“Kluge” ed errori nei database terminologici

Kluge: noun, pronounced /klooj/ (engineering): a solution that is clumsy or inelegant yet surprisingly effective - Gary MarcusScientific American cita un libro sulla mente umana con un titolo insolito, Kluge*, che sulla copertina è seguito da un asterisco che rimanda a una nota con il significato della parola: “una soluzione maldestra o poco elegante ma sorprendentemente efficace”, ovvero una metafora per alcuni espedienti del nostro cervello che funzionano anche se non sono particolarmente logici o efficienti, come la gestione del linguaggio.

In ambito informatico il termine gergale kluge e la sua grafia alternativa kludge possono descrivere un “programma che, pur svolgendo il suo compito, è stato scritto in fretta o composto di parti poco omogenee e risulta quindi mal progettato”.

Questo concetto mi ricorda un errore notato in un database terminologico multilingue, vistoso perché ripetuto nelle schede di varie lingue a cui mancava un equivalente diretto per kludge, cosicché in ciascun campo del termine era stata invece inserita una descrizione, simile alle spiegazioni tra virgolette dei capoversi precedenti.

Temo si tratti di un errore non poi così raro nei database terminologici orientati al concetto e imputabile a scarsa familiarità con la struttura del database e con il significato e l’uso dei relativi campi, come pure a un approccio semasiologico che porta a riprodurre quanto trovato in dizionari o glossari tradizionali anziché lavorare partendo dal concetto. 

Ricorrere a una descrizione è infatti un’opzione accettabile in un dizionario bilingue ma
non è un espediente ammesso per il campo del termine di una scheda terminologica, specialmente se il database è usato a supporto di sistemi di traduzione assistita, di traduzione automatica e di gestione della conoscenza: va sempre trovata una soluzione terminologica o, se necessario, più di una (ad esempio, si potrebbe ricorrere al prestito e a una o più “traduzioni”), differenziando ciascun termine in base al dominio, al contesto, al prodotto e/o altre classificazioni previste dal database e processabili anche dai sistemi che ne utilizzano i dati, e aggiungendo note d’uso descrittive negli appositi campi.
….

* Il titolo della traduzione italiana del libro è Kluge. L’ingegneria approssimativa della mente umana: viene mantenuto il riferimento inglese ma, per spiegarlo, nelle pagine iniziali viene proposta la parola “accrocchio” come traduzione letterale.

Aggiornamento 2015 – Una parola simile a kluge è hack: dettagi in #hackschool, hackathon e H-ACK per il MIUR.

Vedi anche:

Concetti e termini: un esempio da Office per Mac, per una rappresentazione grafica di un concetto con un diverso numero di realizzazioni lessicali in lingue diverse (nell’esempio, due in inglese e una in italiano) 
Scelte terminologiche: ringare, Rrring! e trillo, per esempi di opzioni disponibili quando manca un termine equivalente nella lingua di arrivo 
Effetto mouseover: la “serrandina”, per un esempio di scelte terminologiche diverse in base a contesti di uso diversi  
Silenzio… the server is quiesced e Domande sulle risposte… per alcune note sui dizionari e loro usi per le ricerche terminologiche 

5 commenti su ““Kluge” ed errori nei database terminologici”

  1. @ .mau.: confesso che quando ho scritto il post ho dovuto verificare cosa volesse dire esattamente accrocchio perché non ne ero sicura al 100% e perché avevo l’impressione che avesse solo accezioni negative: ho scoperto che accrocchio si trova nello Zingarelli ma non in altri dizionari, che invece contemplano solo la forma accrocco, marcata in ogni caso come regionale. Forse lo svantaggio di accrocchio/accrocco è che anche altri come me potrebbero non trovarla una parola del tutto familiare e pensare che si riferisca a una soluzione raffazzonata che funziona comunque male mentre un klu(d)ge svolge il suo compito senza dare problemi.

    Licia

  2. .mau.:

    infatti. L’accrocchio – almeno per il mio orecchio – è qualcosa messo su per ottenere quello che ti serve nel qui ed ora, sperando con tutto il cuore che non ci si debba mai rimettere su mano.
    La cosa strana è che il De Mauro indica accrocco come voce centromeridionale, e non me lo sarei mai aspettato.

  3. MAu10:

    Accrocco, accrocco, accrocco! Che è comunissimo a Roma, per esempio (dove ho vissuto).
    E non c’è da meravigliarsi se l’orecchio settentrionale (anch’io lo sono, comunque) non coglie e traduce accrocchio (che non esiste) e si meravigliano che De Mauro la definisca centromeridionale. Ma vale l’orecchio o lo studio sulle frequenze (d’uso) che De Mauro ha sicuramente fatto?!
    Comunque il Merriam Webster Online definisce:

    kluge

    Main Entry: kludge
    Pronunciation: \ˈklüj\
    Variant(s): or kluge \ˈklüj, US also & British especially ˈkləj; ˈklü-jē\
    Function: noun
    Etymology: origin unknown
    Date: 1962
    : a system and especially a computer system made up of poorly matched components
    — kludgy also kludgey \ˈklü-jē, US also & British especially ˈklə-\ adjective

    Traduco: un sistema e in specie un sistema informatico (>di computer) composto di pezzi mal assortiti. // Se non vi pare abbastanza letterale è perché tradurre non si fa parola per parola. // Nulla viene detto sul fatto che “tuttavia funziona”. E ciò dunque vale anche nel senso metaforico usato da Gary Marcus parlando di mente umana.
    Praticamente mi pare che l’uso di ACCROCCO funzioni. Vorrà dire che “accrocco” seguirà la sorte di scippo e intrallazzo che erano in un passato recente termini regionali ma si sono diffusi nella lingua nazionale ovunque. Scippo significa letteralmente “strappo” nel dialetto napoletano e la legge continua a dire “furto con destrezza”, però chi ascolta in tutta Italia ormai sa che cosa è successo a chi ha subito uno “scippo”, no?!
    Epperciò… W l’accrocco.
    Maurizio

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