Agosto 2011: anche in Italia è stato dato risalto alla notizia, riportata da vari media britannici, che il primo ministro David Cameron, in vacanza in Toscana, ha bevuto un cappuccino in un bar ma poi, scandalo, non ha lasciato la mancia!
Siamo proprio in silly season, non solo oltremanica.
Mi domando se i redattori italiani che hanno criticato Cameron, riprendendo pedissequamente i commenti inglesi, abbiano l’abitudine di lasciare la mancia quando, in Italia, fanno colazione al bar (a meno che non si tratti di qualche centesimo di resto per fare cifra tonda). Non mi sembra si siano resi conto della differenza culturale che rende la storia della mancia mancata una “non notizia” per un pubblico italiano.
Come ben sa chi viaggia all’estero, le consuetudini sulle mance cambiano moltissimo da paese a paese e se non si conoscono (ammontare, modalità di elargizione, a chi darla e a chi no…) si rischiano malumori, gaffe e offese.
Senza arrivare ai livelli degli Stati Uniti, dove per alcuni tipi di servizi la mancia è praticamente obbligatoria, anche nel Regno Unito i camerieri contavano sulle mance per arrotondare lo stipendio, perlomeno fino a un paio di anni fa, quando è stata introdotta una normativa tuttora molto discussa. In quell’occasione HM Revenue & Customs (il fisco britannico) aveva ufficializzato due termini abbastanza insoliti:
tronc: | le modalità per dividere tra il personale le mance o i costi di servizio pagati dai clienti, oppure una specie di “cassa comune” in cui vengono raccolte tutte le mance (e anche l’insieme delle mance) |
troncmaster: | la persona, diversa dal datore di lavoro, incaricata di dividere le mance tra il personale |
L’etimologia è dal francese tronc, la cassetta dell’elemosina, presumibilmente anche con riferimento al contenitore per le mance (tip jar) che si può trovare sui banconi o vicino alla cassa di alcuni locali.