A proposito di parole inglesi che finiscono in -ette, ce n’è una che suona molto graziosa ma che invece può rappresentare una grossa complicazione per i terminologi: è doublette, il termine che descrive i famigerati doppioni nei database terminologici (due o più schede diverse per lo stesso concetto).
Del significato di doppione / doublette in terminologia e dei problemi che comporta nel lavoro terminologico ha discusso recentemente Barbara Karsch in Doublettes—such a pretty term, yet such a bad concept, Why doublettes are bad e Avoiding doublettes […].
In linguistica, invece, il termine doppione (sinonimo: allotropo) descrive parole di una lingua che hanno la stessa etimologia ma sfumature stilistiche oppure significati diversi (ad esempio, malinconia e melanconia, vizio e vezzo).
In inglese il doppione linguistico si chiama doublet. Tipici esempi sono proprio le parole double, doublet e doublette che risalgono tutte al latino duplus ma sono entrate nella lingua per vie diverse e in tempi diversi (double dal francese antico nel XIII secolo, doublet dal francese antico ma nel secolo successivo e doublette molto più recentemente, ancora dal francese ma passando attraverso il tedesco).
Grazie alla sua storia, l’inglese è una lingua particolarmente ricca di doppioni (doublet), una complicazione nel lavoro terminologico quando l’inglese è la lingua di partenza e una o più lingue di arrivo condividono origini etimologiche dell’inglese ma hanno minore variabilità. Può succedere infatti che due doppioni inglesi vengano usati per differenziare concetti diversi in un ambito specifico, ad es. status e state oppure person e persona, e che la lingua di arrivo preveda realizzazioni lessicali simili (stessa etimologia) ma disponga di un’unica parola (ad es. stato e persona in italiano), costringendo a soluzioni alternative non sempre pienamente soddisfacenti.
Aggiornamento – Esempi di allotropia in italiano che non hanno corrispondenza in inglese: circolo, cerchio, cerchia e lingua e linguaggio.
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