L’espressione fiscal cliff, da qualche giorno immancabile nelle notizie economiche dagli Stati Uniti, è una metafora attestata nell’inglese americano almeno dal 1957. Sempre usata in modo generico, solo nel 2012 ha assunto un significato specifico: identifica la combinazione di tagli alla spesa, di aumenti delle tasse e di fine di alcuni incentivi fiscali che avranno luogo automaticamente nel gennaio 2013, con possibili conseguenze disastrose sulla ripresa economica americana, a meno che il parlamento (Congress) non riesca a trovare un accordo sul tetto al debito.
I media italiani sembrano privilegiare il prestito fiscal cliff, aggiungendo inizialmente descrizioni che vanno da “rupe fiscale” e “scogliera fiscale”, letterali e poco efficaci, a soluzioni come “baratro fiscale” e “precipizio fiscale”, che invece sono più simili alla metafora originale*.
Il lessicografo Ben Zimmer in ‘Fiscal cliff’ for Word of the Year! evidenzia però anche alcune connotazioni aggiuntive della metafora, legate a precise conoscenze enciclopediche degli americani: i cosiddetti cliff-hanger, i finali “in sospeso” cinematografici, dove bisogna aspettare la puntata successiva per sapere come andrà a finire (il riferimento è ai film che si concludevano con il protagonista letteralmente appeso all’orlo di un burrone), e la scena finale del film Thelma e Louise, che rende molto vivido il concetto di driving off the (fiscal) cliff. Non è quindi un caso che molte vignette americane sull’argomento sfruttino uno di questi due riferimenti.
A questo punto mi domando se per un italiano che abbia una conoscenza media dell’inglese la parola cliff risulti neutra o abbia addirittura connotazioni positive, ad esempio se la si è imparata nella locuzione the White Cliffs of Dover, le bianche scogliere di Dover, o la si associa a qualche luogo scenografico come le Cliffs of Moher in Irlanda. Nel dubbio, in un ambito non specialistico italiano preferisco il calco precipizio fiscale all’anglicismo fiscal cliff, che peraltro è giustificabile perché indentifica un concetto specifico in un contesto particolare.
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* Va comunque considerato che gli aggettivi fiscal in inglese e fiscale in italiano nel lessico comune non sono sempre equivalenti e in questo caso precipizio o baratro finanziario renderebbe meglio l’espressione inglese: dettagli in fiscal cuts ≠ tagli fiscali.
Aggiornamento – Nei commenti, ulteriori esempi e riferimenti sull’effetto e sull’impatto emotivo di metafore alternative (cfr. relatività linguistica).
Luigi Muzii:
Da leggere, per tutti gli altri (l’autrice sembra avervi ampiamente attinto), la relativa pagina Wikipedia, che offre anche spunti di approfondimento linguistico.
Non è casuale che sia stato proprio Bernanke a scegliere “cliff”, non solo perché fu scelto da Dubya e le sue critiche riguardano il mancato rinnovo degli sgravi fiscali del presidente del 911, ma anche per la Dottrina Bernanke, più volte criticata per le ragioni opposte a quelle usate contro il fiscal cliff.
E sarà difficile che il Congresso trovi una sintesi, visto che per i prossimi due anni sarà a maggioranza repubblicana.
Sulle conoscenze enciclopediche sorvolerei. Ho appena visto un video interessante che testimonia come il pressapochismo dei giornalisti italiani sia ben bilanciato da quello dei colleghi britannici, anzi, anche se chiunque abbia avuto modo di frequentare le popolazioni autoctone d’oltre Manica non dovrebbe meravigliarsene. A volte, invece, mi meraviglio io di come tanto sapere possa andare sprecato.
Licia:
@Luigi Muzii, grazie per il link a Wikipedia (l’altro non funziona), utile per chi è interessato agli aspetti politici, legislativi ed economici, che non sono trattati qui. Non mi sembra però che contenga alcun approfondimento linguistico aggiuntivo rispetto ai due articoli che ho citato, The fiscal cliff in Oxford Dictionaries Blog (nel post è il link modo generico; per chi legge da un computer “tradizionale” si possono visualizzare ulteriori informazioni al passaggio del puntatore) e ‘Fiscal cliff’ for Word of the Year! in CNN Money.
Per rendere esplicito uno dei riferimenti citati da Ben Zimmer, chiaramente ripreso dalla vignetta in apertura, aggiungo un’immagine della scena finale del film Thelma e Louise:
Aggiornamento 13 novembre – Una risorsa per insegnanti di inglese, Cartoons for the Classroom: Fiscal Cliff, fa un’analisi di questa vignetta, dove il riferimento al film è ancora più palese:
Vignetta di Michael Ramirez
Gabriella:
Luigi, non ti rendi conto che i tuoi commenti non sono mai attinenti con l’argomento del post?
Luigi Muzii:
Eric Allie è schierato, tutto qui, e le connotazioni linguistiche nell’articolo Wikipedia ci sono, eccome:
1. “fiscal cliff is a neologism”
2. “Some analysts have argued that ‘fiscal slope’ or ‘fiscal hill’ would be more appropriate terminology”
Ce ne sono anche altre, ma la pagina andrebbe letta tutta e mi rendo conto che l’argomento possa non essere altrettanto interessante.
@Gabriella: come mai da queste parti, mi chiamate tutti per nome, qualcuno si permette anche di offendere, ma nessuno si rende mai riconoscibile?
Nautilus:
Molto interessante la notazione sulla negatività, neutralità o positività del termine “cliff”.
Personalmente attribuisco a questa parola una connotazione del tutto positiva: le White Cliffs of Dover di quando studiavo in Inghilterra, le Cliffs of Moher delle cui immagini mia sorella aveva tappezzato la stanza, le Møns Klint danesi di cui ho ricordi splendidi e le Panga Pank sull’isola estone di Saaremaa (anch’esse emotivamente legate al mio passato), hanno tutte esercitato su di me un grande fascino, la cui positività mi viene oggi del tutto spontaneo ancorare alla parola “cliff”.
L’unica possibilità (almeno nel mio caso) di dare a “fiscal cliff” un’accezione negativa (e dunque più consona alla descrizione dell’attuale contesto economico) è quella di ricorrere a espressioni come “precipizio fiscale” o, ancor meglio, “baratro fiscale”.
Licia:
@Nautilus, secondo me baratro rispetto a precipizio può avere anche una connotazione aggiuntiva di turpitudine che in certi contesti può essere appropriata ;-).
Aggiornamento 16 novembre 2012 – In Falling Off the "Fiscal Cliff", pubblicato oggi, Zimmer allarga la sua analisi alla terminologia alternativa proposta nel frattempo. ad es. fiscal slope e fiscal hill (citati anche qui sopra in un commento), indicando che le metafore di pendii e colline, per quanto più attinenti (mal che vada, per l’economia americana non ci sarà alcuna caduta improvvisa, né un punto di non ritorno) non hanno lo stesso effetto e impatto emotivo di fiscal cliff. Ribadisce inoltre i riferimenti culturali ai cliff-hanger, a Thelma e Louise e a un altro elemento che fa parte dell’immaginario collettivo americano, il suicidio in massa dei lemming (che però è una finzione cinematografica e non esiste in realtà).
Aggiornamento 10 dicembre 2012 – In Why It’s Hard to Replace the ‘Fiscal Cliff’ Metaphor, il linguista George Lakoff, tra i maggiori esperti di metafore, spiega perché è improbabile che la metafora del “precipizio fiscale”, per quanto fuorviante, possa essere sostituita da un’alternativa più attinente, come ad es. fiscal hill, fiscal curb o fiscal showdown. Viene data una spiegazione molto dettagliata che inizia con questa premessa:
[…] The reason has to do with the way that metaphorical thought and language work in the brain. From a cognitive linguistics perspective, "fiscal cliff" is not a simple metaphor bringing "fiscal" together with "cliff." It is instead a linguistic metaphor that is understood via a highly integrated cascade of other deeper and more general conceptual metaphors. […]
Rose:
Però c’è una sorta di ossimoro tra la pressione fiscale che si alza e il baratro che sprofonda. Per la felicità di Nautilus, potremmo dire che sono inversamente proporzionali… o no?
Nautilus:
@ Rose:
Sai che in queste occasioni mi tocca il ruolo del cattivone antipatico 🙂 Dunque dunque, due grandezze sono inversamente proporzionali quando una cresce e l’altra decresce… ora, se si può dire che la pressione fiscale cresce converrai con me che invece il baratro è fisso e non si muove, giusto? 🙂
Rose:
Nope! Il baratro sprofonda… e non dirmi che nella realtà non sprofondano o, se lo fanno, lo fanno in modo impercettibile. Nelle metafore i baratri sprofondano sempre più, man mano che le tasse si alzano. 😉 Sorrido, ma ci sarebbe da piangere.
Alex:
salve, Licia.
Dopo il nostro ‘incontro’, ho trovato un altro articolo assai interessante sul ‘baratro fiscale’, stavolta in francese, e ho aggiornato un’altra volta il mio post (vedi alla fine):
http://metagrafo.wordpress.com/2013/01/02/la-terminologia-sul-baratro/
Buona lettura!
Licia:
@Alex, grazie, davvero molto interessante.
Nel frattempo ho notato che nelle notizie di fine dicembre e inizio gennaio nei media italiani continuava a essere usata l’espressione inglese, fiscal cliff, ma se veniva associata la traduzione c’era una tendenza a preferire baratro a precipizio. Non ho invece visto alcuna osservazione sul significato più ampio di fiscal. Nello stesso periodo ho anche notato un picco di accessi a questo post, il risultato di ricerche sul significato di fiscal cliff, segno che i media generalisti spesso danno un po’ troppe informazioni per scontate.