Un’appassionata di giardinaggio mi ha chiesto cosa volesse dire tuff, parola letta sulle istruzioni italiane di una bustina di semi di lobelia:
Le piantine giovani vengono trapiantate in cespuglietti, i cosiddetti “tuff”.
Le istruzioni sono anche in tedesco, dove è spiegato che le piantine vanno trapiantate in so genannten Tuffs, “in cosiddetti Tuff”, parola che però significa “tufo” al genitivo. In francese invece c’è scritto Repiquez les plantules en touff es [sic] e touff dovrebbe essere simile all’inglese tuft (con la “t” finale) che vuol dire ciuffo, ad es. d’erba o di altre piante.
A causa di un refuso viene spacciato come termine di giardinaggio una parola inesistente, tuff, che così appare in due diverse lingue. Non in questo caso, ma effettivamente capita che ci siano errori all’origine di nuove parole o di innovazioni linguistiche: alcuni esempi in un post recente, Paradisi fiscali e parole nate per sbaglio, e relativi commenti.