Questa striscia di Savage Chickens mi ha fatto pensare ad alcuni vecchi post:
Idiosincrasie per le parole accenna al fenomeno per cui alcuni vocaboli suonano particolarmente sgradevoli, come ad esempio moist per gli americani che in proposito hanno coniato il termine phonoaesthetics.
Neologismi belli e brutti, c’è posto per tutti! riprende un articolo sui criteri di legittimità dei neologismi e sulla sterilità di una un’eventuale estetica delle parole perché non è possibile stabilire un canone di bellezza o bruttezza dei suoni.
In Linguaggio e percezione c’è l’esempio di un video che mostra come intonazione, pause e altri tratti prosodici possano riuscire a influenzare la valutazione di un testo.
Relatività linguistica e suffisso inglese -ette fa riferimento al concetto di relatività linguistica (l’ipotesi che la percezione del mondo in cui viviamo sia influenzata dalle strutture linguistiche usate per descriverlo) e cita uno studio che ha dimostrato come la propria madrelingua possa influire sull’effetto che fanno le parole, e quindi i concetti che identificano, anche in altre lingue.