La notizia di aprile 2013 che un noto cestista americano ha dichiarato di essere gay evidenzia la confusione che si fa in italiano tra due espressioni inglesi apparentemente simili, outing e coming out.
Outing indica l’azione di rivelare pubblicamente l’omosessualità di una persona conosciuta, senza però avere il suo consenso.
Coming out significa dichiarare apertamente il proprio orientamento sessuale. Deriva dall’espressione coming out of the closet (“uscire dal ripostiglio”), che a sua volta fa riferimento a un’altra metafora, skeleton in the closet (in italiano* “scheletro nell’armadio”), qualcosa che si ritiene imbarazzante o sgradevole e che si preferisce tenere nascosto.
Nell’uso comune italiano però outing è quasi sempre usato come sinonimo di coming out (ma non viceversa). Se ne trova una conferma nei dizionari che, fotografando l’uso della lingua, indicano che questa è ormai l’accezione più diffusa: il Treccani indica che outing ha generalmente il significato improprio di coming out, lo Zingarelli privilegia l’accezione originale di outing a cui aggiunge l’uso esteso, mentre il Devoto Oli propone l’accezione “italiana” e indica il significato originale di outing solo nell’etimologia.
L’accezione “italiana” di outing è un tipico esempio di pseudoanglicismo, una parola che ha l’aspetto di un prestito ma che nella lingua d’origine ha un altro significato. In inglese infatti si fa outing di un’altra persona ma non di se stessi.
[Nuovo] Nei commenti qui sotto la differenza tra be out e be outed in inglese e l’osservazione che in italiano l’uso di outing è ormai esteso anche a contesti che non hanno a che fare con la sessualità.
* scheletro nell’armadio è entrato in italiano come calco dell’inglese britannico skeleton in the cupboard (è invece inglese americano in the closet)
Aggiornamento 2020 – Il Vocabolario Devoto-Oli ha modificato la propria definizione di outing indicando come improprio l’uso “italiano” descritto qui sopra e ha aggiunto una nota esplicativa nella sezione Per dirlo in italiano:
Grazie a .mau. per il suggerimento e gli esempi per questo post.
Vedi anche: Paradisi fiscali e parole nate per sbaglio
Mauro:
Io talvolta ho l’impressione (ma vivo in Germania, non Italia, quindi può essere che sia influenzato da come sono visti i due termini qui) che “outing” e “coming out” siano usati con una sottile differenza.
Cioè che “outing” sia usato quando tu ammetti la tua omosessualità perché per qualche motivo costretto a farlo mentre “coming out” sia usato quando l’ammissione è spontanea, volontaria.
Però, come detto, probabilmente sono influenzato dall’uso che di questi termini si fa qui in Germania.
Saluti,
Mauro.
Licia:
@Mauro, osservazione interessante. Per l’italiano non saprei, ma non mi sembra, perlomeno non a giudicare da come vengono usate le due espressioni negli stessi contesti. Esempio dal Corriere della Sera: la corrispondente da New York parla di coming out (ma nell’URL c’è outing), mentre i suoi colleghi della redazione italiana usano outing in una raccolta foto (immagine sopra) e in un articolo della versione cartacea (ma in una didascalia c’è coming out). Nell’articolo il riferimento è a un’affermazione di Martina Navratilova che suona parecchio strana per chi conosce il significato inglese di outing, un’azione che può avere conseguenze spiacevoli per chi la subisce: “È come riciclare: Se ricicli fai la tua parte per l’ambiente. Se fai outing fai la tua parte per il movimento gay”. La citazione originale è facilmente reperibile ed è interessante perché non viene descritta un’azione ma uno stato: “Just by being out you’re doing your part. It’s like recycling. You’re doing your part for the environment if you recycle; you’re doing your part for the gay movement if you’re out”. Credo si possa concludere che chi ha tradotto in italiano non abbia ben chiara né la differenza di significato che c’è in inglese tra outing e coming out né quella grammaticale tra be out [verbo be + aggettivo out, avere (già) fatto coming out] e be outed [verbo out, forma passiva, essere soggetto a outing].
Il gloglottatore:
Da notare che ormai l’uso di coming out esula dal contesto LGBT. Ad esempio l’uaar ne fa costantemente uso (http://www.uaar.it/news/2013/06/04/bologna-cagliari-milano-continua-campagna-uaar-viviamo-bene-senza-d/).