Questa striscia di Rhymes with Orange fa riferimento a un prodotto in vendita in alcuni paesi di lingua inglese il cui nome è insolito perché non è né un sostantivo, come la maggior parte dei marchionimi, né un aggettivo o un verbo (modo imperativo), ma addirittura una frase, I can’t believe it’s not Butter.
Cercando un’immagine di questo surrogato del burro sul sito inglese ho visto che la pubblicità più recente gioca proprio con la frase-nome, ironizzando di rinominare una nuova formula del prodotto in ‘I can’t believe “I can’t believe it’s not Butter” is better!’.
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Non credo che una pubblicità di questo genere potrebbe funzionare in Italia, d’altronde non mi vengono in mente marchionimi italiani composti da intere frasi, a parte forse Stira e ammira [capi più belli]. Qualche suggerimento?
Aggiornamento – Aggiungo SAIKEBON, gioco di parole orientaleggiante per nudolini orientali, disponibili in comode Bag e in pratiche Cup! 🙄
Nei commenti, Vita snella e Gratta e vinci (che però ha già subito volgarizzazione del marchio ed è diventato un nome generico).
Vedi anche Cibo e cultura, per alcune differenze culturali tra butter e burro in Gran Bretagna e Italia, non solo per l’aspetto dell’alimento ma anche per il suo uso in cucina e a tavola (basti pensare all’immancabile ciotolina di burro accanto al piatto all’inizio dei pasti in ogni ristorante ). Da brava italiana, non ho mai provato I can’t believe is not Butter o le sue imitazioni, e comunque un’occhiata agli ingredienti fa passare ogni eventuale curiosità…
Aprile 2017 – Una battuta in tema:
Elio:
Ma a soldoni, che è?
Margarina, grasso di balena, strutto, …?
Rose:
Poco pratico per la lista della spesa. Come lo abbreviano?
Licia:
@Elio: fai passare il puntatore sopra il link ingredienti: Vegetable oils, Buttermilk (5%), Water, Salt (1.5%), Emulsifiers: mono- and di-glycerides of fatty acids, Sunflower lecithin, Preservative: potassium sorbate, Vitamin E, Citric acid, Flavouring, Colour: beta-carotene, Vitamins A & D! È spalmabile e quindi immagino vada usato soprattutto sul pane, però a a quanto pare in America c’è anche la versione spray, pubblicizzata da un italiano molto famoso da quelle parti:
@Rose: non saprei proprio!
Silvia Pareschi:
Fabio!! Ah, Licia, questo spot è meraviglioso, mi sa che te lo rubo e lo riposto. L’accoppiata dei due “prodotti” è davvero geniale.
Licia:
@Silvia, ero sicura che anche a te sarebbe piaciuto 😉
E lo spray mi sembra perfetto per condire il Gustaccio!!!
Rose:
😀 Licia, il tuo sito favorisce il dialogo famigliare a tavola. Mio marito suggerisce:
“Gratta e vinci”, “Vita snella” (sottintende molto e forse potrebbe essere considerato una frase… o no?) e “Brutti ma buoni” (non so se sia un marchio o solo il tipo di biscotti).
Licia:
Grazie Rose! Gratta e vinci è un bell’esempio di conglomerato, un meccanismo davvero creativo di formazione di neologismi che usa verbi nel modo imperativo (come Stira e ammira, che però nel nome completo sembra inglobare anche un complemento oggetto, capi più belli). Sarei proprio curiosa di sapere se anche in italiano esistono nomi di prodotti composti da frasi più articolate, come I can’t believe it’s not Butter che unisce addirittura due proposizioni con due soggetti diversi.
Ilaria:
L’I can’t believe it’s not butter è stato uno dei miei primi shock culturali, ma considerato che in genere mettevo nel cestino il burro della Cornovaglia e il latte gold top, non ho mai avuto il coraggio di provarlo. :-6
Licia:
@Ilaria, io ero rimasta abbastanza scioccata anche dai prodotti boil-in-a-bag che avevo ancora fatto in tempo a vedere in commercio, in particolare del pesce sottovuoto pieno di coloranti (giallo o arancione) in una busta di plastica che si faceva bollire in acqua…