Uno studio riassunto in Speakers with a foreign accent are perceived as less credible indica che le informazioni comunicate da chi parla con accento straniero sono percepite come meno attendibili rispetto agli stessi dati forniti da una persona di madrelingua, indipendentemente dai pregiudizi sulla nazionalità di chi parla: questo perché un accento marcato richiede uno sforzo di comprensione e il nostro cervello tende a ritenere più veritiere le informazioni che sono più facili da elaborare (in inglese si parla di cognitive fluency).
Fuori dai laboratori di ricerca, presumo che gli stereotipi associati all’accento giochino comunque un ruolo rilevante, anche se inconsciamente. E ho l’impressione che, in caso di pronuncia senza inflessioni evidenti, anche alcuni tipi di errore possano condizionarci.
Mi vengono in mente vari esempi, tra cui quello di un’amica finlandese che parla italiano senza alcun accento e che usa lessico, tempi verbali e sintassi alla perfezione, ma che ha problemi con la concordanza del genere di sostantivi e aggettivi (ad es. dice “è un piatto molto appetitosa”). Temo che, per chi non la conosce, errori così palesi possano rendere quello che dice meno credibile rispetto alle parole di chi invece magari non azzecca congiuntivi e verbi irregolari ma non confonderebbe mai maschile e femminile.
A livelli di competenza linguistica elevata, mi sembra infatti che la ripetizione di errori che i madrelingua percepiscono come facilmente evitabili (non il caso dei congiuntivi!) possa insinuare dubbi sull’attendibilità della comunicazione, come se la persona non sapesse esattamente quello che sta dicendo. O sono solo io ad avere questa impressione?
Aggiornamento 2014 – in Telemarketing “estero” e pragmatica altri fattori che condizionano la credibilità di operatori stranieri.
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Vedi anche: La mente: foglio di calcolo o motore di ricerca? (metafore relative all’acquisizione del linguaggio)
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