Grazie alla raccolta differenziata degli oli vegetali esausti si sta diffondendo la consapevolezza che l’olio alimentare non dovrebbe mai essere versato negli scarichi perché non è biodegradabile e causa seri danni ambientali: può ostacolare il funzionamento dei depuratori e inquinare le falde acquifere e i terreni, dove forma una pellicola che impedisce alle radici di assorbire acqua e sostanze nutritive.
Un problema meno noto è che alcuni oli solidificano a temperature relativamente alte (ad es. +10° C) e nei liquami si uniscono ad altri rifiuti non biodegradabili, come assorbenti e salviette umidificate per l’igiene intima (wet wipes), cosolidandosi in masse che possono ostruire scarichi e fognature. In inglese questi accumuli di grasso (fat) hanno un nome efficace e facile da ricordare: fatberg, parola modellata su iceberg.
Se si intasa la fossa biologica, la colpa potrebbe essere di chi cucina!
Aggiornamento agosto 2013 – Si discute di fatberg anche in Il grasso sotto Londra, dove è descritto come “palla di schifo”. 😀
Pina:
Esatto! E a questo proposito, il miglior metodo per gettare l’olio è aspettare che si raffreddi e poi metterlo in una bottiglietta di plastica che dovrà poi essere portata a un’isola ecologica. Lo so, è noioso, ma anche gettare la bottiglietta nell’indifferenziata è dannoso…
(ps: Licia complimenti per il blog! Lo seguo da parecchio ma questo è il mio primo commento!)
Licia:
Grazie Pina! In alcuni comuni ci sono anche appositi raccoglitori posizionati vicino a quelli per altri materiali. Anch’io penso che smaltire l’olio correttamente dovrebbe diventare un’abitudine come ormai è un automatismo la raccolta differenziata di carta, vetro, plastica e alluminio.
Rose:
Questo è un buon reminder, Licia. Ti ringrazio, perchè quando l’olio è pochino, confesso che trovo seccante tirar fuori imbuto e contenitore, e lo lascio andare nel lavandino, fecendo scorrere acqua calda. L’immagine di una montagna di grasso che va a formarsi da qualche parte per causa mia, sarà un buon deterrente.
Silvia Pareschi:
Grazie Licia, non ci avevo mai pensato. Ecco un’altra cosa da aggiungere alla raccolta differenziata.
“Fatberg”, malgrado l’oggetto disgustoso che descrive, è una parola fantastica!
Licia:
@Rose e Silvia, anche a me la parola fatberg piace molto, nonostante l’orrore che descrive (le foto dell’articolo che ho collegato sono davvero disgustose).