In Lingue, funzione fatica e cortesia riportavo che gli inglesi trovano brusco e scortese il modo di parlare esplicito dei tedeschi, ma in realtà si tratta di strategie di comunicazione diverse. Questo tipo di fraintentimenti contribuisce a molti stereotipi culturali.
Mi è tornato in mente quando ho cercato un’immagine per diphthong nella ClipArt di Microsoft Office, versione americana. Sapevo che eventuali insulti, per quanto blandi, non avrebbero restituito alcun risultato e così ho scelto “rudeness” come prima chiave di ricerca.
Non mi aspettavo di ottenere un’unica immagine associata a rudeness e sono rimasta alquanto perplessa che fosse la foto di un tedesco, resa inconfondibile dalla bandiera dipinta in faccia.
ClipArt politicamente scorretta e fedele ai peggiori stereotipi?!?
Il risultato è sicuramente casuale ma sono comunque stupita perché di solito gli americani sono molto attenti a questi dettagli: non è una buona idea associare tag “negativi”, come rudeness, mischief, fanatics, trouble, a un’immagine legata a una nazionalità specifica.
Andrebbe anche considerato che nelle versioni localizzate i tag (parole chiave) vengono spesso tradotti individualmente, senza sapere a che immagini siano associati, e quindi non è improbabile che in qualche lingua le parole scelte possano avere connotazioni negative più marcate che in inglese (rudeness, ad es., potrebbe essere reso in italiano con scortesia o maleducazione ma anche con indecenza o volgarità).
In casi come questo non si ha a che fare con terminologia ma con parole del lessico comune, tuttavia si dovrebbe applicare una metodologia di lavoro simile: si analizzano i termini all’interno del loro sistema concettuale e le parole chiave nel loro contesto d’uso.
Vedi anche: altri esempi di ClipArt in Cibo e cultura (e ClipArt di Office), San Patrizio, pizzicotti e “Oirishness” e Immagini, traduzione automatica e tazze.
Rose:
Io pensavo che queste associazioni tag-immagini fossero fatte dai motori di ricerca, randomaticamente (si può dire?). Ci sarebbe invece un “omino” addetto? 😉
Quanto al politicamente scorretto, temo che sia abbastanza diffuso sia sul web che nella realtà.
Brutto che ci fosse comunque una sola immagine. I supporters inglesi non hanno una fama migliore… se è per questo, nemmeno certe tifoserie italiane. Bah! 🙁
Licia:
@Rose, penso che qui sia stato proprio l’”omino”. 😉
In effetti ci sono dei sistemi per il “tagging” automatico delle immagini (la voce Automatic image annotation di Wikipedia ha una bibliografia molto dettagliata) ma non credo che siano usati per raccolte come la ClipArt, che contiene un numero di immagini relativamente ridotto, e una buona percentuale di queste immagini risale ormai a parecchi anni fa, quando questi sistemi erano ancora del tutto sperimentali (e non sono ancora del tutto perfezionati: non a caso in altri contesti si ricorre ancora molto alle folksonomie). Immagino poi che proprio per evitare problemi di “politicamente scorretto” si preferisca l’intervento umano. Nell’esempio che ho fatto, il problema non è tanto la parola chiave rudeness (l’immagine ha molte altre parole chiave che la descrivono, alcune negative ma altre neutre), quanto che sia stata assegnata a un’unica immagine, e che questa immagine sia rappresentativa di una nazionalità.