A proposito di copertine di libri, mi diverte l’idea di usare i titoli sul dorso per creare delle composizioni. Un esempio di poesia dorsale di Antonella Ottolina e Silvano Belloni:
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Confesso che ho vissuto
L’incontro di scienza e spirito
Quando ho imparato a respirare sott’acqua
Profondo come il mare
Più profondo del blu.
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(via L’Androide Minimalista)
In inglese ho letto alcune proposte di Stan Carey in Sentence first, ispirate dal progetto Sorted Books di Nina Katchadourian. Stan usa il tag bookmash e chiama le sue composizioni book spine mashup, usando una parola che ultimamente sta avendo una certa visibilità anche in ambito letterario e di cui avevo parlato in L’invasione dei mashup.
Rose:
Aaah! Le poesie dorsali! 😀 E’ divertente comporle, e non necessariamente così facile. Un titolo per verso, senza aggiungere nient’altro, solo la punteggiatura, se uno ne sente proprio la necessità. Alcuni contest letterari stabiliscono anche il numero massimo dei versi e allora diventa una sfida interessante. Il rischio è l’effetto ‘lista della spesa’(se ne vedono diverse sul web), ma la poesia riportata è invece piacevole e intrigante. Se la padrona di casa ha piacere, ne metto una mia.
Licia:
@Rose, certo, mi farebbe molto piacere!
Rose:
OK, allora. Metto questa:
Il labirinto d’acqua
Avidamente vivo
il silenzio che si veste
la stanza dell’alba
attraversata
come in volo
oltre la notte.
Canne al vento
periferie dell’anima
in fuga
senza dirsi addio.
* * * * * * * * * * *
Eric Frattini
Luana Trabuio
M. Rita Sampaolesi
Marco Lando
Giuseppe Zambarbieri
Gabriella Daniele
Luisa Gossa
Grazia Deledda
Valentina Agostinis
Perihan Magden
Linwood Barclay
… mah! forse un po’… acquosa? 😉
Licia:
Grzie Rose, complimenti davvero.
Aggiungo che leggendo mi sono venuti in mente i papiri del fiume Ciane vicino a Siracusa…
Rose:
Grazie, Licia. Troppo buona.
Non conoscevo la riserva naturale del fiume Ciane. Ho fatto una piccola ricerca… un luogo stupendo.
Tornando alle dorsali, come dicevo, è più interessante quando hai il limite di pochi versi. Te ne metto un paio che mi ha divertito molto comporre, anche se non ho vinto il concorso 😀
Il cielo, la terra e quel che sta nel mezzo:
l’isola dei senza colore,
la fine dell’eternità.
Nemesis
dei delitti e delle pene.
Marlo Morgan, Oliver Sacks, I. Asimov, I.Asimov, C.Beccaria
Carnefici vittime spettatori
gli eredi dell’Eden
i quasi adatti.
Cento anni di psicoterapia e il mondo va sempre peggio.
Se questo è un uomo
le balene stiano sedute.
R. Hilberg, W. Smith, P. Hoeg, J. Hilman – M. Ventura, P. Levi, A. Bergonzoni
Licia:
@Rose, di nuovo, complimenti! Immagino ci voglia un bel po’ di tempo a mettere insieme i titoli?
Rose:
Buon giorno. 😀
Se attingi alla tua biblioteca personale, non ci vuole tantissimo, perchè in fondo, conosci i libri che hai e lo sforzo maggiore è la posizione che devi assumere (come da post precedente), mannaggia alla cervicale!
Secondo alcuni ‘puristi’, le vere dorsali dovrebbero essere corroborate da una foto della composizione dei libri, una sorta di riprova, insomma (o forse un incoraggiamento all’acquisto di più pubblicazioni), perchè, ho letto da qualche parte, cercando fra i catalogni sul web, anche un computer riuscirebbe a mettere insieme una poesia.
Mah! Forse, giusto the bicentennial man… ma siamo lontani da quei livelli, credo.
Rose:
Ho ritrovato il sito:
http://www.poesiadorsale.it/www.poesiadorsale.it/Come_si_fa.html
“La poesia dorsale è un’attività performativa nel senso più ludico del termine. Questo, perlomeno, per noi che l’abbiamo inventata. In ogni caso, nasce guardando i libri.
Quando si compone una poesia dorsale i libri devono essere fisicamente presenti, perché, a mettere in fila dei titoli presi dai cataloghi delle case editrici, è capace qualsiasi computer.
Inoltre la poesia dorsale è nata da uno spunto visivo e perciò va scattata una foto, subito, alla prima versione convincente, che poi resta l’unica e sola testimone della propria creazione.”
Beh, io non sono d’accordo sul carattere esclusivamente ludico di questo tipo di composizione poetica e dubito fortemente che un computer abbia la sensibilità, l’ironia, il senso lirico e tutto quanto concorre alla scrittura di versi.
Ma forse non conosco abbastanza i computer… Forse, a dargli un tema specifico, tipo: dorsale noir o sentimentale o comica… chissà.
Tu sei l’esperta, Licia. Cosa ne pensi? 😀
Licia:
@Rose: mah, credo che quella del computer sia solo una provocazione. Invece anche per me l’aspetto visivo è importante (altrimenti non si chiamerebbe poesia dorsale ma farebbe riferimento solo ai titoli :-)).