Il pesce d’aprile di Google di quest’anno è Google Nose.
(sottotitoli anche in italiano)
Mi sono piaciuti anche gli aspetti linguistici, ad es. nella pagina di presentazione del prodotto ho apprezzato i giochi di parole come quelli con scent /sɛnt/ e sense /sɛns/ (“The new scentsation in search” e “AdScent for Business”).
Lo scherzo è curato nei particolari e anche se è un prodotto inventato esistono pagine specifiche per i diversi paesi europei. Ci sono scelte di localizzazione interessanti e ho raccolto qualche esempio come introduzione per chi non conosce ancora questa attività.
Localizzazione: mercati diversi, soluzioni diverse
L’assenza di una versione spagnola del prodotto è un bell’esempio di adattamento in cui localizzare = eliminare: in Spagna infatti è il 28 dicembre, día de los [Santos] Inocentes, il giorno degli scherzi, detti inocentadas, e non il primo aprile come in altri paesi.
Nell’annuncio nelle home page del motore di ricerca e nelle descrizioni del prodotto si notano altre differenze tra lingue, soprattutto di registro, ad es. il testo tedesco appare più formale e non brillante come in altre lingue. È evidente anche un altro dettaglio:
EN: New! What’s that smell? Find out with Google Nose
IT: Novità! Che strano odore, che cos’è? Scoprilo con Google Olezzo
FR: Nouveau ! Avez-vous du flair ? Testez votre odorat avec Google Nose
DE: Neu! Suchergebnisse gibt es jetzt auch mit Geruch – Google Nose ausprobieren
PT: Novo! Que cheiro é este? Descubra com o Google Nose
NL: Nieuw! Zoeken op basis van geur. Ontdek Google Nose
SE: Nyhet! Vad luktar det? Ta reda på det med Google Lukt [stesso nome in norvegese]
DK: Nyhed! Hvilken duft er det? Få svaret med Google Duft
Nomi di prodotti e funzionalità
Di solito i nomi dei prodotti rimangono invariati in tutti i mercati e quindi vengono scelte parole inglesi facili da riconoscere, ricordare e pronunciare, come Nose. Quella dello scherzo pare invece una funzionalità con il nome localizzabile, opzione adottata per le lingue scandinave e l’italiano. Scelta curiosa: Olezzo ha il significato letterario di “fragranza delicata” ma se appare subito dopo strano odore prevale la più comune accezione di “puzza”. Forse il nome vuole sottolineare che un pesce [d’aprile] può odorare male?
Connotazioni: odours e odori
Nella localizzazione di materiale marketing va fatta molta attenzione alle connotazioni che possono avere le singole parole. Nella pagina che descrive Google Olezzo c’è un certo contrasto tra il nome del prodotto, negativo, e le parole italiane legate all’olfatto, quasi tutte con connotazioni positive (profumo, aroma, fragrante, esperienza olfattiva), come le parole inglesi usate per Google Nose (scent, aroma, fragrant, olfactory experience). Si può però notare una differenza tra le due lingue: in italiano odore è una parola neutra, come smell in inglese (cfr. buon / cattivo odore e pleasant / bad smell), mentre di solito in inglese odour è sgradevole. Whiff invece può significare sia “vago odore” che “zaffata”.
Marketing e caratteristiche dei prodotti
Un problema tipico dei testi di marketing sono le descrizioni “ad effetto”, spesso formulate con scelte lessicali insolite che le rendono poco facili da interpretare e tradurre.
In una frase come Self-driving New Car Smell, ad esempio, va riconosciuto il riferimento alla self-driving car di Google, e quindi andrebbero evitate traduzioni generiche come Odore di auto nuova con pilota automatico che non richiamano un prodotto specifico.
Va fatta attenzione anche ai falsi amici e alle parole che non sono equivalenti nelle due lingue, perché potrebbero dare una rappresentazione distorta del prodotto, ad es. se si descrive Android come the world’s most sensible mobile operating system, se ne sottolinea l’aspetto “funzionale”, “pratico ed efficace”, un messaggio assente nella traduzione italiana il sistema operativo mobile più sensibile al mondo.
Vedi anche: Sommelier… di Internet (altro esempio dal pesce d’aprile di Google).
Ha a che fare con Google ed è molto attuale anche il pesce d’aprile di The Guardian. Scherzi degli anni scorsi in Pesce d’aprile in meno di 140 caratteri! e Folksourcing?
Marco:
Post molto interessante!
Un’unica cosa: personalmente, e anche per le 3 o 4 persone a cui l’ho chiesto, “odore” non ha una connotazione neutra, ma negativa (=puzza). Non userei mai l’espressione “che odore di fiori” o “che odore di lasagne”, ma “che profumo” (di fiori o di lasagne).
Licia:
@Marco, concordo: da un punto di vista semasiologico (“orientato al termine”), la parola odore può avere entrambi i significati, 1) neutro e 2) eufemismo per “puzza”, descritto dai dizionari come uso assoluto, invece da un punto di vista onomasiologico, preferito nel lavoro terminologico, il concetto “sensazione corrispondente alla funzione dell’organo dell’olfatto” viene identificato unicamente dalla parola odore.
Semplificando, si potrebbe dire che nella traduzione prevale l’approccio semasiologico, in particolare per testi che hanno una funzione "esortativa" come il materiale marketing: andrebbero considerate non solo le accezioni e le connotazioni che potrebbero avere le parole in un particolare contesto ma anche le potenziali associazioni con altre parole. In questi casi possono essere utili alcune risorse lessicali particolari, ad es. la voce odore del Dizionario delle collocazioni Zanichelli sembra indicare una prevalenza delle associazioni negative a quelle positive:
Ancora più dettagliate le informazioni di una risorsa che mi piace moltissimo, il Dizionario analogico della lingua italiana, visualizzabili qui.
PS Per il cibo a me viene da dire buon odore, credo che profumo lo direi forse solo per pane e torte che stanno cuocendo nel forno. Il bello della lingua è proprio questa flessibilità!
Marco:
Grazie Licia per la risposta ricca di informazioni e dettagli!
Licia:
@Marco, a proposito, ieri sera ho fatto una torta e ho avuto modo di osservare che le due persone che hanno commentato l’odore hanno detto entrambe che buon profumo e che io per la prima volta mi sono resa conto che è un pleonasmo.