressione di profonda sciatteria e inaccettabile mancanza di professionalità. Nel paese dei ciechi, un orbo non è il re: viene linciato.
Yupa:
Ci sarebbe da fare un discorso anche sull’espressione “sul mobile”, che ovviamente non indicherà comò o armadietti. 🙂
Tra l’altro, noto, è interessante la distinzione tra “web” e “mobile”, visto che, a rigore, anche tramite il “mobile” è possibile accedere al “web”.
Immagino che qui con “web” si intenda internet in quanto fruito da una postazione fissa.
Fabio Montermini:
A me intriga anche l’espressione “i device mobile”. Perché l’aggettivo è al singolare? Forse perché è in inglese, ma allora, perché non “i mobile device”?
Quanto a “carosello”, nella definizione del dizionario Treccani si parla del programma pubblicitario, ma non si cita esplicitamente l’accezione di “spot pubblicitario” (citata invece ad esempio nel Grande Dizionario Italiano dell’Uso di De Mauro) che posso testimoniare era assai comune per persone che hanno conosciuto la TV di Carosello, come le mie zie o mia nonna.
Licia;
@m.fisk 😀
@Yupa, @Fabio: trovo orrendo il neologismo semantico mobile ma ormai è diffusissimo, anche se non sempre è chiaro come debba essere pronunciato, se come parola italiana o inglese. Ne avevo parlato qui, dopo aver verificato che se si fa una ricerca con le la sequenza delle tre parole il mobile è la maggior parte dei risultati riguarda i dispositivi mobili.
A proposito della distinzione tra web e mobile, forse la chiave per capirla è questa:
Non so nel linguaggio pubblicitario, ma in quello informatico double screen indica l’opzione di avere due schermi, mentre il concetto che si intende in questo contesto si chiama second screen (è il termine usato anche nel sito RAI). Forse hanno fatto un po’ di confusione?
Infine, un grazie a Fabio per l’accezione carosello = pubblicità. Non la conoscevo ma la trovo molto bella.
Mara:
Licia purtroppo il termine è in uso da un po’ in RAI. Il secondo canale lo usa da diverso tempo per indicare le puntate “riciclate” (puntate vecchie di una serie messe in onda in attesa delle nuove).
Licia:
@Mara, grazie, ecco cosa succede a non avere la televisione in casa: mi mancano proprio alcune informazioni di base come questa. Tipico esempio di conoscenze enciclopediche!