It’s all in the genes: DNA and metaphor fa alcuni esempi di termini scientifici e informatici inglesi che sono entrati nel linguaggio comune in senso figurato, a volte con un significato più generico (determinologizzazione), altre invece con nuove accezioni.
Alcune delle metafore descritte hanno un equivalente in italiano, ad es. averlo nel DNA, di default e l’aggettivo dispregiativo neandertaliano.
È invece diverso l’uso di light year, termine astronomico che identifica un’unità di misura di lunghezza ma che nell’uso metaforico inglese mantiene il significato primario della parola year e quindi serve a enfatizzare un periodo di tempo molto lungo. Esempio: The UK is light years behind Europe on renewable energy targets.
Nell’uso figurato italiano di anno luce prevale il significato originale di distanza, anche grazie alle collocazioni con gli aggettivi lontano e distante, ad es. lontano anni luce dal mio pensiero, e all’esistenza di una metafora simile, distanza siderale. Sarei però curiosa di sapere se per caso nel romanzo Tre anni luce di Andrea Canobbio la metafora sia usata in senso temporale: qualcuno l’ha letto e mi sa dire?
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Vedi anche: Virus, virale, viralità e virulenza, l’esempio di un aggettivo che ha acquisito connotazioni diverse nel passaggio da un ambito all’altro (non connotato in biologia, negativo in informatica e positivo nell’uso metaforico più recente), e fiscal cliff – precipizio fiscale, una metafora che perde alcune delle sue connotazioni nel passaggio dall’inglese ad altre lingue.
Mauro:
Da fisico quindi ti dico… che allora noi italiani conosciamo la fisica meglio degli anglosassoni, anche nelle metafore 🙂
Saluti,
Mauro.
Ilaria:
Nell’uso metaforico (dispregiativo) a me è capitato di notare in testi francesi il riferimento a “Cro-Magnon” là dove noi parleremmo appunto di “Neanderthal” o, più genericamente, “cavernicoli”. Nazionalismi? 😉
Stefano:
Non sono sicuro che l’uso anglosassone di light year sia così differente, o che l’esempio sia così calzante. Quando dici “The UK is light years behind Europe on renewable energy targets. ” secondo me l’enfasi è sulla distanza che il Regno Unito deve ancora coprire per arrivare allo stesso livello dell’Europa. Che questo si traduca anche in una distanza temporale è una conseguenza, ma il primo pensiero secondo me è sulle metaforiche pagnotte che se devono magna’ prima di raggiungere gli altri paesi europei: per la cultura locale, riconoscere la necessità di fare qualcosa in merito alle energie rinnovabili; per il legislatore, stilare e implementare nuove normative; per le aziende e il pubblico, attrezzarsi per metterle in pratica… Tutto ciò è una separazione che non ispira una metafora temporale quanto una di distanza
Nautilus:
Mi trovo d’accordo con Stefano. Anche a mio avviso l’esempio citato fa riferimento alla distanza e non al tempo. Al limite si potrebbe parlare di “distanza temporale”.
Da noi è quasi automatico usare espressioni come “lontano anni luce da…”, ma si tratta molto spesso – appunto – di un automatismo. Se invece viene chiesto: l’anno luce è una misura di…? (come è stato fatto in passato in alcuni quiz) l’interlocutore (il destinatario della domanda) tende a entrare in crisi (il ragionamento prevale sull’automatismo).
Licia:
@Mauro, dopo il post Cecenia e Repubblica ceca mi sarebbe venuto spontaneo dire “e anche la geografia” ma poi qualcuno potrebbe citare il New York Times per farmi notare che addirittura un nostro ex presidente del consiglio confondeva Slovenia e Slovacchia:
[…] at a news conference in Rome, Italy’s prime minister, Silvio Berlusconi, introduced Anton Rop, the prime minister of Slovenia, which is directly above Italy’s northeastern border. "I’m very happy to be here today with the prime minister of Slovakia," Rop recalled him saying, adding politely in a recent interview, "It was very strange. We asked journalists not to mention it in their reports." […]
@Ilaria, bell’esempio di differenze culturali!
@Stefano e @Nautilus, però in inglese è molto comune dire che qualcuno o qualcosa è years behind o years ahead, specificando numeri precisi, quindi si tratta di una dimensione temporale che sicuramente influenza anche l’interpretazione della metafora con gli anni luce. Lascerei però la parola finale a qualcuno di madrelingua :-).
Marco B:
Anche nel primo (in senso cronologico) film di Guerre Stellari, Han Solo usa una distanza, il parsec, per esprimere una durata: “You’ve never heard of the Millennium Falcon? It’s the ship that made the Kessel Run in less than twelve parsecs!”
Stefano:
Marco, è un discorso dibattuto, sai? C’è un’interpretazione molto nerd di quella frase. In Guerre Stellari si viaggia “nell’iperspazio”: in pratica, si percorrono passaggi al di fuori del nostro universo che tagliano la sua curvatura, riducendo le distanze. Un po’ come se, in una strada con dei tornanti, si riuscisse a tagliare giù per il dirupo e scendere dritti. Il salto nell’iperspazio è brigoso: devi essere nel posto giusto, aver calcolato il percorso giusto, avere sviluppato la giusta velocità, su quella imprimere la giusta accelerazione ecc ecc. Quindi, a voler salvare il soggettista a tutti i costi, è concepibile che il Millennium Falcon, grazie a motori truccati, esperienza di Han Solo e diavolerie installate a bordo al limite del legale (e oltre), riesca a entrare nell’iperspazio più vicino alla partenza e uscirne più vicino alla destinazione rispetto ad altre astronavi, ottenendo il massimo taglio di distanza.
Oppure gli anglosassoni non capiscono una mazza di fisica e ha ragione Licia! 😀
Alice:
La spiegazione molto nerd è fantastica 😀
Licia:
Anch’io sono affascinata da queste citazioni!