A proposito di conigli, in inglese americano i dust bunnies, “coniglietti di polvere”, sono gli accumuli di peluria che si formano sotto i letti e altri mobili (e anche nei computer!).
In italiano c’è la parola laniccio ma in alcune regioni settentrionali si preferisce dire gatti.
Anche in America c’è chi li chiama dust kittens (gattini), mentre per altri sono dust mice (topi) o generiche dust balls.
In Gran Bretagna, invece, di solito si dice fluff. Quasi ovunque c’è la moquette e il laniccio che si forma (carpet fluff) non ha la tendenza a muoversi a ogni minimo spostamento d’aria, il che forse potrebbe spiegare perché da quelle parti non sono venute in mente metafore zoologiche.
E voi cosa dite? Laniccio, gatti come a casa mia, o usate qualche altro regionalismo?
Aggiornamento gennaio 2019 – Agli altri nomi descritti nei commenti (gatte, gattini, mignin, mattole, pappici…) aggiungo alcuni contributi ricevuti su Twitter: lana e lanetta in Lombardia e altrove, laniccia a Roma, gomitoli in Sardegna; per la serie animali, gatti e sue varianti è usato non solo al nord, ad es. a Napoli c’è chi dice gattoni e in Calabria c’è chi usa pecorelle. In Sicilia ci sono le muffette, in un dialetto della Sardegna centrale i pitti pitti e dalle parti di Cagliari sa pinninnìa. in Alto Piemonte si dice puffia, parola in cui penso si possano rilevare elementi di fonosimbolismo: la fricativa labiodentale sorda /f/ richiama il soffio, leggerezza ma anche inconsistenza (cfr. fluff in inglese e in italiano fuffa).
Per l’inglese americano aggiungo dust mice (topi) e dust kitties (gattini) e poi beggar’s velvet (velluto del mendicante), ghost turds (stronzi di fantasma) e house moss (muschio).
Un grosso grazie a chi ha contribuito, che ho citato in Gatti (di polvere) e altri regionalismi dove trovate esempi di piemontesismi tra cui ciapapuer (“prendipolvere”, soprammobile o altro oggetto inutile su cui si accumula la polvere).
Vignetta: Kit ‘N’ Carlyle
Nico:
Nel veronese sono le “gatte”. Anzi, ovviamente, “le gate” 🙂
.mau.:
a casa mia si dice (rectius: mia moglie dice) “gatte” al femminile.
marianna:
in siciliano, o almeno nel palermitano: “mattola”… che è il nome del mio gatto! 🙂
Marco:
Adoro questi post 🙂 A casa mia (Milano) sentivo parlare di “gattini” di polvere.
Nautilus:
Gattini anche a casa mia (Milano). Mia moglie ha cominciato a chiamarli “(dulkių) kaciukai”: “gattini (di polvere)”; la cosa interessante è che questa espressione non esiste in Lituano, dove invece si utilizza “dulkių kamuoliai” (= “palle di polvere”). Porto dunque un caso concreto di contaminazione linguistica 🙂
Carla Crivello:
Mi pare di ricordare che in dialetto piemontese si usi “mignin”, cioè gattini.
Rose:
Non ricordo termini particolari, ma sarà meglio che vada a controllare sotto il letto… non vorrei trovarci gatti o conigli. 😉
Silvia Pareschi:
Gatti, gatti… però in America tutto è più grande, quindi è giusto che abbiano dei conigli 🙂
Silvia Pareschi:
(Uhm, ripensandoci, mi sa che il mio commento precedente rivela la mia scarsa dimestichezza con gli animali da cortile…)
Licia:
Grazie per tutti i contributi. Sembra proprio che in italiano, perlomeno nella sua variante settentrionale, sia prevalente la componente felina (nonostante il colore, non proprio tipico da gatto!).
@Silvia, ma quando sono allevati a scopo alimentare gli animali da cortile americani mi sembrano davvero giganti, pensa ai tacchini!
PS Aggiungo l’altra vignetta che avevo considerato per il post. In questo caso c’è un riferimento a una caratteristica dei conigli che condividiamo anche in italiano: la grande e veloce capacità riproduttiva.
Vignetta: The Buckets
donatella:
in Calabria niente “gattini”, da noi si chiamano “pappici” 😀
Suom(I)taly:
In finlandese si chiama villakoira (barboncino).
Licia:
I creativi che hanno ideato la pubblicità Gatto di polvere VS Folletto VR100 probabilmente sono settentrionali: