Un articolo di The Associated Press conferma che persiste l’idea che gli eschimesi abbiano moltissime parole diverse per descrivere la neve e il ghiaccio:
In realtà, come accennavo anche qui, si tratta di una leggenda metropolitana, entrata nella cultura popolare in seguito alle teorie di Benjamin Whorf sulla relatività linguistica. Whorf aveva ripreso alcune osservazioni dell’antropologo Franz Boas, che aveva registrato numerose parole per descrivere la neve nella lingua degli inuit, a sostegno dell’ipotesi che la percezione del mondo in cui viviamo è influenzata dalle strutture linguistiche usate per descriverlo (e quindi un inuit e un americano non possono “concepire” la neve allo stesso modo).
Il linguista G. K. Pullum ha contribuito a smascherare definitivamente la bufala in The Great Eskimo Vocabulary Hoax. La lingua parlata dagli Inuit è infatti polisintetica e può formare parole molto lunghe e complesse aggiungendo diversi affissi descrittivi che possono modificare le proprietà sintattiche e semantiche della parola di base, o aggiungere specificazioni che in altre lingue si esprimono con intere frasi, dando luogo ad elementi lessicali che a un’osservazione superficiale possono sembrare innumerevoli parole diverse, mentre in effetti esistono solo un paio di parole-radice per parlare di neve (dettagli tratti da Lingua inuit).
Snowclone
Nei media di lingua inglese si continuano trovare riferimenti a questa storia, soprattutto in costruzioni del tipo “se gli eschimesi hanno N parole per la neve, allora X deve avere M parole per Y”, tanto che Pullum e il collega Glen Whitman hanno chiamato snowclone questo tipo di frasi.
Uno snowclone è una frase altamente riconoscibile che segue una formula fissa e che al suo interno ha uno o più elementi che possono essere variati. Esempi: X è il nuovo Y; emergenza X (rifiuti, traffico, maltempo, neve…); è gelo tra X e Y. È un espediente molto usato dai giornalisti, al punto che le frasi che ne risultano sono spesso logore e scontate e sono diventate cliché.
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Vedi anche: Bufale in agguato, sull’etimologia di bufala e di hoax, e L’inglese NON è una lingua “sintetica”, sulla differenza tra lingue sintetiche e lingue analitiche.
Aggiornamento novembre 2011: Language Log torna sull’argomento con "Don’t you know it’s not just the Eskimo", ispirato dall’uscita dell’album di Kate Bush 50 Words for Snow.
Molto efficace la vignetta di Matt Bors, che sfrutta il significato gergale di snow = cocaina.
Bestiario di Zampagna:
Bufala propagata anche dal romanzo ‘Il senso di Smilla per la neve’.
Rose:
Peccato, però. A me era piaciuta l’idea e anche il libro di Peter Høeg.
30 parole assurde intraducibili in altre lingue, illustrate con disegni splendidi | DAILYBEST:
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